PlayStation 4, nonostante le su oltre 40 milioni di copie vendute, non vanta sicuramente una line up di tutto rispetto. Toccava proprio ad Uncharted 4 dare un senso all’acquisto della piattaforma Sony, ci saranno riusciti? Scopriamolo in questa recensione
La vita del “recensore” non è affatto facile. Bisogna pesare le parole con estrema cura, scegliere i termini più corretti, trasmettere il proprio pensiero nella maniera più chiara possibile senza mai sfociare in argomenti del tutto soggettivi, ma in questo caso posso assicurarvi che il videogame di cui state leggendo merita solo un termine: capolavoro. Ora cercherò di spiegarvi il perché della mia sicurezza nell’usare tale appellativo.
Drake, non riposare mai
Come è consuetudine nei miei articoli e a maggior ragione questa volta, non ci saranno spoiler sulla trama visto e considerato che questa è fulcro dei titoli della saga. Vi basti sapere che il sig, Drake è cresciuto insieme ai giocatori che l’hanno accompagnato sin dalle sue prime avventure e ora si è ritirato con la sua bella moglie (Elena Fischer) in una cittadina portuale, dove svolge qualche lavoro di recupero tramite immersioni subacquee di ricerca.
Insomma tutto scorre tranquillo nella vita della famiglia Drake, anche se la voglia di vivere i fasti di un tempo e le avventure incredibili manca, nonostante il protagonista non lo dia a vedere.
Quando tutto sembra piatto e anche noioso, l’arrivo di una certa figura stravolge la routine del nostro Nate che si ritrova a partire, in tutta fretta, per l’ennesima avventura, alla ricerca di un fantomatico tesoro pirata. Non è mia intenzione dirvi altro, perlomeno sula storia, in quanto ogni particolare potrebbe rovinare un’esperienza davvero unica.
Quello che non ti aspetti
Ovviamente se pur ben scritta, ben raccontata e sopratutto ben interpretata una storia è sempre una storia e in un videogame questa, da sola, non basta ad elevare a capolavoro un titolo. Alla base di un grande videogioco ci deve essere un gameplay solido e divertente e anche su questo punto, ad Uncharted 4, non ho assolutamente nulla o quasi da recriminare.
Il sistema di puntamento ed il feeling con le armi è ottimo (non ci si aspettava certo specifiche tecniche sulle armi come differenza nel rinculo o cose simili, infondo è un action adventure e va preso come tale, invece…), si nota la differenza quando si spara con una 9mm oppure con una .44 Magnum, stesso discorso per quanto riguarda i vari fucili. Come di consuetudine per la serie le armi, pur non essendo un vero e proprio arsenale, sono molte e varie in modo da accontentare ogni grilletto.
Quanto mi diverto
Le sparatorie giovano molto di questa scelta, sempre ben ponderata, che permette di alzare la godibilità del gioco anche grazie ad un ottimo sistema di copertura che ci permetterà di nasconderci praticamente dietro ogni parete o cassa di legno. Una nuova introduzione possibile grazie al nuovo engine (motore grafico) che introduce anche la possibilità di distruggere le coperture, in modo da offrire ancora più divertimento nelle battaglie.
Un’altra novità molto apprezzata è stata l’inserimento del rampino, che aggiunge altre opzioni di gioco, e permette di affrontare le sparatorie in maniera del tutto nuova ribaltando un gameplay di per se già molto vario. Le fasi armate si contendono l’efficacia con i combattimenti corpo a corpo che vantano una serie smodata di modelli unici. Le varie sfide per raggiungere l’obbiettivo seguente potranno essere tranquillamente superate senza sparare neanche un colpo, se infatti preferite aggirare i nemici usando la tattica dello stealth il gioco, non solo ve lo permetterà, ma vi offrirà anche nuove meccaniche per farlo.
Un esempio lampante è il segnalatore posizionato sopra la testa di ogni nemico, che cambierà di colore in base al suo stato di allerta, o la possibilità di poter marcare i nemici avvistati in modo da semplificarvi la fuga. Meccaniche già viste in altri titoli (MGS V, Assasin’s Creed) ma che funzionano bene nel titolo e si amalgamano perfettamente la fine di offrire un’esperienza veramente adatta ad ogni stile di gioco.
QTA a chi?
Un’altra scelta che, a mio avviso, è stata molto “efficace” è il fatto di non aver inserito in maniera forzata molti QTA (Quick Time Event). Premere il tasto giusto, al momento giusto, sarà obbligatorio solo in determinati momenti, durante i quali non verrà mai disturbato il ritmo di gameplay. Unica pecca (ma questo è puro gusto personale) è stato inserire un QTA proprio sul finale del gioco, che comunque non rovina l’epicità del momento, ma di cui avrei fatto volentieri a meno.
Il parkour delle meraviglie
L’ultima parte, ma non per questo meno importante, è il miglioramento della funzione parkour che è da sempre presente e fondamentale nelle sessioni di gioco della serie. I movimenti dei personaggi se pur assurdi risultano più naturali e e ben bilanciati, non sarà possibile quindi fare salti folli o aggrapparsi a sporgenze non idonee alla scalata. Tutto questo è reso spaventosamente bello dalle ambientazioni mozzafiato che sono sempre varie e curate, in ogni dettaglio, in maniera quasi maniacale.
Mi hai slogato la mascella!
Come del resto c’era da aspettarsi da Naughty Dog, la resa grafica di Uncharted 4 è impressionante. Ogni sezione di gioco, comprese quelle in auto, regalano scorci mozzafiato al punto che, più di una volta, mi sono fermato a osservare il panorama per qualche istante. Si spazia da zone affollate (come il mercato) alla città, passando per la giungla fitta, senza tralasciare l’ambientazione marittima che senza dubbio è quella che più mi ha fatto slogare la mascella. Perfino i colpi subiti sotto il pelo dell’acqua riescono a far sognare un viaggio avventuroso o rilassante sulle spiagge solcate dal nostro eroe.
In nessun caso il titolo deve invidiare le rese grafiche di titoli ottimizzati per PC di fascia medio-alta, il tutto è condito poi dalle battute di personaggi carismatici e una colonna sonora che nulla invidia ai blockbuster moderni. In poche parole ancora una volta la casa di sviluppo californiana ha tenuto banco, dando lezioni su come si ottimizza un titolo per la console nipponica.
Giochiamo insieme?
Anche quando si parla del multiplayer non ci sono grosse critiche da fare. Si può considerare senza ombra di dubbio un plus molto gradito ma di cui infondo non c’era neanche bisogno, in quanto il titolo dì per se bastava a giustificare la spesa. Le meccaniche della parte multigiocatore sono riprese dal titolo base, quindi si potrà utilizzare anche il rampino, il che porta ad una sferzata di novità in una serie di modalità già viste, fra cui troviamo il classico death match a squadre e altre modalità note al mondo dei giocatori online.
L’unica pecca riscontrata è che durante un paio di partite, in seguito alla morte del personaggio, non ho avuto la possibilità di tornare in gioco il che mi ha costretto a chiudere e riaprire la partita, ma grazie all’ultima patch rilasciata sembra che questo piccolo bug sia stato sistemato.
20 minuti di applausi per Uncharted 4
In conclusione Uncharted 4, che aveva in mano le sorti delle esclusive su console (almeno per il momento), non ha tradito le aspettative ha anzi dato un senso all’acquisto di una PlayStation 4 che fino ad’ora vantava come unica esclusiva di peso Bloodborne che se pur un gran gioco, non poteva reggere ancora per molto il fardello di una console senza reali pesi massimi e che sarebbe finita per essere considerata un flop da chi, come me, ha scelto questa piattaforma appunto per i suoi titoli first party.Questo titolo che arriva in un momento buio ed è in grado, da solo, di risollevare le sorti delle esclusive console, meritandosi almeno venti minuti d’applausi allo scorrere dei titoli di coda.
Summary
Uncharted 4 arriva in un momento buio ed è in grado, da solo, di risollevare le sorti delle esclusive console. Meritandosi almeno venti minuti d'applausi allo scorrere dei titoli di coda.
Lascia un commento