Fujifilm è uno dei produttori storici di fotocamere, con la serie X ha mostrato come sia possibile avere un sistema aps-C compatto ma molto prestante; in questa recensione andremo ad esaminare la Fujifilm X-H1, attuale top di gamma, ed unica macchina stabilizzata della serie X al momento in cui scriviamo
Siamo davanti ad una macchina che incarna il top del formato aps-C. Fujifilm non ha risparmiato su nulla nella progettazione di questo corpo macchina riuscendo ad offrire una fotocamera leggera, ma con un cuore prettamente professionale. Fujifilm X-H1 rappresenta la prima macchina fotografica della serie Fujifilm X ad offrire lo stabilizzatore, questo la rende perfetta in abbinamento alle ottiche fisse non stabilizzate che compongono la gamma Fujifilm. Per questa recensione abbiamo provato la Fujifilm X-H1 in abbinamento alle ottiche Fujifilm XF 90mm f/2 R LM WR e Fujifilm XF 23mm f/1.4 R.
Caratteristiche tecniche | Recensione Fujifilm X-H1
La Fujifilm X-H1 è una fotocamera mirrorless con sensore APS-C (1.5x) da 24.3 megapixels prodotta dal 2018. La gamma di sensibilità, inclusa estensione, è 100 – 51200 ISO e può scattare a raffica di 14 FPS x 27 RAW, 40 JPEG. Le specifiche nel dettaglio sono le seguenti:
- Sensore Formato: aps-C
- Risoluzione: 24.3 Mpx
- Sensibilità ISO: 100-51200 (inclusa estensione)
- Formati file: RAW, JPG
- Tempi di scatto: 30″- 1/32000
- Compensazione Esposizione: +/- 5 stop
- Modalità esposizione: M, S, A, P, Scena
- Tipi di esposimetro: Multi-Area, Semi-Spot, Spot
- Mount: Fujifilm X
- Stabilizzazione: Si
- Autofocus (n. aree AF): 325
- Live View: Si
- Anti-polvere: Si
- Modalità video: 4k @ 30fps
- WiFi: Si
- GPS: No
- USB: Si
- Touchscreen: Si
- Display: 3.0″, 720 x 480 pixels, articolato
- Mirino: Elettronico, copertura 100%, 0.75x, 1280 x 960 px
- Flash incorporato: no
- Memoria: SD, SDHC, SDXC (UHS-II) (doppio Slot)
- Otturatore: Meccanico ed Elettronico
- Batteria: Li-Ion. Fujifilm NP-W126S
Corpo macchina | Recensione Fujifilm X-H1
Fujifilm X-H1 è un corpo macchina professionale, che come tale, mette a disposizione tutti i comandi, o quasi, tramite delle apposite ghiere. Non è un corpo professionale qualsiasi in quanto la cura per i dettagli è davvero maniacale e, il piccolo display presente sul lato destro della fotocamera nè è la conferma. Appena presa in mano si avverte subito la sensazione di avere un prodotto di fascia premium, equipaggiando il battery grip se ne ha infine la conferma. Comodo, ben studiato e con tutti i comandi replicati. Il display principale è poi articolato in modo particolare, può ruotare verso l’altro e verso destra. In tal modo sarà possibile orientarlo correttamente indipendentemente dal tipo di scatto. Tutto ciò risulta estremamente comodo qualora si sia costretti a scattare senza l’ausilio del mirino.
Il touchscreen che è stato implementato in maniera molto efficiente dando mondo di accedere a dei comandi rapidi tramite gesture, quali ad esempio l’istogramma o la livella (tutto comunque personalizzabile), oppure tramite la pressione consente di mettere a fuoco o addirittura scattare una foto. La navigazione delle foto scattate poi beneficia ampiamente del touch per una gestione davvero rapida che prescinde dalla pressione di altri tasti. Questa implementazione del touch riesce a convincere e si dimostra molto efficiente. Ma passiamo oltre.
Fujifilm X-H1 è una fotocamera resistente a polvere, umidità e basse temperature. Il tutto con un corpo che, come evidenziato inizialmente, risulta essere più comodo dei modelli X-T2 e X-T3 sotto ogni punto di vista. Comodissima la disposizione delle ghiere in pieno stile Fujifilm. Superiormente trovano posto, oltre al display ben 4 ghiere. Le due superiori servono a gestire tempi ed ISO e possono essere bloccate e sbloccate all’occorrenza. Le ghiere inferiori invece servono alla gestione del tipo di area esposimetrica ed alla gestione delle modalità della fotocamera. Abbiamo trovato queste ghiere estremamente comode e soprattutto realizzate nel posto giusto: proprio dove avremmo sempre voluto trovarle. Se ciò non dovesse bastare sono poi disponibili altre due ghiere di tipo classico che consentono di scegliere gli altri parametri a seconda di come imposterete la macchina.
Questo si unisce alla scelta dei diaframmi sugli obiettivi, rendendo il sistema molto rapido e funzionale da usare. Se ciò non dovesse bastare le due ghiere appena citate se premute di comportano come un tasto extra che può anche essere personalizzato con la funzione che più vi aggrada. Sempre su questa falsariga segnaliamo la possibilità di illuminare il display a spalla: utile davvero in tantissime occasioni. Su questo display del resto è possibile leggere praticamente tutte le opzioni di cui potremmo mai avere bisogno durante una sessione fotografica. Continuando a parlare di comandi possiamo notare come la parte posteriore sia in realtà molto classica e proprio per questo estremamente funzionale. Tutti i comandi sono proprio dove ci aspetteremmo di trovarli. Il grip è semplicemente perfetto: uno dei migliori di sempre. Il joystick, presente sia sul corpo sia sul grip, è semplicemente comodo in ogni situazione: indipendentemente da come impugnerete la fotocamera lo troverete al posto giusto.
Frontalmente abbiamo a disposizione il selettore della modalità di messa a fuoco, con una porta PC Sync per i flash da studio ed un tasto personalizzabile che noi abbiamo assegnato alla gestione dello stabilizzatore. Oltre a questi pulsanti e porte sono presenti, sempre sul frontale la luce ausiliare di messa a fuoco e il pulsante di sgancio ottica. Sul lato destro trovano posto gli Slot per le SD che sono due (e ovviamente possiamo scegliere cosa salvare nelle schede direttamente da menù), mentre sul lato sinistro sono presenti diverse porte. Sul lato sinistro, senza grip, abbiamo a disposizione una porta USB 3.0, porta micro HDMI di tipo B, Jack per il microfono e Jack per lo scatto remoto. Aggiungendo il grip (che vi consigliamo caldamente di acquistare direttamente con la fotocamera) avremo a disposizione anche un’uscita per le cuffie ed un connettore per l’alimentazione di rete (ottimo per l’uso in studio). All’interno del grip trovano posto altre due batterie per un totale di ben 3 batterie: sufficienti a sessioni di scatto molto lunghe per un totale di circa 1000-1200 scatti. Oltre a ciò il grip riesce ad abilitare una modalità boost che accelera il tempo di scatto continuo per velocità, frame rate, migliorando il tempo di risposta della fotocamera e minimizzando il tempo minimo di blackout: davvero niente male.
Da segnalare la grande qualità del tasto di scatto che, su Fujifilm X-H1 è davvero al top. La fotocamera è chiaramente ottimizzata per l’uso con AF-ON, e infatti scindendo messa a fuoco da scatto vero e proprio riusciamo ad effettuare le raffiche in maniera estremamente comoda. Molto utile il collegamento via Bluetooth e Wi-Fi Direct che consente alla fotocamera di connettersi al telefono e di essere gestita da quest’ultimo oltre che l’invio rapido allo smartphone delle foto. In sunto il corpo macchina di Fujifilm X-H1 è davvero da top della categoria e convince sotto ogni aspetto.
Lo stabilizzatore | Recensione Fujifilm X-H1
Novità assoluta di questa fotocamera nella serie Fujifilm X, lo stabilizzatore è applicato direttamente sul sensore. Il sensore vi ricordiamo essere un 24,3 megapixel X-Trans CMOS Sensor III senza filtro passa-basso in accoppiata con il processore d’immagine X-Processor Pro. La stabilizzazione integrata dell’immagine (IBIS) applicata sul sensore lavora su 5 assi garantendo una costante correzione di rollio, beccheggio, imbardata, spostamento orizzontale, spostamento verticale. Il tutto lavora in combinazione con degli accellerometri e dei giroscopio. Questo sistema garantisce secondo la casa una stabilizzazione di ben 5.5 stop. Abbiamo avuto modo di verificare sul campo che, effettivamente, queste premesse sono rispettate. Il mosso nelle foto non è mai colpa di X-H1 quanto di movimenti del soggetto nel caso di tempi non sufficienti a congelare lo stesso.
Sistema di messa a fuoco e otturatore | Recensione Fujifilm X-H1
L’autofocus a bordo di X-H1 risulta essere una versione migliorata di quanto visto su X-T2. Abbiamo ben 325 punti di messa a fuoco che, grazie all’evoluzione del software di gestione ed il potenziamento al processore che gestisce la messa a fuoco, si rivelano essere molto rapidi e precisi. Questa fotocamera lavora bene in AF-S, ma riesce a dare il meglio di se in AF-C. In questa modalità avremo a disposizione 5 preset già configurati ed un profilo personalizzabile. I parametri su cui tali preset si basano sono 3:
- sensibilità: modifica la sensibilità della fotocamera al monitoraggio e/o blocco rispetto ad un soggetto
- velocità di tracciamento: stabilisce la sensibilità alle accelerazioni e decelerazioni del soggetto
- cambio area AF: stabilisce se il sistema deve seguire o ignorare i soggetti che si spostano fuori dall’area di messa a fuoco
Copertura Aree Messa a fuoco X-H1
Questo sistema di messa a fuoco, molto efficiente sulla carta, risulta molto prestante anche nell’utilizzo reale previa presa di confidenza con lo stesso. Altra caratteristica interessante di questa fotocamera è sicuramente la presenza del doppio otturatore meccanico più elettronico. Le modalità di funzionamento sono diverse, le riassumiamo di seguito:
- Otturatore meccanico
- Otturatore elettronico
- Prima tendina a comando elettronico
- Otturatore meccanico + elettronico
- Otturatore meccanico + Prima tendina a comando elettronico
La modalità che vi consigliamo di usare è “Otturatore meccanico + elettronico” in modo da utilizzare l’otturatore meccanico per i tempi più “lunghi” e quello elettronico per i tempi più corti di 1/8000 ed avere cosi tutti i vantaggi in termini di funzionalità offerte.
Funzionalità video | Recensione Fujifilm X-H1
Fujifilm X-H1 è la prima fotocamera della serie X ad avere una parte video molto solida che non teme la concorrenza in nulla. Prima di iniziare vediamo le specifiche video della fotocamera:
- 4K Cinema (4096×2160) 24/23,98p – 50/100/200Mbps
- 4K (3840×2160) 29.97/25/24/23.98p – 50/100/200Mbps
- Full HD Cinema (2048×1080) 59.94/50/29.97/25/24/23.98p – 50/100Mbps
- Full HD (1920×1080) 59.94/50/29.97/25/24/23.98p – 50/100Mbps
- Full HD (1920×1080) High Speed Recording (2x, 4x, 5x) 120/100p – 200Mbps
- HD (1280×720) 59.94/50/29.97/25/24/23.98p – 50Mbps
- F-Log registrabile all’interno della scheda SD
- Gamma dinamica fino al 400% (circa 12 f-stop)
- Face Detection disponibile anche per il video 4K
- Microfono di alta qualità (24 bit/48 kHz)
Questo comparto video si accompagna poi con la simulazione film ETERNA (splendida nei video). Questa particolare simulazione, espressamente pensata per i video restituisce un file estremamente lavorabile ed è stata la nostra scelta preferita all’interno del test da noi svolto. Lo stabilizzatore nei video riesce a svolgere bene il suo lavoro non raggiungendo però, ovviamente, l’efficacia che uno stabilizzatore esterno può offrire. Risulta comunque estremamente comodo in tantissime occasioni. Il file F-log è invece adatto a riprese che necessitano del massimo in termini di gamma dinamica. Registreremo un file estremamente piatto che potrà essere poi una valida base per qualunque tipo di post produzione.
Nei giorni passati abbiamo pubblicato un video riassuntivo del risultato dei nostri test video. Abbiamo effettuato un piccolo progetto video che è semplicemente un time lapse che va a raccogliere gran parte delle location che abbiamo visitato assieme a X-H1 durante i nostri test. Dallo stesso potrete farvi un’idea della qualità offerta dalla fotocamera in 4K (3840×2160) 23.98p 200Mbps, a nostro avviso la massima espressione delle prestazioni che la fotocamera può offrire in video. Piccola chicca, il video che abbiamo registrato in occasione della presentazione di GFX 100 è interamente registrato con X-H1, vi lasciamo lo stesso qui sotto:
Potete notare come, in entrambi i video, la qualità d’immagine sia elevatissima. In ogni condizione Fujifilm X-H1 si è dimostrata essere estremamente affidabile. La stabilizzazione nei video si è rivelata incredibile: le scene a mano libera somigliano molto a quanto avremmo ottenuto con una stabilizzazione esterna del corpo.
Analisi tecnica IQ | Recensione Fujifilm X-H1
Il formato aps-C è attualmente quello più utilizzato dai fotografi dotati di fotocamere ad ottica intercambiabile. Le due criticità di questo formato, rispetto al Full Frame ed al Medio Formato, sono la resa ad alti ISO e l’incidenza della diffrazione nelle foto. Sappiamo che Fujifilm è spesso scelta da molti professionisti proprio per la sua capacità, grazie alla particolare gestione del filtro di lettura colore (denominato X-Trans), di sopperire a questi due limiti. Ci siamo chiesti se questa fosse solamente un’impressione oppure se tutto ciò fosse verificabile numericamente.
Facciamo un passo indietro. In merito al rumore digitale sappiamo che lo stesso è dovuto a diversi fattori e cioè: tecnologia del sensore e dimensione dei fotositi. Per cui più un sensore è denso (quindi con una risoluzione per unità di superficie alta) più rumore ci aspettiamo. Analogamente a ciò col migliorare della tecnologia, dei processori d’immagine etc, si riesce ad avere un controllo migliore sul rumore generato dal sensore. La diffrazione è invece un fenomeno di natura differente. Vi basti sapere che la diffrazione riduce la qualità complessiva d’immagine a diaframmi chiusi. Per compensare questo fenomeno serve sviluppare ottiche molto risolventi a diaframmi chiusi in modo da compensare la diffrazione con la miglior capacità dell’ottica di fornire informazione al sensore. Oltre a quanto detto sopra ci siamo chiesti quale effetto ha lo stabilizzatore sulla quantità d’informazione raccolta. In sunto le domande che ci siamo posti sono le seguenti:
- Il fenomeno della diffrazione, nella situazione più critica possibile (una superficie 2D ad una distanza pari a 2 volte la focale) da che diaframma limita le prestazioni del sistema?
- Che influenza ha lo stabilizzatore sulla qualità d’immagine?
- Come varia si comporta il sensore, dal punto di vista del rumore, al variare degli ISO?
Per rispondere alle prime due domande abbiamo svolto una serie di analisi tramite il software RawDigger. RawDigger è fondamentalmente un tools per l’analisi, la visualizzazione e lo studio dei dati grezzi contenuti nel RAW. Con questo tools abbiamo fatto riferimento alla quantità d’informazione raccolta dal sensore in ogni canale di colore per valutare le prestazioni del sensore. Andiamo quindi con ordine.
Per studiare il fenomeno della diffrazione abbiamo effettuato una serie di scatti inquadrando una situazione in cui fosse minimo il vantaggio dell’incremento della profondità di campo sulla scena stessa. Abbiamo utilizzato entrambe le ottiche fornitaci la Fujifilm XF 90mm f/2 R LM WR e la Fujifilm XF 23mm f/1.4 R. Ci siamo messi su treppiede e abbiamo effettualo la messa a fuoco sul soggetto della prova (una superficie 2D ad una distanza pari a 2 volte la focale) ad ISO base, facendo attenzione ad evitare fenomeni di micromosso, disattivando lo stabilizzatore e attivando l’autoscatto dopo 10 secondi. Abbiamo sempre i values di RawDigger per avere un’indicazione delle prestazioni del sistema sensore/ottica, il risultato lo abbiamo quindi riassunto in una tabella.
Andamento dei valori per singolo canale al variare di F. R = Canale Rosso, G = Canale Verde, B = Canale Blu.
Ma cosa si evince da questi dati? Partiamo dal Fujifilm XF 90mm f/2 R LM WR. Possiamo notare come lo stesso sia già a f/2 in grado di offrire ottime prestazioni. Chiudendo il diaframma la resa migliora progressivamente toccando il massimo a f/5.6. Quel che risulta è una resa da f/2 a f/11 costante, quindi questa particolare ottica non soffre di diffrazione, o meglio riesce a compensarla bene cedendo il passo solo ad f/16. Possiamo considerare il Fujifilm XF 90mm f/2 R LM WR come un’ottica davvero di qualità alla luce di questi valori. Passiamo invece al Fujifilm XF 23mm f/1.4 R. Il comportamento di quest’ottica risulta essere in linea con il 90 f/2. Riscontriamo prestazioni inferiori a f/1.4, e poi una resa pressoché costante fino a f/16 con il massimo che si registra ad f/4. Tale ottica compensa bene il fenomeno della diffrazione a tutti i diaframmi. Rispondendo alla domanda iniziale, le ottiche Fujifilm sono studiate per non essere “Diffraction Limited”, per cui si possono praticamente utilizzare a qualunque diaframma senza problemi di sorta.
A questo punto abbiamo studiato l’impatto sulla qualità d’immagine dello stabilizzatore. Abbiamo scattato 4 fotografie inquadrando una scena diurna ad ISO base (200 ISO) facendo attenzione a variare il meno possibile l’inquadratura della foto stessa. La prima foto la abbiamo scattata a mano libera, la seconda su treppiede. Poi abbiamo attivato la stabilizzazione e abbiamo effettuato nuovamente la posa a mano libera e la posa su treppiede.
Scatto a mano libera senza Stabilizzatore
Scatto su treppiede senza Stabilizzatore
Scatto a mano libera con Stabilizzatore
Scatto su treppiede con stabilizzatore
Da questi dati abbiamo potuto notare come lo stabilizzatore non abbia un effetto positivo sulla quantità d’informazione raccolta per tempi più brevi di quello di sicurezza (a patto avere una mano ferma come la nostra). Su treppiedi lo stesso risulta essere nocivo rispetto alla quantità di dati raccolta. La situazione cambia per tempi più lunghi, e cioè pari al tempo di sicurezza o più lunghi. In quei contesti l’avere inserito lo stabilizzatore fornisce un’immagine ferma a dispetto di una che, viceversa sarebbe mossa (e quindi con values molto più bassi). In conclusione, la presenza dello stabilizzatore aiuta il fotografo ad ottenere scatti privi di micromosso, ma al contempo lo stesso va usato con diligenza e disinserito per tempi corti in modo da avere il massimo della qualità d’immagine in ogni frangente. La differenza fra stabilizzatore inserito e stabilizzatore spento, per tempi corti è davvero infima, misurabile solo strumentalmente e v. Per cui, salvo utilizzo su treppiede, potreste pensare di lasciare lo stesso sempre acceso.
In merito alla resa a differenti ISO abbiamo pensato di fornirvi direttamente dei RAW di prova. Nelle foto abbiamo scelto un diaframma f/5.6, messo la macchina su treppiede e scattato aumentando o diminuendo i tempi per mantenere l’illuminazione sempre costante. Ci siamo limitati al range nativo delle sensibilità della macchina. Trovate i files qui. Di seguito invece un’immagine riassuntiva di quello che è il risultato su diversi ingrandimenti al 100% della stessa zona.
Dal nostro punto di vista nel range nativo il rumore non è mai eccessivo e la macchina resta sempre perfettamente fruibile sia su schermo sia su stampa. Possiamo ritenerci estremamente soddisfatti dalle prestazioni offerte da questa macchina nei nostri test numerici. Andiamo ora a vedere che riscontro abbiamo sul campo di tali dati.
Prova sul campo | Recensione Fujifilm X-H1
Dopo aver studiato per qualche giorno la macchina e aver preso confidenza con tutte le funzionalità della stessa abbiamo organizzato una lunga serie di test improntata a diversi generi fotografici. In questa prova abbiamo raggiunto location diverse e testato la macchina in ogni condizione. Vi esporremo tutto riferendoci ai generi in cui abbiamo testato la Fujifilm X-H1 in questa recensione. Nel particolare abbiamo affrontato questi generi:
- Paesaggio naturale e urbano
- Street e Reportage
- Still Life
- Ritratto
Aver utilizzato la fotocamera sul campo in generi così diversi fra loro ci ha aiutato a comprendere a fondo il comportamento della stessa ed individuare i punti di forza e debolezza che abbiamo esposto mano a mano nel corso di questa recensione. Prima di scendere nei dettagli dei singoli generi vogliamo soffermaci su come abbiamo post prodotto gli scatti.
Sviluppo con Capture One | Recensione Fujifilm X-H1
Per lo sviluppo dei RAW abbiamo utilizzato l’ultima versione di Capture One disponibile nel momento in cui scriviamo la recensione, la 12.1. Non abbiamo effettuato una post produzione eccessivamente pesante, salvo dove indicato, ci siamo limitati ad un utilizzo molto basilare delle potenzialità di Capture One per fornire dei risultati facilmente replicabili da chiunque. Con uno sviluppo più accurato dei RAW sarà possibile ottenere dei risultati migliori. Proprio per tale ragione vi lasciamo a disposizione i RAW delle foto che allegheremo a questa recensione in modo che ognuno di voi possa farsi un’idea della lavorabilità degli stessi. In merito alla piattaforma di sviluppo, abbiamo utilizzato il seguente hardware:
- Cpu: AMD 2950X
- Ram: 64gb DDR4
- Scheda madre: MSI X399 MEG Creator
- Scheda video: GTX 1080
- Monitor: Asus Pro Art PA248Q (2 monitor)
- Calibratore monitor: X-rite i1 Display Pro
Segnaliamo che il software Capture One lavora in modo perfetto in RAW Fujifilm senza soffrire di nessuna delle problematiche di cui erano pieni i forum fino a qualche anno fa. I RAF risultano essere sempre lavorabili salvo vistosi errori di esposizione (ombre o luci persi) effettuati direttamente in fase di scatto per imperizia del fotografo. Il software poi riesce ad essere, come da abitudine di Capture One sempre veloce e reattivo e con un’interfaccia altamente personalizzabile. All’interno dello stesso sono presenti tutte le calibrazioni di colore che la fotocamera consente di scegliere in fase di scatto e, inoltre, le impostazioni con cui avevamo scattato la foto vengono conservate all’apertura del file. Il lavoro svolto da Fujifilm in collaborazione con Phase One risulta essere perfetto, rendendo Capture One la scelta ideale per sviluppare i RAF.
Fotografia di paesaggio | Recensione Fujifilm X-H1
La fotografia di paesaggio è uno dei generi più impegnativi per il sensore ed uno dei più vasti in quanto a possibilità creative. Noi abbiamo avuto a disposizione il 23 ed il 90 in questo genere e abbiamo adattato di conseguenza i nostri scatti. Avremmo potuto richiedere anche altre ottiche, ma ci siamo limitati a questo duetto per avere un sistema leggero che poteva accompagnarsi all’interno degli spostamenti che ci siamo trovati a fare durante la nostra prova.
Chiaramente con un sistema cosi leggero non abbiamo mai avuto nessuna difficoltà a portare con noi l’attrezzatura nemmeno nei posti più complessi da raggiungere. Nelle uscite di paesaggio abbiamo lasciato a casa il vertical grip in quanto non necessario al tipo di scatti che avevamo in mentre. Vi lasciamo di seguito qualche scatto significativo.
Abbiamo con molto piacere riscontrato una qualità di immagine senza precedenti per una fotocamera aps-C, con colori molto belli. Siamo stati quasi tentati di scattare solo in JPG. Abbiamo quindi deciso di metterci in una condizione di luce ancora più complessa ed andare a scattare controluce al tramonto.
Anche in questo caso siamo riusciti a portare a casa scatti degni noti. Abbiamo tuttavia riscontrato qualche difficoltà poiché la situazione sul campo era davvero estrema e ci ha portato a dover valutare attentamente l’esposizione prima di ogni scatto. L’ultima prova che abbiamo effettuato nella fotografia di paesaggio riguarda la fotografia notturna con lunghe esposizioni e luci spesso complesse da gestire.
Anche in questa occasione, a patto di porre particolare attenzione nell’esposizione, siamo riusciti a portare a casa risultati degni di nota. In sunto ci riteniamo soddisfatti delle prestazioni della macchina in questo genere fotografico. La messa a fuoco manuale, utilizzata per la maggioranza degli scatti qui proposti, si è dimostrata di facile gestione grazie al focus peack ed all’ottima implementazione dello zoom sul punto di messa a fuoco.
Fotografia Street e Reportage | Recensione Fujifilm X-H1
La fotografia street è a nostro modo di vedere quella in cui, un corpo del genere, riesce a dare il meglio di sé. Abbiamo effettuato diverse uscite street in condizione di luce differente ogni volta. In questo genere abbiamo preferito il Fujifilm XF 23mm f/1.4 R in virtù della focale più indicata per la tipologia di scatti più frequenti in questo genere. Nel nostro vagare abbiamo inizialmente riscontrato qualche problema con il sistema di messa a fuoco in contesti molto dinamici, problemi che però abbiamo risolto andando a ricercare le giuste impostazioni dello stesso. Il sistema di messa a fuoco si presenta quindi come complesso da gestire, ma in grado di regalare diverse soddisfazioni: tutta questione di prenderci la mano e conoscerlo al meglio. Di seguito vi mostriamo qualche scatto significativo ottenuto in queste uscite, nel particolare in merito alla sessione di street svoltasi a Milano.
Abbiamo apprezzato tantissimo le caratteristiche offerte dal corpo macchina, in particolar modo la disposizione dei comandi fisici su corpo e il vertical grip. Oltre a ciò abbiamo utilizzato la fotocamera in contesti particolari grazie allo scatto silenzioso di questa macchina che, anche con l’otturatore meccanico, risulta praticamente inudibile anche nel silenzio di una chiesa. L’otturatore elettronico riesce ad essere una valida alternativa ai filtri ND in tutte quelle condizioni in cui fa comodo scattare a diaframmi molto aperti anche in piena luce. La resa di questa macchina, unita all’ottimo 23mm, ci ha lasciati davvero a bocca aperta!
Fotografia Still Life | Recensione Fujifilm X-H1
Nella fotografia Still Life il sensore è messo spesso a dura prova a causa delle caratteristiche dei soggetti. Di solito per questo tipo di fotografia utilizziamo corpi dotati di sensori più grandi. Questa Fujifilm X-H1 ci ha però fatto ricredere sulle possibilità di un corpo aps-C in questo ambito. Difatti sia grazie al display articolato in due direzioni (che ci ha fatto lavorare sempre in tutta comodità), sia grazie alle ottime caratteristiche del sensore, siamo riusciti ad ottenere con facilità scatti tecnicamente perfetti. Ve ne mostriamo alcuni che abbiamo effettuato appositamente in modo da lasciarvi il RAW.
I risultati sono perfettamente in linea con quello che avremmo ottenuto con una fotocamera Full Frame, il che è davvero sorprendente. Fujifilm ha svolto davvero un ottimo lavoro in questo ambito e, per i soggetti cui scattiamo di solito, il Fujifilm XF 90mm f/2 R LM WR si è rivelato essere ancora una volta un’ottima lente priva di difetti.
Fotografia di Ritratto | Recensione Fujifilm X-H1
Il genere ritratto è uno dei generi più impegnativi per i vari sistemi. Molti scelgono un sistema rispetto ad un altro proprio in virtù della resa sull’incarnato e delle caratteristiche dello sfocato offerte dagli obiettivi. Noi abbiamo effettuato uno shooting in esterno con la nostra Fujifilm X-H1 in abbinamento alle due ottiche Fujifilm XF 90mm f/2 R LM WR e Fujifilm XF 23mm f/1.4 R. Vi mostriamo una serie di tre scatti ottenuta con le stesse che a nostro avviso sappresentano gli utilizzi più critici per le due ottiche in questo genere.
Possiamo notare come le fotografie siano estremamente gradevoli e presentino un passaggio graduale da zona a fuoco a zona fuori fuoco, indice dell’estrema cura di Fujifilm nel realizzare le sue ottiche. Da notare la tenuta del file rispetto a post molto aggressive. Ci teniamo a sottolineare un aspetto che non si può però evincere solo dalle foto: l’esperienza di utilizzo della fotocamera in questo frangente. Abbiamo utilizzato sia la modalità single shot, sia la modalità raffica con af-C e riconoscimento volto, in tal modo abbiamo detto alla modella di muoversi normalmente mentre la fotocamera seguiva i suoi movimenti in modo perfetto. Grazie allo schermo articolato ed al vertical grip siamo riusciti a scattare anche da posizioni che di norma sono scomode in tutta comodità orientando lo schermo di consenguenza. Ce ne eravamo accorti già dal primo momento di come questa Fujifilm X-H1 fosse curata dal punto di vista ergonomico ed infatti ne abbiamo avuto conferma anche sul campo.
I recuperi del sensore | Recensione Fujifilm X-H1
Di solito i sensori di tipo aps-C non offrono recuperi incredibili ed anzi, spesso i recuperi offerti sono sottotono e tendono a creare del banding. Non è questo il caso. Fujifilm X-H1 riesce a recuperare molto bene sia le luci, sia le ombre mostrandosi tuttavia molto più prestante nel recupero di quest’ultime. Se in una foto le luci non sono perse sarà sempre possibile ottenere una buona foto agendo sui parametri corretti e lavorando sul recupero dei toni scuri. Sul campo abbiamo a disposizione una preview dell’istogramma esposimetrico che va ad indicare quello che è registrato nel RAW non quello che sarebbe un output da JPG come invece avviene su macchine della concorrenza. Di seguito qualche esempio di recupero.
Come potete notare dalle immagini i recuperi sono più che buoni, sicuramente sopra la media delle fotocamere aps-C. Questo rende la Fujifilm X-H1 un ottimo prodotto da ogni punto di vista. Trovate i RAW, ed i JPG a piena risoluzione a questo link.
Galleria foto varie | Recensione Fujifilm X-H1
Di seguito una serie di foto che racconta in parte la varietà di luoghi che abbiamo visitato durante la nostra prova. Si tratta sempre di scatti lavorati poco/nulla. Un lavoro più accurato in post produzione avrebbe sicuramente fornito risultati migliori visto l’ampio margine di lavorabilità del RAW.
Il top fra le aps-C
Dopo aver testato a lungo la Fujifilm X-H1 siamo arrivati in coda a questa recensione. Siamo davanti ad una macchina fotografica molto prestate su ogni fronte. Fotografia e video sono al top del settore, rendendo la Fujifilm X-H1 una validissima tuttofare adatta davvero ad ogni occasione. Con questo corpo si può tranquillamente affrontare ogni genere fotografico ed ogni tipo di ripresa video avendo la certezza di portare a casa un risultato di qualità. Non si tratta di una macchina per tutti, è una macchina che va studiata e compresa per poter tirare fuori il meglio.
A chi avrà voglia di perdere un (bel) po’ di tempo per capire ogni aspetto, ogni menù ogni funzionalità Fujifilm X-H1 regalerà solo soddisfazioni. A chi invece si fermerà alle apparenze risulterà come una macchina troppo complessa. Questione di esigenze. Noi ve ne consigliamo caldamente l’acquisto se state cercando un prodotto che possa accompagnarvi in ogni occasione rappresentando ad oggi il meglio che il formato aps-C ha da offrire. Fujifilm ha svolto un lavoro impeccabile con questa macchina, e i pochi difetti presenti sono davvero trascurabili rispetto alla strepitosa offerta di questa macchina.
- In KIT con Vertical Power Booster VPB-XH1 (comprese 3 batterie NP-W126S)
Nessun prodotto trovato.
- Schema ottico: 11 elementi in 8 gruppi (incluse 3 lenti a bassissima dispersione)
Punti a favore
- Corpo macchina
- Impugnatura
- Prezzo
- Peso
- Gamma obiettivi
- Integrazione con Capture One
- Gestione colori
- Gestione video
- AF molto personalizzabile
Punti a sfavore
- Lievi incertezze in AF-S
- Ergonomia senza Battery-grip
Lascia un commento