Eurovision Song Contest: la storia dei Fire Saga è il film con Will Ferrel e Rachel McAdams che arriva agli Oscar 2021 con la candidatura per miglior canzone. Ecco la nostra recensione
TITOLO ORIGINALE: Eurovision Song Contest: la storia dei Fire Saga. GENERE: Commedia musicale. NAZIONE: Stati Uniti. REGISTA: David Dobkin. CAST: Will Ferrell, Rachel McAdams, Pierce Brosnan, Dan Stevens,Demi Lovato. DURATA: 121 min. DISTRIBUTORE: Netflix. USCITA: 26 giugno 2020.
Eurovision Song Contest: la storia del Fire Saga è una commedia musicale originale Netflix che vede gli Stati Uniti volare in Europa e raccontare al mondo una loro prospettiva di una delle manifestazioni musicali più note, Eurovision Song Contest. Una manifestazione musicale conosciuta in Italia perché negli anni più recenti il nostro paese viene rappresentato in gara con il vincitore del Festival di Sanrermo, ma che fuori dall’Europa rimane poco conosciuta. E l’idea del film, nasce proprio da un viaggio di Will Ferrel a Lisbona nel 2018 durante la finale della gara e che ha fatto in modo che l’attore, oltre che protagonista qui sia anche lo sceneggiatore e il produttore.
La trama | Recensione Eurovision Song Contest
Lars Erickssong è un cantante e musicista che insieme all’amica Sigrit Ericksdóttir, forma i Fire Saga, una band che suona in Islanda nel loro piccolo paesino Húsavík e sogna l’Eurovision Song Contest. Sin da piccolo, viene ostacolato dal padre, interpretato da Pierce Brosnan che come pescatore non comprende l’aspirazione del figlio. Lui, oltretutto è un uomo sopra le righe, impacciato, sognatore che non ha però intenzione di arrendersi e ritirarsi dalla musica. Una serie di eventi imprevisti e sfortunati, fanno in modo che i Fire Saga arrivino davvero all’Eurovision Song Contest e sfiorino anche la vittoria.
Questa trama, con i suoi personaggi, le loro ispirazioni e i loro costumi, ci porta direttamente in un mondo dell’assurdo: in cui i due protagonisti sono due sognatori, ancora immaturi con Lars incapace di arrendersi e vedere la realtà, come il suo modo di fare che oscura Sigrit e il suo poco talento e Sigrit parla con elfi, è innamorata di Lars e non riesce a far valere la sua voce sia nella musica che nella vita.
Benvenuti nel mondo dell’assurdo | Recensione Eurovisione Song Contest
Il tutto contornato dal sogno della gara di canto internazionale, che per loro non sarebbe un trampolino di lancio nel mondo della musica, ma è la direzione finale, quello che più li soddisferebbe. Una gara europea poco conosciuta negli Stati Uniti, basata all’insegna della musica, dell’inclusione, dei colori e della cultura pop che a volta sfocia nel sano trash.
Ed è proprio questo sano trash, che accentuato, conduce i protagonisti e la trama principale, tra sogni che si infrangono, vestiti che si incastrano, scenografie che non funzionano e tutta una serie di accadimenti assurdi come in una commedia dell’arte ben studiata. Proprio per questo studio e queste scelte, il film ci porta in un mondo dell’assurdo che funziona, diverte ed intrattiene. La dimostrazione che quando la sceneggiatura è strutturata, ci fa anche emozionare davanti a canzoni islandesi cantate in un pub.
Una trama che riesce comunque ad emozionare | Recensione Eurovision Song Contest
Al centro di questa serie di eventi, personaggi e dialoghi sconnessi, la trama non manca comunque di emozionarci sul finale e di farci anche riflettere. Una riflessione non di certo originale, ma che comunque ci porta al buon vecchio sogno artistico che si vuole realizzare, ma non senza sottolineare che per poterlo fare ci vuole talento e in questo caso tanta tanta fortuna. E soprattutto, come dimostrato da Sigrit, interpretata da una bravissima Rachel McAdams, bisogna emergere, senza timore, altrimenti si rischia di rimanere per sempre nell’ombra delle decisioni degli altri. Ed è proprio con questo coraggio che possiamo sentire anche la canzone finale Húsavík che è anche la stessa candidata agli Oscar 2021 come miglior canzone.
Conclusione
Eurovision Song Contest è un film che in modo sorprendente fa il suo dovere: diverte, intrattiene, fa storcere il naso da quanto alcuni passaggi siano irreali, sconnessi dalla realtà e trash. E proprio per questo motivo è un film non di certo diventato un capolavoro, ma che è in grado di intrattenere e portarci anche all’interno di contesti europei insoliti. Forse ancora più ilarità e assurdità, avrebbero giovato alla trama, staccando il film da qualsiasi contesto reale e rendendolo quindi folle, ma credibile nella sua follia.
Punti a favore
- Divertente
- Scenografia e costumi di impatto
Punti a sfavore
- Meno scene eomozionali
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