Cobra Kai: The Karate Kid Saga Continues vi riporta ai gloriosi fasti dell’All Valley Tournament e dei beat ’em-up, scopritelo in questa nostra recensione
La faida tra Daniel LaRusso e Johnny Lawrence non è mai finita. L’allievo del Maestro Miyagi e quello di John Kreese si battono ancora una volta a colpi di karate sulle console in Cobra Kai: The Karate Kid Saga Continues, di cui state leggendo la recensione. Siamo stati in compagnia di questo beat em-up per diverse ore e il titolo ci ha intrattenuti lasciandoci però spesso però poco sazi e un po’ perplessi.
L’appeal confuso e il fanservice fin troppo tiepido, hanno un po’ fiaccato il calcio della gru che avevamo in canna e non vedevamo l’ora di lanciare. Occhio però: sarebbe poco obiettivo parlare della nuova parentesi videoludica di Daniel-San in termini di totale buco nell’acqua. Scoprite il perché nelle prossime righe.
Il nirvana della scazzottata
Cercare di sintetizzare ciò che ha rappresentato Karate Kid per la generazione Y, cresciuta nei funkeggianti anni Ottanta, implicherebbe in sostanza cogliere in una manciata di righe l’essenza di quello che è stato essenzialmente uno dei più grandi fenomeni Pop di sempre. Arduo se non impossibile.
Se citazioni del calibro di “Dai la cera, togli la cera” e “Ti schiacciano come uva” vi hanno assillato da tempo immemore lo dobbiamo a questa saga cinematografica. La stessa saga ha avuto il merito di estendere a dismisura il pubblico dei gloriosi film sul Karate di Bruce Lee e far esplodere questa stessa disciplina marziale in Occidente. Insomma, Karate Kid è un vero pezzo da novanta dell’immaginario popolare. Questo YouTube e Netflix lo sapevano fin troppo bene: il primo ha messo su un’intera serie sequel che sa spudoratamente di tributo all’originale, il secondo ha acquistato i diritti della suddetta serie, Cobra Kai.
Cobra Kai: The Karate Kid Saga Continues è invece il titolo del gioco di cui vi parliamo in questa recensione. Quest’ultimo essenzialmente parte da quanto visto nella serie TV e fa del suo meglio per cercare di far dimenticare i precedenti videoludici di Karate Kid. La storia degli adattamenti della saga cinematografica vanta per l’appunto alcune dimenticabili voci quali The Karate Kid per NES del 1987, un gioco nato dall’unico intento di mungere un po’ l’oceanica fanbase che all’epoca l’IP aveva.
Il titolo uscito invece lo scorso 27 ottobre, sviluppato dalla brasiliana Flux Game Studio e pubblicato da GameMill Entertainment, parla essenzialmente di nostalgia. Una nostalgia lacerante non tanto di Karate Kid ma di quel genere videoludico che una volta garantiva puntualmente ai cabinati arcade una sonora indigestione di gettoni: il beat ’em-up. La nuova incarnazione videoludica del fenomeno Karate Kid sembra un po’ il frutto di un’illegittima unione tra Double Dragon e Streets of Rage. Deve pertanto accontentarsi di vivacchiare a centinaia di spanne sotto il livello di tali nirvana della scazzottata.Â
L’optional – Recensione Cobra Kai The Karate Kid Saga Continues
Sono trascorsi ben 34 anni da quando Daniel LaRusso si è fregiato del titolo di campione dell’All Valley Karate Tournament. Daniel-San, lasciatosi alle spalle il ragazzino di una volta, ha fondato il Miyagi-Do in memoria del sensei a cui deve ogni momento di gloria vissuto. L’istituto frequentato da Sam, figlia di Daniel è tristemente segnato negli ultimi tempi dagli scontri tra i seguaci del Miyagi-Do e quelli del temibile Cobra-Kai, il dojo di Johnny Lawrence, eterno rivale di Daniel-San. La visione dei due esperti di arti marziali è diametralmente opposta dato che per Lawrence il karate è essenzialmente mezzo di offesa mentre per LaRusso esso è esclusivamente sinonimo di legittima difesa.Â
Nel corso della campagna vi troverete intenti a cercare di fare luce su alcuni misteriosi eventi che porteranno a far collidere Daniel e Johnny e i rispettivi adepti. In Cobra Kai: The Karate Kid Saga Continues, Flux Game Studio ha cercato di proporre una componente narrativa dal duplice richiamo, lo vedremo a breve nel corso di questa recensione.Â
Da una parte la software house ha studiato un intreccio inedito che muove i passi da quanto visto nella serie TV. Dall’altra, Flux vi offre la possibilità di giocare l’arco narrativa dalla doppia prospettiva degli allievi del Miyagi-Do e di quelli del Cobra-Kai. Nell’una e nell’altra ipotesi i colpi di scena e i picchi narrativi si rivelano sporadiche eccezioni di una vicenda piuttosto piatta e prevedibile.
Non va giù il fatto poi che gli sprazzi di intreccio siano rarissimi e telefonati. Ogni tanto avrete un intermezzo di una quindicina di secondi con qualche dialogo mentre su schermo si susseguono artwork in 2D. Naturale che in questo tipo di giochi il comparto narrativo sia una specie di sfondo lontano ma qui lo stesso ci è sembrato perfino un optional skippabile in toto.
Se non premi quadrato ti schiacciano come uva – Recensione Cobra Kai The Karate Kid Saga Continues
Come vedremo in questa recensione, con Cobra Kai: The Karate Kid Saga Continues, Game Flux ha puntato ad una trasposizione cartoonesca dell’universo di Karate Kid. Al cartoonesco si è unito poi il fantasy. Quindi, sì, gli allievi del Cobra Kai lanciano fiammate dagli arti e quelli del Miyagi-Do creano banchi di ghiaccio dal nulla. Si è cercato in questo improbabile modo il guizzo di originalità in un beat ’em-up per certi versi molto tradizionale.
Avrete in sostanza la possibilità di girare in lungo in largo vari livelli a scorrimento laterale con un team composto da 4 membri che recluterete nel corso delle varie scorribande. Vi farete largo macinando il tasto quadrato del DualShock 4 e X del controller Xbox. Su questo si regge infatti il 70% delle combo eseguibili nel gioco. Con i dorsali innescherete invece gli attacchi speciali. Alcuni sono esclusivi di ogni singolo personaggio altri invece sono comuni a tutti gli allievi di uno specifico dojo.
Due chicche danno un po’ di brio al tutto: la parata e l’interazione (minima) con l’ambiente di gioco. Eseguendo la prima con buon tempismo potrete triggerare una presa immediata e mandare in orbita gli avversari. La seconda prevede invece che in corrispondenza di alcuni specifici punti, con la pressione di un dorsale, potrete schiantare i villain contro auto parcheggiate, bidoni dell’immondizia e così via creando un bel po’ di disturbo alla quiete cittadina. Avrete poi la possibilità di raccogliere mazze da baseball, bottiglie e lattine quà e là per fare danni extra. Potrete anche ristorare gli HP di un alleato K.O. mettendo a segno una combo particolarmente riuscita. Nulla di trascendentale, ma questi spunti saranno boccate d’aria in un gameplay di per sé poco ispirato.Â
Fortunatamente, fin dalle prime battute avrete la possibilità di far scendere in campo un secondo karateka armato di controller a spalleggiarvi in cooperativa. Non abbiamo avuto la possibilità di provare questa feature ma si tratta probabilmente del rimedio più efficace ai suddetti bui frangenti di gameplay.
Il calcio della gru è solo l’antipasto – Recensione Cobra Kai The Karate Kid Saga Continues
Perché all’inizio della recensione si è detto che Cobra Kai: The Karate Kid Saga Continues non è un totale buco nell’acqua? Beh perché a fare da contraltare a cotanto inflazionato gameplay da beat ’em up c’è un sistema di progressione piuttosto interessante e inedito in questo tipo di titoli. I duri allenamenti di Daniel-san e compagnia sono stati trasposti videoludicamente in vari skill tree. Accumulando gettoni sottratti controvoglia ai villain sparsi per i livelli potrete sbloccare nuove abilità per ogni singolo adepto della vostra fazione.
Le skill si dividono in bonus offensivi, passivi e nuove finisher da usare in battaglia. Va detto, che al netto della progressione, il ventaglio di attacchi speciali a disposizione dei vostri personaggi sarà abbastanza variegato. Ci sarà la possibilità di apprendere nuovi colpi e rendere più letali ed elaborati quelli che fanno già parte del vostro repertorio marziale. Proprio questo, quindi, è l’unico elemento a dare una parvenza di profondità all’esperienza creata da Flux Game. In sostanza, alla luce del gameplay, tra parate, combo base e i suddetti attacchi speciali riuscirete a far scorrere senza troppi problemi livelli a volte prolissi a dismisura.
Da ultimo la difficoltà non sarà mai proibitiva, sgherri e boss vari saranno in linea di massima abbastanza indulgenti e nel giro di una decina di ore sarete in grado di portare a compimento la campagna con entrambe i dojo giocabili.
Approssimativamente – Recensione Cobra Kai The Karate Kid Saga Continues
Veniamo alla nota dolente. L’intento di Flux Game con Cobra Kai è stato forse quello di non prendersi troppo sul serio, visivamente parlando. Pur considerando questa premessa, resta difficile chiudere un’occhio su un comparto tecnico che nella sua interezza è sfacciatamente approssimativo. Basti vedere il caso delle animazioni.
I personaggi mentre si muovono non hanno nessun tipo di mimica facciale. Avrete in sostanza dei manichini che si muovono per i livelli. Muoversi è un parolone perché i vari comprimari saranno ingessati e legnosi e ci sarà pattinamento fino all’inverosimile. Oltretutto, quando costretti ad incassare i colpi Daniel e compagnia rimbalzeranno per lo schermo come palline da ping-pong. Posticce e deludenti anche le animazioni delle varie finisher.
Gli sfondi poverissimi e il riciclo degli asset poligonali (questi ultimi sono peraltro di scarsissima fattura) lasciano oltremodo perplessi. Insomma, tutto appare inconcepibilmente datato. Per scrivere questa recensione su Cobra Kai The Karate Kid Saga Continues abbiamo provato il gioco su PS4 base. L’esperienza è stata compromessa da ripetuti e nettissimi cali di frame nelle scene più gremite.
Sul fronte audio il titolo riesce a difendersi. Le basi adrenaliniche, pur non avendo nulla a che vedere con i superlativi brani della serie TV, riescono a mantenersi sugli standard di molti altri brawler e beat ’em-up. Ci sono bei riff di chitarra e il tutto è decisamente rockeggiante e adeguato al contesto. Inoltre avere Ralph Macchio e William Zabka (attori della serie originali) al doppiaggio è sicuramente un ottimo plus.
Il patto
Cobra Kai The Karate Kid Saga Continues nel complesso ha saputo in qualche modo intrattenerci. Prima di iniziare a giocare vi converrà accettare un patto che implicitamente Flux Game vi propone: far finta che Karate Kid si svolga in un universo fantasy cartoonesco.
Solo in questo modo riuscirete a farvi andare giù la nuova incarnazione videoludica delle gesta di Daniel LaRusso e Johnny Lawrence. Il gioco si pone una prospettiva duplice: onorare Karate Kid e i beat ’em-up, proponendo al contempo una variazione sulla formula. A parer nostro, il secondo intento è riuscito molto meglio del primo. Ci saremmo aspettati infatti molto più fanservice. Gli appassionati di lunga data che hanno una gigantografia di Miyagi in camera probabilmente storceranno il naso a causa delle amenità fantasy e la cartoonesca veste del prodotto.
Al momento i 39,99 euro richiesti per l’acquisto ci sembrano un po’ troppi per un titolo che è approssimativo in tante componenti. Game Flux è riuscita ad ogni modo a rifinire un’esperienza di per sé molto spartana con l’espediente della progressione ruolistica. Il titolo è particolarmente consigliato ai patiti di beat ’em-up che hanno voglia di qualcosa di insolito.
Vi ringraziamo per aver dedicato tempo alla lettura di questa recensione su Cobra Kai The Karate Kid Saga Continues. Restate sintonizzati su tuttoteK per tutte le notizie e le curiosità dal mondo del gaming e non solo.
Punti a favore
- Nel complesso riesce ad intrattenere
- Buona varietà nei moveset
- La progressione ruolistica è interessante
- Modalità cooperativa
Punti a sfavore
- I fan di lunga data rimarranno interdetti
- Graficamente datato e approssimativo
- Cali di frame ripetuti
- Animazioni imbarazzanti
- Storia non pervenuta
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