Ellie è la storia di Milton, un orfano quattordicenne, erede di una famiglia decaduta. Ma è anche la storia di chi scrive questa storia, e Milton, alla luce delle incongruenze nella realtà che lo circonda, sta per scoprirlo. La recensione del romanzo di esordio di Alessandro Bozzi
TITOLO: Ellie. AUTORE: Alessandro Bozzi. GENERE: Fantastico. CASA EDITRICE: Autopubblicato, Amazon. ANNO DI PUBBLICAZIONE: 2019.
Prendete la teoria della simulazione, sempre più in voga, dai tempi di Matrix (una delle ispirazioni dichiarate di Bozzi), ai nuovi videogiochi di ruolo. Prendete poi un concetto assai più antico, quello dell’autoconsapevolezza dei personaggi all’interno di una storia, e del loro rapporto con il “creatore”, tema centrale, per esempio, del dramma Sei personaggi in cerca di autore. Ellie affronta tutto questo, dal punto di vista di un adolescente.
Milton vive con il proprio maggiordomo, Christopher, in una villa altrimenti vuota, avendo perso i genitori già da tempo. L’eredità della famiglia, i Valetson, editori, è agli sgoccioli, spesa perlopiù in tangenti per la scuola di Milton, che non è una cima negli studi.
Egli tuttavia è un giovane molto attento, e alcuni dettagli del mondo che lo circonda iniziano a fargli dubitare della realtà stessa. La mancanza di alcune “g” nelle parole scritte, un fatto di cronaca peculiare quanto ignorato dal resto degli abitanti del piccolo paese montano nel quale vive, frequenti cadute immotivate: Milton crede di stare impazzendo, ma la verità gli riserva sorprese incredibili. In questa recensione di Ellie, inizierete a scoprirle.
Chi è Ellie? | Recensione Ellie
Tra le stranezze notate da Milton, spicca il continuo rumore di tasti battuti che sente quando si trova a casa. Una volta escluso che sia il proprio maggiordomo, il giovane scopre che la fonte si trova in soffitta, un luogo dove gli era sempre stato proibito di andare.
Lassù scopre una macchina da scrivere Linea 22, che produce incessantemente le cronache della vita di Milton, che poi è il romanzo che abbiamo sottomano. Sotto i nostri occhi, Milton scopre di poter comunicare con la macchina scrivendo su di essa, la quale ha anche un bel caratterino, ed è lui a battezzarla “Ellie”.
Questo è solo il principio di una serie di scelte che sconvolgeranno la vita di Milton: infatti, come ci si può aspettare, scrivere sulla macchina influisce sulla realtà che lo circonda, portando a una serie di conseguenze a cui lui non era preparato. Ma, soprattutto, a segreti che riguardano direttamente lui e le persone a cui vuole bene, tra cui proprio Chris, il maggiordomo che è come un padre per lui.
Ellie sta raccontando una bella storia? | Recensione Ellie
L’iimpatto con i primi capitoli del romanzo è difficoltoso da digerire: il narratore onnisciente è molto presente, l’azione poca, luoghi e personaggi risultano eterei e indefiniti, privi di tratti descrittivi. Andando avanti e scoprendo il ruolo di Ellie all’interno della narrazione, tutto questo trova una giustificazione, e diventa anzi mezzo narrativo.
In sostanza, quelli che potrebbero essere errori attribuibili all’autore, in realtà potrebbero, e dovrebbero, essere attribuiti alla natura di Ellie, e alle azioni dei personaggi che la manipolano. In questo modo, i limiti di un autore esordiente possono essere celati: uno stratagemma intelligente da parte di Bozzi.
Detto questo, la prima parte del racconto, prima che Ellie si riveli, come accennato, fatica a decollare. La fiducia che il lettore, privo di certe informazioni, prosegua nella lettura di quello che fino a quel punto sembra semplicente un romanzo scarso, è forse malriposta. Le “stranezze” su cui Milton indaga, le “g” mancanti e l’atto blasfemo protagonista delle cronache di trent’anni fa, non sembrano essere sufficienti a catturare, da sole, l’attenzione. Peraltro, il quadro completo emerge solo nell’ultimissima parte del romanzo, cosicchè il dubbio su certi difetti di scrittura permane fino alla fine.
I temi sollevati nel romanzo sono comunque interessanti. Ci si ritrova a riflettere su quanto sia “reale” la realtà dei personaggi di una storia. In particolare, ci si confronta, nel modo più diretto, su cosa accade ad essi al di fuori di quello che è narrato per iscritto, e dopo che si è scritta la parola fine. Si tratta di spunti, ben inseriti nella narrazione senza interferire con essa. Inoltre, il romanzo cita anche curiosità interessanti del mondo dell’editoria e della letteratura, che contribuiscono ad enfatizzarne l’aspetto metanarrativo.
Concludendo…
Concludiamo questa recensione di Ellie. Con le sue quasi quattrocento pagine, Ellie si colloca nell’ambito delle letture di lunghezza media. Difficile valutarne il ritmo, poichè, nonostante la quantità di azione, il narratore onnisciente rimane presente a mitigarla lungo tutto il libro. Ci sono svariati colpi di scena, ma, dopo il ritrovamento di Ellie, buona parte di essi risultano un po’ telefonati.
Ci sono alcuni momenti azzeccati, in cui l’umanità dei protagonisti fa breccia nell’emotività del lettore. Purtroppo, in vari altri casi la narrazione risulta troppo ovattata e costretta nei suoi stessi limiti, per suscitare emozioni. Difficile soprattutto affezionarsi al protagonista.
Alessandro Bozzi è al suo esordio nella narrativa, e ha pubblicato grazie alla possibilità offerta da Amazon di farlo, senza intermediari. Peraltro, in Ellie si parla anche di autopubblicazione. Chi non può rinunciare al cartaceo troverà nel prezzo della versione fisica un ostacolo insormontabile. La versione digitale, invece, costa 9,99 euro, un prezzo più abbordabile, in linea con molte pubblicazioni simili, ma non con tutte.
Ellie è un romanzo che potrebbe stuzzicare l’interesse degli appassionati. L’idea di fondo non è nuova, ma può essere ancora esplorata. Ha qualcosa da offrire, ma per ottenerlo bisogna prepararsi a una lettura non sempre facile, e senza la garanzia di rimanere del tutto soddisfatti.
“La bellezza delle cose”, prosegue Chris, “è impercettibile
quando si vive con la paura. E com’è stato con il volo, è successo lo stesso anche con i suoi problemi con lo studio, giusto?”
Punti a favore
- Ellie è simpatica
- Temi che fanno riflettere
- Curiosità sul mondo dell'editoria e della narrativa
Punti a sfavore
- Prima parte molto lenta, successivamente migliora solo in parte
- Personaggi e luoghi vaghi; conoscerne la ragione non rende più piacevole la lettura
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