Che cosa sappiamo davvero sui boschi italiani? Ecco 10 curiosità e miti da sfatare per combattere la disinformazione sul nostro patrimonio verde: per poterlo conservare è necessario conoscerlo e vivere in sintonia con esso
Molto spesso abbiamo una visione distorta del nostro paese e del mondo che ci circonda per via del fatto che le notizie che tendono a rimbombare nei principali mezzi di informazione sono fatti straordinari che non costituiscono un campione rappresentativo della realtà. Anche per i boschi italiani sembra essere così: in occasione della Giornata nazionale degli Alberi, FSC Italia (un’organizzazione internazionale non governativa, indipendente e senza scopo di lucro, nata nel 1993 per promuovere la gestione responsabile di foreste e piantagioni) ha promosso un sondaggio per testare il livello di informazione dei nostri connazionali sui boschi italiani.
I boschi italiani stanno sparendo.
Dalle foreste si ricava solo carta e legno.
I boschi sono di tutti.
Queste alcune delle affermazione che molto spesso sentiamo al bar o molto più probabilmente leggiamo nei social oggigiorno. Ma corrispondono alla verità? Lo studio promosso da FSC Italia si è posto l’obiettivo di individuare e sfatare alcune delle credenze più diffuse sui boschi italiani per promuovere invece la conoscenza sul nostro patrimonio boschivo. Il tutto è sfociato in una raccolta di 10 miti tra i più diffusi e totalmente errati. Volete mettervi alla prova? Provate a rispondere alle domande riportate qui sotto secondo le vostre conoscenze e poi leggete la seconda parte dell’articolo.
- I boschi italiani stanno scomparendo?
- Il bosco è solamente una risorsa per la produzione di legname?
- I boschi italiani sono tutti naturali?
- L’uomo dovrebbe o non dovrebbe mettere mano alle foreste?
- È “più buono” chi pianta o chi taglia?
- La produzione di carta e legname incide negativamente sull’estensione delle foreste?
- I boschi italiani sono privati o pubblici?
- Gli incedi sono dannosi per i boschi?
- A cosa servono le nostre foreste economicamente?
- Com’è la situazione dei boschi italiani?
Foreste in Europa
Boschi italiani: 10 curiosità e miti da sfatare
1. I boschi italiani stanno scomparendo
Falso: i boschi italiani sono in continua espansione. Dalla fine della prima guerra mondiale ad oggi, la superficie forestale italiana è triplicata. Se negli anni venti erano censiti in Italia circa 4 milioni di ettari di boschi, oggi se ne contano più di 11 milioni. Solo nell’ultimo decennio la superficie forestale italiana è aumentata del 5,8%, pari a circa 77 mila campi da calcio (Fonte: Crea), (ri)prendendosi gli spazi abbandonati delle nostre colline e montagne.
2. Bosco significa solo legname
Falso: il legname è solo uno dei tanti servizi e prodotti forniti dai boschi. Alberi e piante ci offrono infatti protezione del suolo dall’erosione e dal dissesto idrogeologico, regolazione del ciclo dell’acqua, fissazione del carbonio, habitat per la biodiversità e infine spazi per attività sportive, educative, terapeutiche e ricreative. L’insieme di tutti questi prodotti e servizi prende il nome di servizi naturali o ecosistemici.
3. I boschi italiani sono tutti naturali
Falso: i boschi italiani sono il risultato dell’azione dell’uomo. L’88% di queste aree è al giorno d’oggi antropizzata e di origine seminaturale (Fonte: Inventario Nazionale delle Foreste e dei Serbatoi di Carbonio). I paesaggi forestali italiani, infatti, sono stati modellati dall’uomo nel corso dei secoli e si ritrovano semplificati nella struttura e nella composizione di specie.
4. I boschi non vanno toccati
Falso: una buona gestione dei boschi permette di valorizzarne i prodotti e servizi senza comprometterne le funzionalità. Certo, i boschi non hanno bisogno dell’uomo, ma siamo invece noi ad avere bisogno dei boschi e la gestione attiva è l’unico strumento capace di mitigare gli effetti derivanti dai cambiamenti climatici, dall’instabilità idrogeologica, dagli incendi, dalla diffusione di patogeni e di specie invasive.
5. Chi pianta è buono, chi taglia è cattivo
Falso: tagliare un albero non è di per sé un crimine, se fatto secondo piani di gestione responsabile. Quando il taglio viene effettuato da operatori specializzati e secondo una pianificazione ben precisa, applichiamo un approccio di selvicoltura naturalistica, ossia un sistema dove gli alberi vengono tagliati in modo selettivo, mirando ad imitare le dinamiche naturali del bosco e favorendo la rinnovazione naturale delle specie.
6. Più legno e carta vuol dire meno boschi
Falso: il legno è il materiale di origine biologica, rinnovabile e riciclabile, più importante a disposizione dell’uomo sulla terra. Possiamo quindi usarlo in maniera sostenibile, ad esempio tagliando le piante seguendo i ritmi naturali di rigenerazione del bosco. L’impiego del legno sostituisce poi l’uso di materiali derivanti da fonti fossili inquinanti come la plastica. Se certificato FSC®, garantisce infine la gestione responsabile della foresta di origine.
7. I boschi italiani sono di tutti
Falso: il 63% (Fonte: Agenzia europea per l’Ambiente) dei boschi italiani risulta di proprietà privata, individuale o familiare. Il restante 34% dei boschi è invece di proprietà pubblica, molto spesso di organi territoriali come i Comuni. Solo il 3% dei boschi italiani non ha proprietario o esso risulta sconosciuto.
8. Il fuoco è nemico dei boschi
Parzialmente falso: il fuoco è in realtà un elemento che ha un preciso ruolo negli ecosistemi forestali, in particolare quelli mediterranei. Tuttavia, gli incendi di origine naturale (ad esempio quelli causati dai fulmini) in Italia sono molto rari. Il vero nemico dei boschi è in realtà l’abbandono dei terreni e la negligenza dell’uomo che, sommati ai cambiamenti climatici, portano ad un aumento degli incendi e della loro capacità distruttiva.
9. Le nostre foreste non valgono nulla
Falso: il valore economico prodotto dei boschi italiani è di 450 euro per ettaro all’anno (Fonte: Rapporto The Economics of Ecosystems & Biodiversity), pari a 85 euro per cittadino – ovvero circa 5 miliardi di euro l’anno. Dobbiamo tenere presente che il bosco protegge le nostre case dall’erosione del suolo e dalle alluvioni, ci assicura acqua pulita e produce l’ossigeno che respiriamo: tutto questo fa una bella differenza nel nostro portafoglio – e nella nostra vita.
10. Quindi va tutto bene?
Purtroppo no: la situazione italiana è lontana dal principio della gestione forestale sostenibile. I boschi ricoprono ormai circa il 40% del territorio italiano (Fonte:RAF Italia), ma ne utilizziamo solo una minima parte: questo abbandono è un’occasione mancata di sviluppo che ci porta ad essere tra i principali importatori di legname in Europa, oltre ad esporci a rischi sempre maggiori a causa del dissesto idrogeologico e degli incendi.
Allora com’è andata? In ogni caso adesso sicuramente sapete un sacco di cose interessanti sui boschi italiani. La gestione del nostro patrimonio forestale non è una delle migliori con gravi conseguenze: un mancato sfruttamento (sostenibile) di una importante risorsa economica, basti pensare alo sviluppo dell’industria italiana nel settore dell’arredamento, e soprattutto la genesi di numerose problematiche legate al dissesto idrogeologico che gli alberi con le loro radici tendono a contrastare.
I boschi italiani sono abbandonati a loro stessi, mentre invece la nostra dovrebbe essere una serena convivenza e cooperazione. La natura spesse volte è ben felice di venir incontro alle nostre esigenze, siamo noi stupidamente ad ignorarla. Dalla sezione scienze è tutto! Continuate a seguirci per altre news e curiosità dal mondo scientifico!
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