IIl biodiesel è un biocombustibile pensato per sostituire i combustibili fossili e ridurre così l’impatto ambientale
I combustibili fossili, noti come idrocarburi, rappresentano la principale fonte di energia del Pianeta. Essi distinguono in tre tipologie: il petrolio, il carbone ed i gas naturali (tra cui il metano). Gli idrocarburi, oltre ad essere responsabili di fenomeni ambientali quali piogge acide, effetto serra e surriscaldamento globale, sono fonti di energia non rinnovabili, destinati ad esaurirsi molto presto.
Per salvaguardare il pianeta, da anni, si punta all’utilizzo di energie rinnovabili. Ecologico e pulito, il biodiesel rispetta la natura. Il biodiesel è un combustibile ecologico di derivazione naturale. Per la sua produzione si ricorre ad oli vegetali, l’olio estratto dalle micro alghe è molto interessante per la produzione di biodiesel. Questi oli offrono la possibilità di ottenere un combustibile a basso livello inquinante e di alta qualità.
Organismi algali
Gli organismi algali sono distinti in macroalghe e microalghe. Tradizionalmente collocate nel Regno Protista, le alghe sono organismi eucarioti fotosintetici, prevalentemente acquatici, costituiti da un tallo. Le cellule riproduttive si formano in singole cellule specializzate e risultano diversificate. Esse possono presentare differenze nella struttura, nella composizione in pigmenti, nel contenuto genico dei cloroplasti, nella natura chimica delle sostanze di riserva accumulate, nei costituenti della parete cellulare e nelle modalità della divisione cellulare.
Le alghe sono organismi presenti sia nelle acque dolci che salate, possono essere divise a secondo del pigmento fotosintetico e della loro morfologia.
Macroalghe
Le macroalghe o alghe marine sono piante multicellulari che crescono fino a lunghezze di 60 m in acqua salata o dolce. Esse sono classificate in tre gruppi: alghe brune (Phaeophyceae), alghe rosse (Rhodophyceae) e alghe verdi (Cholophyta).
Le alghe usate nella produzione di biodiesel sono di solito alghe verdi acquatiche unicellulari. Nelle condizioni opportune, esse possono raddoppiare la loro biomassa in meno di 24 ore e hanno un enorme contenuto lipidico, frequentemente superiore al 50%.
Microalghe
Le microalghe sono organismi unicellulari fotosintetici che possono essere filamentosi o fitoplancton e crescere in acqua sia salata che dolce. Esse possono essere usate per la produzione di biocombustibili e sono classificate in quattro gruppi principali: diatomee (Bacillariophyceae), alghe verdi (Chlorophyta), alghe blu-verdi (Cyanophyceae) e alghe dorate (Chrysophyceae).
Le microalghe possono fornire diversi tipi di combustibili rinnovabili: il metano prodotto dalla digestione anaerobica della biomassa algale, il biodiesel ottenuto dai lipidi e il bioidrogeno prodotto fotobiologicamente. L’attenzione dei ricercatori è rivolta agli oli ottenuti dalle microalghe per una semplice ragione: tali microorganismi non necessitano di grandi spazi per riprodursi e dunque consentono di ottenere grandi quantità di oli per soddisfare la richiesta globale di combustibili. Questo fattore è molto importante poichè fa capire che la loro coltivazione non sottrae terre alla produzione agricola.
La produttività media annuale di biomassa microalgale, in un sistema di produzione ben progettato, è circa 1535 kg m^3 con un contenuto medio di olio pari al 30% del peso secco della biomassa. La resa di olio per ettaro è di circa 123 m^3 . Questo porta a una resa di biodiesel da microalghe di circa 98.4 m^3 per ettaro.
Biodiesel: prodotto a partire dalle microalghe
Dunque, le microalghe rappresentano una fonte rinnovabile di biodiesel in grado di andare incontro alla richiesta globale di combustibili senza concorrere con la produzione agricola. Molti ricercatori, invece, puntano sulla produzione di biodiesel a partire da oli esausti. Nel prossimo articolo tratteremo questo argomento.
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