Uno studio dell’Università della California ha appena dimostrato che non solo si può combattere l’invecchiamento del nostro corpo, ma si può anche ringiovanire le cellule e restare giovani, come in una sorta di macchina del tempo. Vediamo insieme i risultati di questa ricerca
Tra le tante ricerche condotte nelle Università, alcune attirano l’attenzione in maniera più evidente di altre. Anche in questo caso tutti ne siamo potenzialmente interessati. Un team di ricercatori dell’università della California a Los Angeles ha infatti appena pubblicato sulla rivista specializzata Aging Cell i risultati di una ricerca appena condotta. Tale ricerca ha dimostrato che si può “tornare indietro nel tempo”, far ringiovanire le cellule del proprio corpo e combattere l’invecchiamento. Se questa ricerca avrà sviluppi potrebbe essere di portata rivoluzionari a livello biologico infatti potremmo dire di avere trovato un modo per tornare indietro nel tempo. Analizziamo però nello specifico i passaggi della ricerca e proviamo a fare insieme alcune considerazioni.
La ricerca: da combattere l’invecchiamento a ringiovanire le cellule
L’idea di questo studio è nata dalla volontà di verificare sul corpo umano un precedente test fatto sugli animali. In questo test i ricercatori hanno infatti osservato che in diversi casi l’ormone della crescita ha stimolato positivamente la rigenerazione del timo. La domanda che è sorta spontanea è stata se questo si poteva replicare anche sugli esseri umani; nella ricerca spesso si parte dalla sperimentazione sugli animali (condotta secondo precise regole per non abusarne) per trarre benefici a favore della salute umana. Anche a riguardo del DNA avevamo visto qualcosa di simile.
Il team di ricerca del nostro esperimento ha allora scelto 9 volontari di età compresa tra i 51 e i 65. Per un anno li ha sottoposti all’assunzione di un cocktail di farmaci. Tra questi farmaci erano presenti anche medicinali contro il diabete: nella ricerca su esemplari animali infatti l’ormone della crescita che stimolava la rigenerazione del timo, ha dato segni che favoriva il diabete. Nonostante questo però i risultati della ricerca sono stati sorprendenti: analizzando i segni dell’invecchiamento sui geni, si è riscontrato che dopo un anno l’età biologica era diminuita di due anni e mezzo. In parole semplici erano riusciti a far ringiovanire le cellule.
Come hanno fatto a fare ringiovanire le cellule genetiche? Per comprendere meglio questa dinamica possiamo usare l’espressione “lifting genetico”. Infatti il processo indotto dai farmaci ha fatto sì che le modifiche chimiche generate dal tempo sui geni venissero rimosse senza lasciare traccia. In questo caso durante un anno di trattamento, hanno cancellato le modifiche chimiche accumulatesi in due anni e mezzo. I risultati sono stati così sorprendenti che hanno lasciato a bocca aperta anche gli stessi ricercatori. Steve Horvath, coordinatore della ricerca ha infatti affermato: “
Mi aspettavo di vedere un rallentamento del tempo, ma non un’inversione.
La ricerca ovviamente è ad uno stadio embrionale nello sviluppo di cure disponibili per tutti in tempi brevi. Ciò nonostante questo presenta comunque dei grandi vantaggi. Vediamo quindi i punti positivi e le criticità emerse da questa ricerca, provando anche a chiederci cosa significo a livello più profondo questi risultati.
Confronto tra cellule giovani, anziane e ringiovanite tramite ossitocina
Ringiovanire le cellule e combattere l’invecchiamento: limiti e pregi della ricerca
Come sempre non è tutto oro quello che luccica e nonostante questi risultati bisogna considerarne attentamente il loro significato. Ci troviamo infatti di fronte ad una ricerca che aveva un obbiettivo specifico (far ringiovanire le cellule) condotta su un numero limitato di 9 individui in un’età ben definita (tra i 51 e i 65 anni). Questo ci impone infatti delle serie considerazioni.
Il numero limitato di persone era necessario per condurre una ricerca di questo tipo: durante l’anno i controlli a cui si sono dovuti sottoporre sono probabilmente stati molteplici e molto accurati. Un numero più alto avrebbe sicuramente reso difficile osservare i cambiamenti nel corpo dei volontari. Probabilmente deve avere anche influito una questione economica. Avere un numero più alto di volontari avrebbe richiesto più fondi per i ricercatori e non sappiamo se questo sarebbe stato possibile. Il numero basso lascia però il dubbio che i risultati della ricerca non siano validi per tutti.
Lo ricorda anche Benedetto Grimaldi, genetista dell’Istituto Italiano di Tecnologia:
Questo è stato dimostrato su un gruppo limitato di persone, ma comunque è importante perché è la prima prova diretta sull’uomo e fa sperare che la sperimentazione si possa allargare, includendo un numero maggiore di individui.
Bisogna anche aggiungere che i volontari avevano tutti un’età circoscritta. Questo getta alcune perplessità sugli sviluppi futuri di questa ricerca. La domanda che sorge spontanea è: se cambiassimo la fascia d’età i risultati sarebbero uguali? Viene da pensare che la risposta sia negativa e i risultati sarebbero differenti da quelli visti fino ad ora. Infatti tentando di ringiovanire le cellule di una persona più vecchia i risultati sarebbero in percentuale meno rilevanti perché con l’età l’organismo perde anche le risorse necessarie a combattere l’invecchiamento.
Questi dubbi però non tolgono nulla alla straordinarietà della scoperta. Si tratta della prima volta che questo tipo di esperimento viene condotto su delle persone. Lo ricorda anche Grimaldi:
È la prima volta che si dimostra sull’uomo che è possibile usare trattamenti farmacologici per combattere l’invecchiamento. Finora, infatti, lo avevano dimostrato solo studi condotti sugli animali.
Il risultato risulta comunque molto sorprendente. Le prospettive aperte infatti rimangono molte.
Prospettive future
Ci troviamo di fronte in Europa al fenomeno dell’invecchiamento della popolazione (soprattutto in Italia). Le speranze di vita si sono allungate, ma molte riflessioni ci stanno aiutando a capire che non sempre questo è un bene. Infatti le cure mediche che oggi abbiamo a disposizione ci consentono di vivere più a lungo ma spesso ciò avviene a condizioni precarie.
In altre parole è alto il rischio di vivere a lungo senza avere delle condizioni di vita accettabili. Senza cadere nel pessimismo, questa nuova ricerca apre l’orizzonte a cure che, cercando di ringiovanire le cellule, ci potranno permettere di combattere l’invecchiamento e di vivere in condizioni di salute più dignitose anche in età avanzata. Come detto sopra, non sappiamo quando ciò succederà se mai ciò avverrà ma le speranze che lascia intravedere questo esperimento sono di grande portata. La macchina del tempo non la abbiamo dunque ancora trovata, ma forse una piccola scorciatoia sì.
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