L’ultima della triade di supernove di Weekly Shonen Jump, Asahi Sakano ci propone il suo Guardian of the Witch. Il primo capitolo ci porta in un nuovo mondo magico, ma dai risvolti per nulla scontati
Questa settimana Shueisha ha introdotto l’ultimo dei tre nuovi manga annunciati per l’anno 2020, Guardian of the Witch di Asahi Sakano. Come il titolo suggerisce, ci troviamo ancora una volta di fronte a un’opera a tema fantasy, con le streghe a svolgere un ruolo centrale. Tuttavia, una volta che abbiamo potuto mettere le mani sul titolo, si scopre che Sakano vuole raccontarci un mondo non poi così classico come uno potrebbe pensare. Non solo: Guardian of the Witch porta al tavolo tematiche piuttosto forti, e sembra voler sovvertire, seppur in modo cauto, alcuni canoni dello shonen.
Sakano, d’altro canto, ha qualche esperienza in più sulle spalle, rispetto agli altri nuovi autori di Jump di quest’anno. Infatti, egli è un assistente di Yuki Tabata (Black Clover), dettaglio subito palese appena si posano gli occhi sulle tavole del suo nuovo manga. Nonostante questo, Sakano è riuscito a dare un tocco personale al suo tratto, e, soprattutto, non ci sono personaggi che si potrebbero confondere con quelli di Tabata. Il mangaka ha anche un paio di opere brevi pubblicate su Jump Giga, nei due anni passati.
Andiamo quindi a vedere nel dettagli il primo, come di consueto corposo, capitolo di Guardian of the Witch. Come sempre, la premessa obbligatoria che si sta dando un’opinione parziale, con un solo capitolo alla mano.
La distopia segreta di Guardian of the Witch
Dopo l’apertura con le pagine a colori, nelle quali abbiamo il primo sguardo sui protagonisti, siamo portati nel bel mezzo di un attacco alla città di Berne. Attraverso l’eliminazione rapida dei feroci demoni aggressori, scopriamo che il ruolo della “strega” in una città è solo e soltanto quello di proteggerla dalle suddette creature. Le streghe sono le uniche a possedere poteri magici, e, al contrario di quanto avvenuto nella nostra storia, sono tenute in alta considerazione, in quanto arma definitiva contro i demoni.
Come scopriamo presto, tale stato di cose ha reso quasi inutili gli eserciti, e i soldati accettano passivamente il ruolo predominante delle streghe. Non la pensa così però Fafner Leorange, il protagonista maschile della vicenda, la cui famiglia è rimasta vittima di un demone, senza che una strega potesse essere presente al momento dell’aggressione. Fafner, ironicamente, è assegnato a guardia personale della strega della propria città, una ragazza che non le manda a dire, di nome Manasfa.
Abbiamo subito la sensazione che nessuno dei due personaggi sia a suo agio nella propria posizione, ma solo nella seconda metà del capitolo riusciamo a capirne il motivo. Quando Fafner viene convocato dal teocrate a capo della città, infatti, scopriamo che le streghe sono in realtà una prole demoniaca creata artificialmente, peraltro in modo brutale. Fafner è incaricato di uccidere Manasfa, prima che il suo potere demoniaco prenda inevitabilmente il sopravvento. Questo è il vero compito di un guardiano.
Sembrava banale, e invece non lo è
Streghe con poteri innati, città stato rinchiuse dietro a mura, e, soprattutto, un nemico non-pensante, demoniaco, e che viene dal nulla. Le prime pagine di Guardian of the Witch sembrano promettere tutt’altro di quello che invece scopriamo essere un mondo decisamente particolare. Modesto, certo, ma originale, anche solo nei particolari estetici della città. E siamo solo al primo capitolo.
Quando la realtà distopica del sistema delle streghe viene rivelata, viene spontaneo farsi mille domande su tutti gli elementi visti fino a quel momento, perchè nulla sembra essere più scontato. La struttura a “fattoria”, a la The Promised Neverland, di Berne, l’esistenza inspiegabile dei demoni, portano a chiedersi quanto effettivamente sia estesa la portata del piano macabro della teocrazia di questo mondo. La sensazione è quella di aver scoperchiato un vaso di pandora, di essere solo alla prima di tante rivelazioni.
Incredibilmente profonde sono anche le dinamiche interiori dei personaggi. Fafner ha motivi per trovare antipatiche le streghe, ma il suo non è vero odio. Quando scopre la reale sofferenza di Manasfa, è chiaro che in lui vi sia un conflitto interiore: eliminare quello che considera uno sbaglio della società, o proteggere la ragazza? La cosa bella è che Fafner non ha subito chiaro cosa fare, non ha un compasso morale assoluto, ma vive un vero e proprio conflitto. La stessa cosa vale per Manasfra, che riconosce la propria pericolosità e sarebbe anche pronta ad accettare il proprio destino.
Concludendo…
Come avrete capito, Guardian of the Witch è una sopresa inaspettata, in positivo. Sakano non si adagia nei clichè ma prova a proporre qualcosa di originale, mantenendo comunque l’umiltà propria di un nuovo autore. Non c’è dubbio infatti che i lettori più smaliziati non vedano comunque nulla di veramente nuovo nell’ambientazione e nel design dei personaggi. Ma l’alchimia creata in questo titolo risulta intrigante, e soprattutto, molto promettente. Il vero risultato che porta a casa, è quello di suscitare sincera curiosità per i capitoli successivi.
I protagonisti non sono nè caciaroni nè taciturni, in un certo senso ignorando entrambi gli standard del personaggio principale shonen. La loro personalità è tratteggiata in modo calmo, senza esagerazioni, e si basa più sul vissuto e sulle idee dei personaggi, che sulla loro emotività. L’ironia esiste, ma è appena accennata.
La scelta della discrezione potrebbe rivelarsi un rischio per Guardian of the Witch, quando è in corsa insieme a opere dirompenti come Undead Unluck; ma siamo convinti che ripagherà, facendo del titolo uno dei manga più promettenti dell’anno. Forse non farà numeri da top 3, ma potrà finire per essere una piccola perla nella libreria dei lettori più attenti.
Potete leggere il primo capitolo di Guardian of the Witch su MangaPlus.
Lascia un commento