Disney ci delizia con una magica avventura, musiche e storie da mozzafiato. Aladdin ritorna sul grande schermo in maniera sensazionale e con alcune novità, vediamole nella recensione
TITOLO ORIGINALE: Aladdin. GENERE: fantasy, commedia, musical. NAZIONE: USA. REGIA: Guy Ritchie. CAST: Mena Massoud (Aladdin); Will Smith (Genio); Naomi Scott (Jasmine); Marwan Kenzari (Jafar). DURATA: 130 minuti. DISTRIBUTORE: Walt Disney Pictures, Rideback, Marc Platt Productions. USCITA: 22/05/2019.
Aladdin è uscito nelle sale cinematografiche riproponendo in live action il film cartone del 1992. Disney ci ha preso gusto e, dopo il famoso successo de “La bella e la bestia” e la buona riuscita di “Dumbo”, riporta il famoso ladro di Agrabah sul grande schermo. Nulla di nuovo, se non fosse che il live action è fatto talmente bene che guardarlo è veramente piacevole. Un film adatto a tutte l’età anche se, in generale, i live action Disney riportano la crudeltà dei villain in maniera più cruenta. In attesa della trasposizione del prossimo capolavoro Disney in uscita ad agosto, Il Re Leone, vediamo cosa abbiamo provato guardando Aladdin in questa recensione.
Genio-lata Disney: prodotto vincente non si cambia – Recensione Aladdin
Il film è quasi identico al cartone del 1992, tratto a sua volta dalle celebri novelle orientali: le mille e una notte. La trama principale è identica. Aladdin, un giovane ladruncolo che vive nel regno desertico di Agrabah insieme alla sua scimmia, Abu. Salva e fa amicizia con l’intraprendente principessa Jasmine di cui si innamora ma che non può sposare per una stupida legge. Nel frattempo, Jafar, il Gran Visir, desideroso di ottenere il potere, assieme al suo pappagallo Iago, cerca di entrare in possesso di una lampada magica, nascosta all’interno della Caverna delle Meraviglie. Ad entrambi viene detto che solo una persona è degna di entrarvi: “il diamante grezzo”, che Jafar in seguito identifica come Aladdin.
Una volta entrato in possesso della lampada, Aladdin esprime il desiderio di diventare un principe così da poter sposare Jasmine. Ma Jafar non ci sta e, dopo averlo riconosciuto, tenta di tutto per rubargli la lampada. Il genio, quindi, si ritroverà a passare da un “padrone-amico” come Aladdin ad un padrone come Jafar che vuole solo distruggere gli alleati di Agrabah che, per anni, lo hanno tenuto rinchiuso in prigione. Tocca ad Aladdin, con l’aiuto del suo amico genio, cercare un modo per sconfiggere un nemico potente come Jafar e riuscire a sposare Jasmine.
Una differenza tra il film cartone ed il live action la troviamo nella prima scena. Ci ritroveremo su una barca insieme a due bambini che fissano un vascello e fantasticano su come possa essere bello averne uno. Il padre, invece, afferma che quella piccola imbarcazione ne ha passate delle belle e che è riuscita a superare tanti ostacoli. Così i ragazzi chiedono al padre di fermarsi un attimo e raccontargli una storia, magari cantandola. Ed ecco che il padre comincia la storia di Aladdin in pieno stile musical, quello che ha contraddistinto per anni il marchio Disney.
Tutto accade nelle “notti d’oriente” – Recensione Aladdin
Che la storia abbia un suo potere attrattivo è risaputo, d’altronde è pure sempre una riproposizione di un successo degli anni 90′. Che gli attori avrebbero dato quella svolta in più, però, non era detto. Partiamo da Will Smith che, già dal primo trailer, è stato criticato. Certo, non come attore, ma come era stato creato il genio. Commenti negativi che si sono rivelati alquanto infondati. Il genio, infatti, è il personaggio migliore del film. Sembra che tutto giri intorno a lui e che la produzione abbia voluto metterlo volontariamente sotto dei riflettori. Il punto più importante è con quale facilità il genio, interpretato da Will, riesca a farci divertire. Inoltre, gli effetti speciali, che per lo più girano intorno ai desideri che il genio esaudisce, sono perfetti ed incantano i spettatori.
Interpretazione magistrale anche quella di Mena Massoud nei panni di Aladdin. Il suo atteggiamento e la sua prova artistica seguono perfettamente il carattere del personaggio creato dalla Disney. A differenza loro, invece, chi non si avvicina al personaggio e non per sua colpa è Marwan Kenzari. L’attore che interpreta Jafar riesce ad esprimere tutta la cattiveria del personaggio, soprattutto nell’uso delle arti oscure. Il punto è che, per chi è un fan di Aladdin, non può che notare la differenza di età tra il nuovo Jafar e quello disegnato nel cartone. Qualcosa di poco conto che però può far storcere il naso a chi segue da anni i film Disney. Nulla da dire su Naomi Scott, magistrale nella sua interpretazione di una delle nuove canzoni introdotte con il live action, Speechless.
Musiche che raccontano una storia e storie che raccontano la magia – Recensione Aladdin
Magicamente, Aladdin riesce a catturarci in ogni singolo punto della proiezione. L’unica nota negativa è la brutta sensazione ottenuta in due parti del film a causa di quello che poteva sembrare un passo obbligatorio nella trasposizione del film. Il primo caso è quello nel momento in cui Aladdin si intrufola nel castello. In una scena vediamo Aladdin effettuare una corsa in stile parkour per saltare ostacoli e scavalcare mura. L’Aladdin nella scena è completamente computerizzato e nessuno ha fatto nulla per nasconderlo, nemmeno un po’. A mio parere sarebbe bastata una buona controfigura capace di effettuare acrobazie parkour per poter nascondere uno scempio del genere, dato il fatto che l’inquadratura era anche da lontano.
Seconda nota negativa è il 2x in due scene del film. Le scene sono quelle di alcune canzoni del genio della lampada, dove è possibile notare che la produzione ha deciso di applicare una velocità doppia solo al video in modo da riprendere l’estrema velocità con cui venivano effettuati i balli nelle canzoni. Insomma, anche qui si poteva chiudere un occhio e cercare di ottenere una scena sicuramente migliore. Inoltre, i balli arabi effettuati con la loro naturale velocità, per quanto potevano snaturare l’estrema rapidità del film, avrebbero avuto un certo impatto positivo molto più inerente alla storia raccontata.
Come abbiamo già detto, nel nuovo Aladdin sono state aggiunte due canzoni interpretate da Jasmine che, nel film del 1992, non aveva una canzone tutta sua se non la parte insieme ad Aladdin ne “A whole new world”. La canzone si intitola Speechless ed è divisa in due parti, dove la seconda è letteralmente un capolavoro del compositore Alan Menken e dei parolieri di La La Land. A dargli un tocco magico è proprio Naomi Scott, che ricordiamo ha cominciato la sua carriera come cantante e che risulta emozionante nella sua interpretazione della canzone. Brano che, inoltre, rispecchia perfettamente il personaggio di Jasmine e i soprusi che una principessa di quei tempi doveva sopportare come donna. Ancora più stupore ci vengono regalati da Massoud e Will Smith che, non essendo cantanti, giocano molto sulla coreografia e la purezza dei loro personaggi anche nelle canzoni.
Mia cara Disney, continua così!
In casa Disney non ci si ferma mai, e noi speriamo che continui così. Perché, anche se non ci sono state standing ovation in stile Endgame o gli incassi di Pokemon: Detective Pikachu, Aladdin è comunque in 12esima posizione nei box office di maggio, ed è uscito solo da una settimana. Questo è il risultato di un film che ha come protagonista la magia che vuole uno spettatore di un film Disney vuole vedere. Inoltre, l’evoluzione dei live action Disney cominciati anni fa con Cenerentola, e che hanno toccato il culmine con La bella e la bestia, ci fa ben sperare nel futuro. Ora non resta che attendere prossimo live action il Re Leone, che uscirà nelle sale il 21 agosto di quest’anno.
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