RAM piena, vetustà dei programmi installati all’interno del sistema operativo? Come ottimizzare le prestazioni del tuo Mac
Normalmente, le prestazioni di un personal computer, indipendentemente dalla sua tipologia o dal sistema operativo che gira su di esso, tendono a subire una sorta di entropia. Detto in altri termini, dopo un po’ di tempo la macchina perde di efficienza, comincia ad accusare dei problemi di rallentamento o altre situazioni di difficile gestione: pagine non visualizzate correttamente, gallerie fotografiche non visibili, video che procedono “a scatti”, presenza insistente di pop-up o apparizioni misteriose di notifiche non volute. Ciò è dovuto a una molteplicità di problemi, anche se in questo caso, di norma, l’utente medio tende ad attribuire tale fenomeno a una “normale” usura della macchina, ovvero a un problema di hardware.
In realtà, le cose potrebbero essere molto più complesse. Il computer potrebbe funzionare come prima, con la differenza che si trova a gestire un ambiente digitale più complesso, più voluminoso e dunque più laborioso da processare. E a volte, semplicemente, non ci riesce. Può trattarsi di un problema di RAM piena, o anche di vetustà dei programmi installati all’interno del sistema operativo che non riescono a supportare in maniera ottimale i plug-in di fattura più recente. O più probabilmente si tratta di un cumulo di applicazioni non “di serie” che vengono aperte automaticamente all’avvio del sistema operativo, rallentando molte delle sue operazioni di routine. Infine, non bisogna nemmeno trascurare la peggiore delle ipotesi: ovvero che l’ambiente digitale ospitato dal computer sia infestato da bot e malware, che sono gli agenti più problematici dal punto di vista della riduzione delle prestazioni.
Come ottimizzare le prestazioni del tuo Mac
Normalmente, chi possiede un PC – indipendentemente dal fatto che in esso sia ospitata una versione di Windows, Linux o qualsiasi altro sistema operativo open source – sa già come gestire questo genere di problematiche, dal momento che numerose software house o sviluppatori indipendenti hanno messo a disposizione un nutrito florilegio di programmi di detection (gratuiti o a pagamento), in grado di individuare le problematiche di ciascuna macchina, analizzarne la tipologia e provvedere alle corrette operazioni di “pulizia”. Al contrario, chi possiede un Mac non dispone di una scelta così ampia: questo perché la policy aziendale di Apple è molto più chiusa e per così dire monopolistica, costringendo l’utente ad alimentarsi quasi esclusivamente dalla casa madre. In altre parole, se hai un Mac devi quasi sempre affidarti a prodotti Apple, anche per pulire il computer. Pochi prodotti provenienti da aziende terze – segnaliamo fra tutti Cleanmymac solo perché riconosciuto come uno dei più efficaci – sono riusciti negli anni a scalfire questa sorta di monopolio di fatto.
Bisogna aggiungere che, in linea di principio, i sistemi interni di protezione e ottimizzazione delle prestazioni dei Mac sono più performanti, e generalmente aggiornati con maggiore frequenza, rispetto a quelli dei PC Windows. Ma questa loro caratteristica rappresenta, per paradosso, anche il loro punto debole: essendo infatti i Mac molto meno permeabili dall’esterno, i malware che riescono a introdursi nel loro sistema sono mediamente più dannosi e al tempo stesso non così facilmente individuabili. Per questo motivo, sono soprattutto i proprietari dei computer targati Apple a doversi preoccupare di sottoporre le loro macchine a controlli costanti e scansioni periodiche, al fine di evitare che qualche programma parassita metta a soqquadro file di sistema o persino –anche se ciò avviene più raramente – i contenuti dell’hard disk.
Lascia un commento