Alle soglie del 2020 siamo ancora qui a parlare di Space Invaders. Di quanti altri videogiochi si continuerà a parlare a distanza di quasi 40 anni dall’uscita?
Sono oramai passati più di 40 anni dall’uscita di Space Invaders, il mitico videogame della software house della terra del sol levante Taito che nel 1978 trasformò i giochi elettronici in un fenomeno davvero di massa in tutto il mondo. In questi quattro decenni sono cambiate tantissime cose ma l’amore per gli iconici invasori alieni non si è affatto affievolito, tanto che vengono anche proposte da miglioricasino.com slot online con licenza e tema grafico dei mitici ed imitabili invaders! Ma facciamo un passo indietro fino alle fine degli anni ’70.
Space Invaders: una storia lunga oltre 40 anni
Space Invaders fu il risultato di una reinterpretazione di uno dei primissimi giochi elettromeccanici della già citata azienda giapponese Taito dal nome Space Monster. Si volle cambiare però la grafica degli avversari che il giocatore doveva affrontare e si scelse il tema degli invasori alieni, una vera e propria rivisitazione del famoso romanzo La guerra dei Mondi, poi divenuto anche un film di grande successo diretto dal regista Steven Spielberg ed interpretato da Tom Cruise.
La formula di quell’incredibile successo? Gli ingredienti erano una grafica mai vista prima fino a quel momento, un gameplay ovviamente ancora primitivo ma molto più evoluto rispetto a quello che si era giocato in precedenza, lo stile unico degli invasori assolutamente ancora iconico dopo 40 anni e non tralasciamo neppure il sonoro! Quei suoni che andavano in sincronia con i movimenti sempre più veloci degli invasori diventavano una sorta di mantra che non usciva più dai cervelli dei giocatori e rimaneva in testa per molto tempo dopo che si smetteva di giocare. Space Invaders fu davvero il precursore di tantissimi elementi che poi furono migliorati ulteriormente dai successi degli arcade di inizio anni ’80 come Pac-Man, Donkey Kong e tantissimi altri ancora che i quarantenni e cinquantenni di oggi non hanno dimenticato di certo.
Si racconta che tale fu il successo di Space Invaders al lancio in Giappone che si ebbero grandissime difficoltà a reperire monete da 100 yen, quelle che appunto servivano per cominciare una partita con il videogioco. Si narra che il governo nipponico fu costretto molto rapidamente addirittura a quadruplicare la produzione delle monete per rispondere alla domanda in così netta crescita!
Il successo di Space Invaders ovviamente non si fermò al Giappone e raggiunse praticamente quasi tutto il mondo. Nel nostro paese arrivò nel 1979 originariamente con il nome leggermente modificato di Invasion per poi successivamente essere riproposto con il nome originale. Negli Stati Uniti il videogame arrivò invece soltanto nel 1980 grazie alla distribuzione congiunta di Atari e Nintendo ed anche lì il successo fu letteralmente sensazionale.
Grandissimo fu il successo di Space Invaders, tanto che all’inizio degli anni ’80 il titolo fu convertito per home console e computer da casa a volte neppure con la licenza ufficiale di Taito ma con variazioni sul tema ben oltre i limiti del plagio.
Successivamente Taito continuò a proporre nuovi videogiochi sulla falsariga del titolo originale su qualsiasi dispositivo: console da casa e portatili, PC, smartphone. Un anno piuttosto felice da questo punto di vista fu il 2005 quando arrivarono sul mercato due nuove versioni rispettivamente per la PlayStation Portatile di Sony e il Nintendo DS: Space Invaders: Galaxy Beat e Space Invaders DS. Ovviamente non è stato mai replicato il successo dell’arcade originale ma queste rivisitazioni più moderne hanno ottenuto un discreto successo sia tra vecchi gamer appassionati del gioco originali ma anche di nuovi appassionati agli invasori alieni.
Il padre di tutti gli arcade games
Il successo di Space Invaders ha travalicato perfino i confini dei videogiochi ed andare ben oltre. Da tempo si vocifera di un film dedicato al “padre di tutti gli arcade games” ma ancora non ci sono tracce tangibili di questa pellicola. Di certo c’è invece che gli invasori pixellati sono divenuti anche materia artistica. In Francia, Franck Slama, noto ai più come Invader, ha creato vere e proprie installazioni artistiche e murales con i simpatici invasori riveduti e corretti con il suo estro davvero sui generis. Slama ha lasciato queste installazioni  in tantissime città di ogni angolo del mondo ed ha creato una vera e propria mappa di dove poterle andare ad ammirare dal vivo.
Tanto è ancora l’amore per Space Invaders che a Tokyo per i suo primi 40 anni si è svolto un evento davvero speciale dove oltre alla versione originali, c’era la possibilità di provare le tecnologie più recenti applicate al gameplay originale per una vera e propria festa dell’orgoglio nipponico in ambito videoludico.
E dunque alle soglie del 2020 siamo ancora qui a parlare di Space Invaders. Di quanti altri videogiochi si continuerà a parlare a distanza di quasi 40 anni dall’uscita?
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