Scopriamo insieme, in questa nostra prolissa recensione, se Triangle Strategy è risultato essere esattamente quel che speravamo: un nuovo capitolo nella storia dei S-JRPG
Ah, gli strategici a turni. I bei tempi di Final Fantasy Tactics o Tactics Ogre sembrano (e sono, dannazione!) così lontani da sembrare un mero ricordo annacquato dai troppi anni passati. Croce e delizia di quei fan appassionati ai numeri, alle statistiche e, per l’appunto, alla pura e semplice strategia. Certo, i Fire Emblem e i Disgaea ci sono venuti in aiuto, ma è indubbio quanto titoli come quelli citati in apertura risultino essere, ancora oggi, agli apici del genere. In tanti hanno ripreso in mano i JRPG a turni di stampo classico e ne hanno tirato fuori perle indiscutibili, come il recente Bravely Default II o, qualche anno fa, l’apprezzatissimo Octopath Traveler. Gli strategici, però, sono rimasti da una parte. Fino a quando Square Enix e Nintendo non hanno presentato il fu “Project” Triangle Strategy.
Abbandonato il “Project” e rimasto solo “Triangle Strategy”, il titolo sviluppato da ArtDink e distribuito da Square Enix e Nintendo, è recentemente arrivato in esclusiva Nintendo Switch dopo non una, ma ben due demo di anteprima che ne avevano già sottolineato il valore inestimabile per gli amanti del genere. Dopo aver passato quasi quaranta ore nelle terre di Nortelia, ci siamo seduti alla nostra solita scrivania e abbiamo dato fondo alle nostre idee per cercare di spiegarvi, in questa recensione, quanto effettivamente sia importante Triangle Strategy. Proviamoci.
A Lord’s Duty
Nortelia. Un continente vasto, prevalentemente inospitale, ma che ha saputo proliferare creando tre distinte nazioni: il regno di Glenbrook, fulcro del commercio dell’intero continente, il sacro Impero di Sabulos, nato in terre ostili, ma che ha saputo creare la propria ricchezza perché unico produttore di sale, e il Granducato di Aesglast, situato nelle terre del nord e proprietario di quasi tutti i giacimenti di ferro. Un delicato equilibrio, quello che regge la pace a Nortelia, e che in passato si era già infranto a causa di attriti insanabili sfociando in un conflitto, la Guerra del Sale e del Ferro, che ha prodotto un incalcolabile numero di vittime, oltre che un’insaziabile povertà, in tutto il continente.
A mediare per la pace, successivamente stipulata fra i tre regnanti, era intervenuto anche Simon Wolfhort, il cui casato è stato quindi successivamente elevato a protettore e vassallo di Glenbrook. Suo figlio, Serenoa Wolfhort, è il protagonista delle vicende narrate in Triangle Strategy, che iniziano in realtà nel migliore (o nel peggiore, dipende dai punti di vista) dei modi: un matrimonio. Lady Frederica Aesglast, sorellastra del duca di Aesglast, è stata infatti promessa in sposa proprio a Serenoa, con l’obiettivo di fortificare il legame fra il regno di Glenbrook e il granducato. Non solo: il rampollo dei Wolfhort è anche amico d’infanzia di Roland Glenbrook, principe secondogenito, nonché gran scavezzacollo.
The Dawn of War | Recensione Triangle Strategy
Questa situazione, che seppur delicata e sempre in bilico è comunque di pace e prosperità per i tre regni, viene inesorabilmente distrutta dal verosimilmente inspiegabile gesto di Gustadolv, monarca di Aesglast, che invade il regno di Glenbrook e lo assedia, prendendone il comando. Non diremo altro, in merito alla narrativa, in quanto fulcro principale dell’intera esperienza di Triangle Strategy. Nel complesso, la sceneggiatura ci è sembrata piuttosto intrigante e sicuramente non priva di colpi di scena, sebbene alcune sezioni siano vistosamente annacquate per rendere la prima run di gioco un po’ più lunga ed arrivare, all’incirca, sulle 25 ore.
Abbiamo anche apprezzato la profonda caratterizzazione che è stata data a Serenoa, Roland, Frederica e tutti i comprimari più vicini al casato dei Wolfhort, resi in un certo qual modo unici e indimenticabili sotto tutti i punti di vista. Potremo conoscerli meglio in varie sezioni secondarie che verranno rese via via disponibili dal gioco man mano che parteciperanno alle battaglie, scoprendone in parte il passato e le motivazioni che li spingono a lottare e a continuare ad essere fedeli al casato. Un trattamento che, purtroppo, non è stato riservato in egual misura agli antagonisti e, tranne in alcune eccezioni, alle pedine secondarie e non legate ai Wolfhort. Fra questi ci dispiace inserire Gustadolv e Avlora, che, a causa del poco screen time che avranno a disposizione, risulteranno decisamente più piatti e meno interessanti, nonostante le interessanti premesse.
He Who is Lord | Recensione Triangle Strategy
Nel complesso, l’intreccio narrativo e il rapporto fra i personaggi di Triangle Strategy rimandano in maniera piuttosto diretta a quella adottata ne Il trono di Spade, ricalcandone anche la più che interessante intenzione di essere un’opera matura, oscura e cruenta. Un’opera che mira a sottolineare l’insensatezza della guerra e il vuoto che genera, la crudeltà della separazione razziale, la vacuità degli intenti dei potenti e la forza dei legami familiari. La crudezza di alcune scene viene sottolineata ancor più dalla lunga lista di scelte che saremo tenuti a compiere nei panni di Serenoa, alcune delle quali influenzeranno profondamente il proseguire della narrazione e che vi permetteranno, ad esempio, di visitare un luogo piuttosto che un altro.
Tre sono i valori che influenzeranno i rapporti fra Serenoa e i membri del cast: moralità, pragmatismo e libertà. Ciascuno otterrà dei punti in base alle scelte di dialogo che affideremo alla voce di Serenoa ed avranno un ruolo decisivo sulla nostra capacità di influenzare il parere dei nostri amici e comprimari. In diversi punti dell’avventura, infatti, entrerà in scena la famosa Bilancia Risolutrice, con la quale il principe dei Wolfhort chiederà a sette fedeli alleati, ciascuno dotato di una Moneta Risolutrice, di aiutarlo in una difficile decisione. Ovviamente, da buoni Lord potremo influenzare le loro scelte utilizzando le informazioni raccolte nel corso delle varie fasi d’esplorazione, cercando di portarli nella direzione da noi scelta.
Essendo i voti solo sette, e partendo dal presupposto che avremo di base tre favorevoli, tre contrari e un indeciso, capirete bene che anche solo un voto in più farà la differenza e deciderà le sorti del party. Quella che ci siamo ritrovati davanti in Triangle Strategy è una narrativa sicuramente non perfetta, ma che ha saputo entrarci nel cuore e sedimentare quel poco che basta da renderla immortale.
Deep Within the Ground | Recensione Triangle Strategy
Lasciando da parte la Bilancia Risolutrice, il core gameplay di Triangle Strategy si suddivide in due fasi ben distinte, oltre a quelle inerenti i dialoghi che avanzeranno la trama: esplorazione e combattimento. Nelle prime, semplicemente, impersoneremo Serenoa in fasi di ricerca limitate a piccole mappe, in cui potremo trovare oggetti utili alle battaglie, scritti e documenti che espandono lore e mondo di gioco, e informazioni interessanti che creeranno ulteriori opzioni di dialogo future. Intermezzi sicuramente piacevoli e che ci hanno permesso di conoscere meglio il sì plasmabile, ma comunque ben caratterizzato protagonista e i suoi comprimari, dando loro voce in contesti e situazioni completamente differenti.
Ovviamente, manco a starlo a dire, il cuore pulsante di Triangle Strategy sono i suoi combattimenti. La formula alla base è quella dei grandi capolavori del passato, fra cui il già citato Final Fantasy Tactics, sebbene sia stata rimaneggiata e, sotto molti punti di vista, eccessivamente semplificata. Ogni scontro si aprirà, come di consueto per gli strategici a turni, con la possibilità di posizionare autonomamente le pedine sugli spazi concessi della scacchiera virtuale che costituisce la mappa. Il posizionamento è fondamentale in Triangle Strategy ancor più che in altre produzioni, soprattutto considerando che praticamente quasi tutte le mappe avanzate avranno punti ad altezza variabile e che determineranno spesso le sorti degli scontri.
Merriment | Recensione Triangle Strategy
Se da una parte, infatti, scoccare una freccia o colpire con arma bianca un nemico da una posizione sopraelevata garantirà un quantitativo di danni maggiori, così come sorprendere un nemico alle spalle o accerchiarlo con due pedine alleate e colpirlo da entrambi i lati, le stesse strategie possono essere messe in atto dall’avversario per decimare le nostre pedine. Posizionare correttamente gli alleati sia all’inizio del combattimento sia nel corso dello stesso significa molto spesso determinarne la sorte, considerando anche che spesso le pedine giocanti sono davvero molte e quindi passeranno diversi turni prima di poter riprendere il controllo del Serenoa di turno.
Il tasso di sfida generale di Triangle Strategy fa mantenere alta l’attenzione lungo tutta la durata del titolo, non scadendo mai in scontri banali e permettendo raramente errori perdonabili al giocatore. Proseguendo nel gioco ci siamo però accorti di un fattore che ci ha fatto storcere il naso, forse l’unico effettivo difetto che abbiamo trovato nel titolo di ArtDink. Tralasciando le tattiche di cui abbiamo parlato sopra, tipiche del genere, e la possibilità di utilizzare attacchi elementali che vanno ad intaccare anche il terreno, seppur con effetti spesso trascurabili (le caselle incendiate arrecano danni, quelle congelate diminuiscono gli spostamenti e così via), il core gameplay di Triangle Strategy si riduce a ben poche possibilità di effettiva “strategia”. Spesso a farla da padrona sarà davvero esclusivamente il posizionamento in itinere delle unità, unito all’utilizzo spasmodico di magie curative ed oggetti simili.
No Matter the Cost | Recensione Triangle Strategy
Ammettiamo però, in definitiva, che nonostante l’eccessiva “linearità”, il gameplay di Triangle Strategy non si è mai rivelato ingiusto, anzi. La possibilità di effettuare scontri “virtuali” nell’Accampamento, il nostro hub di gioco da cui sarà possibile acquistare oggetti, potenziare armi e personaggi, ha scongiurato la paura di essere sottolivellati e ha aggiunto anche un grazioso livello di sfida, specialmente negli stage avanzati. L’importante sarà, ovviamente, costruire un party degno di questo nome e saperlo modificare a puntino per ogni scontro, sfruttando al meglio le abilità peculiari di ciascuna pedina. Avremo ad esempio Anna che può attaccare due volte in un turno solo, Benedict devoto al potenziamento e alla difesa degli alleati, Jens che potrà costruire scalette e trappole e così via.
Visto che lo abbiamo citato, due parole sulle possibilità offerte nell’Accampamento. Oltre ai già citati scontri virtuali, che verranno sbloccati con l’incedere dei capitoli della storia principale e saranno accessibili alla locanda, in questo affascinante Hub potremo potenziare le armi dei nostri personaggi (che non saranno scambiabili, ma solo upgradabili) dal fabbro, utilizzando denaro e le rare materie prime che potremo trovare sia dai mercanti (uno è disponibile anche nell’accampamento) seppur in quantità limitata, sia esplorando le mappe, sia vincendo gli scontri. La scarsità di materiali rende il potenziamento delle armi dei personaggi lento, ma non meno soddisfacente e premiante. Sempre nell’accampamento potremo far evolvere le classi delle pedine in avanzate e d’élite, aumentandone le caratteristiche base e sbloccando nuove abilità, al costo di denaro e sfruttando le medaglie al merito che otterremo nel corso dell’avventura.
In generale, la progressione dei personaggi è piuttosto lenta, ma non necessariamente soggetta ad ore ed ore di grinding. Semplicemente basterà saper aspettare e utilizzare ingegno e strategia (e soprattutto le altezze) per vincere gli scontri, piuttosto che buttarsi a testa bassa attaccando l’avversario senza riflettere. Un modo piuttosto “straightforward” (passateci l’inglesismo) di intendere un combattimento strategico a turni e, forse, ad alcuni appassionati sembrerà giustamente troppo semplicistico. Non è necessariamente un difetto, ma ci sarebbe piaciuto poter vedere qualcosina in più.
The Footfalls of War | Recensione Triangle Strategy
Quando Square Enix e Nintendo mostrarono per la prima volta “Project” Triangle Strategy, tutti (ammettetelo) abbiamo pensato immediatamente ad Octopath Traveler. In effetti, l’HD-2D utilizzato è praticamente lo stesso ed ha saputo portare a schermo ambientazioni finemente realizzate, con colpi d’occhio evocativi e scene d’intermezzo da brividi. Il contraltare di grafiche come queste, volutamente inneggianti ad un senso di nostalgia d’altri tempi, è quello che gli sprite dei personaggi sono ovviamente inespressivi e, specialmente nei momenti di maggior impatto emotivo, abbassano la carica di alcune scene.
Un fattore che viene ampiamente mitigato dall’ottimo doppiaggio (sia giapponese sia inglese, li abbiamo apprezzati entrambi in egual misura con una più forte carica empatica verso quello nipponico) e da una colonna sonora magistrale, nata dalle sapienti mani di Akira Senju, e che più volte ci ha letteralmente fatto venire i brividi. Una menzione al discutibile adattamento italiano, che probabilmente si è basato sulla stesura giapponese dello script, e che quindi risulta particolarmente dissonante rispetto al doppiaggio inglese. Un qualcosa che andrà ad infastidire particolarmente i puristi.
Arise, Warriors!
Tirando le somme di questa fin troppo prolissa recensione, Triangle Strategy si è rivelato essere esattamente quel che abbiamo potuto esperire nelle prime due demo: intrattenente, intrigante e, soprattutto, divertente. Quello strategico a turni che tanto desideravamo e che mai arrivava, con una sceneggiatura improntata alla politica, alla guerra e ai conflitti fra grandi nazioni, ma anche alle microstorie di ciascuno dei personaggi che compongono il cast. Peccato per un gameplay che si ramifica troppo poco, avremmo preferito avere più scelte di approccio. Nel complesso, però, Triangle Strategy è comunque uno, se non “il”, miglior S-JRPG del mercato attuale e, speriamo, il primo di una serie in continua evoluzione.
Triangle Strategy è ora attualmente disponibile in esclusiva Nintendo Switch. Fateci sapere che cosa ne pensate qua sotto nei commenti, noi continueremo a tenervi aggiornati con tutte le news, le guide e le recensioni a tema videoludico e tech! E se siete interessati a chiavi di gioco a prezzi vantaggiosi, vi consigliamo di dare un’occhiata al catalogo di InstantGaming!
Punti a favore
- Narrativa profonda, cruda ed oscura
- Personaggi principali finemente caratterizzati...
- Interessante il sistema delle scelte
- Core gameplay divertente ed appassionante...
Punti a sfavore
- ... a differenza degli antagonisti
- ... ma troppo semplicistico se rapportato al genere di appartenenza
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