L’ultimo lavoro di CanuArts è Lithium Inmate 69, un interessante titolo indie che mischia horror, puzzle ambientali e sezioni platform
La prima cosa che emerge giocando a Lithium Inmate 69 è la sua somiglianza ai giochi classici platform-action dei primi anni ’00, come Oddworld sulla prima Xbox e Crash Bandicoot su Playstation. Lithium Inmate 69 è infatti un action-puzzle game variegato con sezioni platform e un tono horror-thriller ben marcato, che ha preso spunto dai giochi citati pocanzi.
La narrazione è presente, ma resa poco centrale nella produzione. Ci viene raccontato il minimo indispensabile tramite delle brevi cutscene
Il gioco è ambientato nell’ospedale militare di Duram, nella sezione psichiatrica tra gli anni ’50 e ’70. Il protagonista del gioco è il prigioniero numero 69, con il nome di nascita Vincent Hart, e il suo obiettivo è sostanzialmente cercare se stesso, capire il suo passato e sopravvivere ad un ambiente ostile creato dalla sua stessa psiche. Nei primi minuti di gioco non è possibile cogliere la trama al completo, infatti l’avventura va avanti pian piano per 7 capitoli, spiegandoci la storia e lo stato d’animo del protagonista tramite delle cutscene. Alla fine di ogni capitolo troveremo un boss da affrontare, con allegata una scheda clinica contenente tutte le informazioni sul nemico finale che andremo a combattere.
Le meccaniche di gameplay sono molto semplici e immediate. Questa è la caratteristica chiave di Lithium Inmate 69
Le meccaniche di gameplay del gioco non sono molte e neanche troppo difficili, poichè la semplicità d’azione rende Lithium Inmate 69 molto particolare. Uno dei strumenti che ci viene dato ad inizio avventura è una lampada, che sarà fondamentale per scoprire gli angoli più bui dell’ambiente di gioco e la moltitudine di trappole dislocate in esso. Senza di essa è impossibile spostarsi tra le stanze e gli ambienti tetri del gioco. La lampada però, necessita di petrolio per alimentare la fiamma al suo interno e quindi illuminare gli spazi circostanti. Durante l’avventura dovremo perciò esplorare bene e cercare le latte di petrolio per ricaricare la torcia.
Oltre ai nemici sono presenti anche trappole mortali, come pavimenti appuntiti, seghe elettriche oscillanti e gas velenosi. In questi casi il tempismo del giocatore sarà fondamentale per sopravvivere e andare avanti. Abbiamo riscontrato però che talvolta la telecamera impazzisce, spostandosi dal personaggio e creando confusione, con il rischio di far morire il protagonista e ricominciare dal checkpoint più vicino. Inoltre i comandi in generale si presentano alle volte legnosi e imprecisi.
In Lithium Inmate 69 potremo impersonare Vincent in versione “maligna”
Altra caratteristica di Lithium è la possibilità di impersonare la parte “maligna” di Vincent. Per la maggior parte del gioco impersoneremo un essere gobbo, pauroso e dagli occhi terrorizzati, incapace di difendersi dai nemici. Pertanto, a volte, dovremo usare le trappole presenti contro i nostri nemici per proseguire nell’area successiva.
Ritornando alla parte “maligna“, Vincent può raccogliere delle chiavi che ricaricano degli orologi a pendolo e, tramite il suono dell’orologio, evocheremo la parte cattiva del protagonista. Tale personalità maligna può, al contrario dell’altra, difendersi ed impugnare delle armi, come un machete e una pistola.
Nelle poche sezioni shooter presenti nel gioco, i comandi di mira risultano imprecisi e molto instabili, causando a volte l’impossibilità di colpire i nemici al primo colpo. Ovviamente la “trasformazione” del nostro esserino ha un tempo limitato, generalmente pochi secondi, ed è possibile aumentarne il tempo tramite la raccolta di cuori sparsi per la mappa.
I boss si presenteranno alla fine di ogni capitolo del gioco
Come dicevamo prima, l’avventura si articola in 7 capitoli e ad ogni fine capitolo, dopo trappole, nemici e qualche spavento qua e là, si affronta un boss. Prima del duello è possibile scoprire la storia di tale nemico tramite la cartella clinica del paziente: possiamo scoprirne i precedenti penali, le patologie, il nome e la provenienza; il che è molto utile poiché possiamo usare tali informazioni a nostro vantaggio.
Se ad esempio ci ritroviamo con un pazzo scatenato che vuole ucciderci e nella cartella clinica c’è scritto che adora la musica classica, noi possiamo sfruttare il grammofono presente nel livello per calmarlo e cercare di fermarlo. Avremmo però preferito una maggiore caratterizzazione dei boss, non limitandosi solamente ad una cartella clinica semplicistica.
Pochi colori e un’ambientazione noir-horror da fine anni ’70 in un manicomio tetro e in rovina
Passando al comparto tecnico, in generale Lithium Inmate 69 si presenta bene. Non fa gridare al miracolo, certo, ma essendo una produzione indie ed essendo sviluppato sul motore grafico Unity usato pressoché da software house emergenti, il comparto tecnico è accettabile. Gli esterni si presentano spogli, con qualche texture poco definita o sbavata. Gli interni invece sono stati realizzati in modo migliore, poiché il gioco è stato infatti creato per atmosfere tetre da horror.
Il modelli poligonali del personaggio sono ben fatti, al contrario di quelli dei nemici. Il gioco presenta svariati bug che si manifestano nel mentre dell’avventura, alle volte costringendo addirittura a chiudere il gioco e riavviarlo. Gli ambienti e il gioco in generale sono caratterizzati da un bianco e nero, che risalta l’ambientazione degli anni ’70 e i colori che la compongono. Gli oggetti sono pochi, pertanto lo stile di Lithium è particolare.
Lithium Inmate 69, una produzione indie ambiziosa
La versione da noi testata è quella PlayStation 4 e a livello di fluidità il gioco si comporta abbastanza bene: i cali di frame sono quasi assenti e l’ottimizzazione è molto buona. Rimane il fatto che il gioco è privo di una patch correttiva al day-one, pertanto soffre di insistenti bug che si manifestano durante la sessione.
Lithium Inmate 69 rimane però una produzione indie ambiziosa, che cerca di riportare in auge gli action-platform anni ’90 e ’00. Il gioco è disponibile per PC, PlayStation 4 e Xbox One al prezzo modico di 9,99 euro.
Punti a favore
- Meccaniche di gameplay semplici
- Stile grafico bianco e nero particolare
- Durata sufficiente per un indie
Punti a sfavore
- Narrazione poco centralizzata
- Bug insistenti in alcuni punti
- Alcuni ambienti esterni troppo spogli
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