Phase One è il leader del mercato medio formato. Questa azienda punta sempre al massimo della qualità senza compromesso alcuno. Con Phase One IQ3 Trichromatic 100MP l’azienda propone una soluzione molto interessante, che abbinata agli obiettivi Phase One XF Blue Ring consente di sfruttare a pieno la risoluzione del sensore. Chiaramente questa soluzione non è esattamente “economica”, ma varrà quello che costa? Scopriamolo in questa recensione!
Prima di iniziare bisogna fare una piccola premessa. Questa macchina è una medio formato digitale, con sensore che copre senza crop l’area inquadrata dai medio formato analogici con un rapporto di forma 4:3. Si tratta ad oggi della soluzione migliore per quello che riguarda la qualità di immagine e la risoluzione in ambito civile. Il corpo macchina è ovviamente molto pesante, ma questo è un “problema” fisico vista la superficie del sensore e gli obiettivi che occorrono per coprire questo formato. Per cui nell’ambito di questa recensione il peso del sistema XF non sarò oggetto di discussione.
Inoltre si deve tenere conto che il sistema è totalmente modulare per cui nel corso di questa recensione si valuterà l’insieme: corpo + dorso + mirino, e come questo lavora assieme agli obiettivi forniti. Nella nostra recensione, abbiamo usato il corpo Phase One XF, il dorso IQ3 Trichromatic 100MP e un mirino “classico”. Gli obiettivi che abbiamo avuto in kit sono 35 f/3.5 Blue Ring, 80 f/2.8 Blue Ring e 150 f/2.8 Blue Ring. per cui questa recensione non si riferirà solo ad un analisi del dorso, ma prenderà in esame cosa offre il sistema XF nel complesso con riferimento a quanto di meglio il sistema ha da offrire essendo il kit fornito il top gamma di casa Phase One. Esaurita la premessa andiamo brevemente ad analizzare la scheda tecnica di quanto avuto in prova.
Phase One IQ3 Trichromatic 100MP: le caratteristiche tecniche
Phase One IQ3 Trichromatic 100MP è una fotocamera medio formato con sensore 53,4 mm x 40,1 mm da 101 megapixels prodotta dal 2017. La gamma di sensibilità, è 35 – 12800 ISO.
- Sensore Formato: 53,4 mm x 40,1 mm (rapporto tra i lati 4:3)
- Risoluzione: 101 megapixel
- Sensibilità ISO: 35 – 12800
- Formati file: RAW
- Tempi di scatto: 60 minuti – 1/4000 secondo
- Compensazione Esposizione: +/- 5 stop in passi di 1/3
- Modalità esposizione: M, S, A, P
- Tipi di esposimetro: Multi-Area, ponderato, Spot
- Mount: Phase One XF
- Stabilizzazione: No, presente un sismografo
- Autofocus (n. aree AF): 1, con AFr, per ricomporre senza perdere il punto di maf
- Live View: Si
- Anti-polvere: si
- Modalità video: no
- WiFi: Si
- GPS: No
- USB: 3.0
- Touchscreen: Si
- Display: LCD
- Mirino: si
- Flash incorporato: No
- Memoria: CF
- Otturatore: Meccanico + elettronico + centrale su obiettivo
- Batteria: Li-Ion
Phase One XF: corpo macchina e dorso
Phase One XF è l’ultima uscita fra i corpi macchina per i dorsi digitali dell’azienda danese. Questo modello, di ultima concezione, offre una serie vastissima di funzionalità. Partiamo con ordine.
Intanto il corpo XF si può abbinare a diversi dorsi di Phase One:
- IQ3 nelle versioni 100MP Tricromatic, 100MP 80 mpx e 50 mpx
- IQ2 100MP Achromatic
- IQ1 100MP e 50mpx
Questi dorsi sono soluzioni diverse che offrono dei sensori CMOS che si possono abbinare a vari corpi, non solo di Phase One. Il corpo XF supporta tutti questi dorsi e quindi consente un ampia scelta al consumatore che voglia prendere poi un dorso da abbinare a seconda delle proprie esigenze specifiche. Detto ciò passiamo ad un analisi più attenta del corpo XF.
Corpo XF in abbinamento al dorso 100MP tricromatic
Si tratta di un corpo macchina esteticamente assai semplice, offre pochi (ma funzionali) pulsanti fisici e tre ghiere. Le ghiere controllano la terna esposimetrica (ISO-Tempi-Diaframmi), ed i pulsanti grigi consentono di spostarsi nei menù. Sono poi presenti vari tasti configurabili a cui assegnare opzioni specifiche, oltre che il classico tasto di scatto e quello per montare/smontare le ottiche. Un prodotto quindi essenziale come controlli fisici che però offre un completo controllo touch. Lo schermo a spalla infatti è touch, e consente di configurare le varie opzioni con un approccio ibrido touch + ghiere. Si può scorrere da touch nel menu per configurare tutto ed usare le caratteristiche uniche di questo corpo.
Ma quali sono queste caratteristiche? Per i non addetti ai lavori vi è un alone di mistero attorno a ciò, sul sito di Phase One troviamo poche informazioni in merito, anche se basterebbe chiedere per avere tutte le informazioni del caso! Infatti l’azienda danese è stata molto disponibile con noi, ed un rappresentate della stessa ci ha guidato telefonicamente nella conoscenza di ogni aspetto tecnico del corpo. Di fatti l’iniziale paura verso uno strumento cosi costoso e sulla carta complesso si è rivelata totalmente infondata: molto più semplice da utilizzare delle varie fotocamere Full Frame che abbiamo avuto modo di recensire e di usare poi nel nostro privato. I menù del corpo sono essenziali ed esattamente li dove ci aspettiamo. Ma facciamo un passo indietro, quali sono le funzionalità che offre questo corpo?
Il Sismografo
si tratta a nostro avviso della funzionalità più interessante. Il problema storico di qualunque sistema digitale è quello del mosso/micro mosso indesiderato che su sensori molto risoluti tende a comparire un po’ ovunque. Per ovviare a ciò i produttori hanno pensato alle soluzioni più disparate operando stabilizzazioni sulle ottiche (introducendo problematiche di disallineamento del gruppo ottico mobile), sui sensori (con un sensore che poggia su di una base mobile, con qualche perplessità sulla solidità del basamento del sensore) e addirittura un approccio ibrido con doppia stabilizzazione. Questi sistemi puntano ad avere un immagine ferma con tempi anche più bassi di quello di sicurezza. Addirittura parliamo di diversi stop.
Questo tipo di approccio però non è fattibile su un sensore medio formato, ed inoltre in un sistema che punta alla massima qualità di immagine si andrebbero ad introdurre delle incertezze per tanti versi inammissibili. Sopratutto su 100MP. Per questa ragione Phase One ha integrato un sismografo. Il funzionamento è concettualmente molto semplice: in un fissato intervallo di tempo la macchina monitora i movimenti del fotografo, quando rileva il movimento minimo scatta. Questo, a differenza dello stabilizzatore ottico o su sensore, non prova ad indovinare il movimento, ma semplicemente aspetta che il movimento stesso non ci sia. Si tratta di una funzionalità che oltre ad essere utile a mano libera si rivela utile su treppiede. La fotocamera scatterà nell’istante ottimale e quindi consente di registrare il maggior numero possibile di informazioni.
Chiaramente questo non consente di recuperare stop sotto il tempo di sicurezza, ma di avere foto con tempi appena più bassi del tempo di sicurezza, e immagini perfette in studio con tempi relativamente lenti su treppiede senza problemi di vibrazioni del corpo dovute all’azionamento del pulsante di scatto. Chiaro che il vantaggio nel nostro caso è il minore possibile (e quindi in parte ha ridotto l’effetto de sismografo) poiché 100MP sono davvero tanti. E’ comunque soddisfacente notare come anche con tempi non troppo veloci si portano a casa foto perfette e dense di informazioni. A nostro avviso il sismografo di questa macchina è davvero un opzione interessante, sicuramente una feature che ci auguriamo di vedere anche da parte degli altri produttori.
Funzionalità Time Lapse
Si tratta di una funzionalità oramai abbastanza comune fra le fotocamere moderne. Phase One XF ne integra una sua versione accuratamente studiata per lavorare in sincronia con il sensore medio formato. Concettualmente è molto semplice. Intanto si può accedere alla funziona sia da menù sia scorrendo semplicemente verso destra. In questa applicazione possiamo configurare il numero di scatti, l’intervallo di tempo fra due pose ed il tempo fra pressione del pulsante di scatto ed inizio della sequenza. Più facile ad usarsi che a spiegarsi, vi mostriamo un video esplicativo in inglese:
Chiaramente per usare al meglio questa funzionalità occorre usare un supporto adatto come quello che si vede nel video, altrimenti il risultato non sarà all’altezza delle aspettative! La catena si spezza sempre a causa dell’anello più debole!
Tools di analisi del flash
Questo tools si rivolge principalmente ai professionisti che svolgono gran parte del loro lavoro in studio. Si tratta di un tools che indica come la luce del flash ha impattato la foto, e di conseguenza come correggere eventuali imperfezioni. A detta di Phase One si tratta di uno strumento pensato per avere il massimo negli scatti in studio. Vi lasciamo anche qua un breve video esplicativo:
Profoto Air Remote
Si tratta di un tools di gestione remota delle luci, con un controllo fino a 6 luci diverse! Per usare questa opzione serve un opzione compatibile!
HDR Tools
Questo è a nostro avviso la migliore implementazione che abbiamo visto ad oggi delle gestione dell’HDR. Si tratta di un tools con interfaccia estremamente semplice. Possiamo selezionare il numero di pose (fino a 7) e la differenza di esposizione fra le pose, con un minimo di 0.3 ev fra le pose. Il tutto gestibile comodamente dalle 3 ghiere del corpo.
HDR tools del corpo Phase One XF
Focus Stack Tools
Si tratta di un tools che come da titolo consente di catturare una serie di immagini che differiscono per una differente messa a fuoco. Il tutto è gestito dal software dalla macchina ed è possibile selezionare numero di pose totali oltre e la distanza fra punto più vicino e punto più lontano. La macchina, in base al numero di pose selezionerà dove mettere a fuoco per avere la resa migliore. Vi lasciamo anche qua ad un piccolo video esplicativo!
Questa sono le principali funzionalità offerte da questo corpo macchina, tutte molto utili e con un interfaccia davvero semplice da utilizzare. Ognuna di queste funzioni si può inserire nel menu rapido di 4 comandi presente. Inoltre il touch e le ghiere sono attivabili/disattivabili a piacimento per evitare di sbagliare qualcosa.
L’impressione è comunque quella di un software capace di essere cucito in maniera precisa sull’utilizzatore della macchina poiché è personalizzabile in ogni aspetto. Interfaccia e corpo quindi pienamente promosso sul fronte delle funzionalità, anche se un solo aspetto ci ha lasciati un attimo perplessi, e cioè il sistema di ammortizzazione del movimento dello specchio.
Ma di questo ne parleremo più in la nella recensione.
Il dorso di Phase One IQ3 Trichromatic 100MP
Come anticipato nel paragrafo precedente il corpo Phase One XF può montare diversi dorsi con differenti caratteristiche e funzionalità. Nel nostro caso abbiamo avuto in prova il dorso top di gamma, il nuovo IQ3 trichromatic 100MP. Vediamo brevemente le sue caratteristiche tecniche:
- ISO base: 35
- ISO massimo: 12800
- Gamma dinamica: 15 f-stop
- Tempo massimo di posa: 60 minuti
- Tipo sensore: CMOS
- Opzioni di montaggio: XF
- XF power share: si
- 16 bit Opticolor+: si
- Otturatore elettronico: si
- Dimensione sensore: 53.4 x 40.1
- Numero pixel: 11608 x 8708
- Dimensione pixel (micron): 4.6 x 4.6
- Dimensione massima stampa 300dpi: 98.3 x 73 cm
- Dimensione massima stampa 600dpi: 49.1 x 36.9 cm
- Display: touch 3.2″
- Wifi: si 802.11 n
- Connettività: Usb 3, Firewire 800
- Flash sync port: si
Per altri dettagli vi rimandiamo al documento ufficiale di Phase One.
Come si può notare dalla scheda tecnica ci troviamo difronte ad un dorso che offre un sensore con caratteristiche fuori dal comune. Intanto la risoluzione è di 100MP, dato da record, con una dimensione del singolo pixel nemmeno troppo piccola considerata l’enorme risoluzione che abbiamo a disposizione. Ma le funzionalità del dorso non si fermano alla sola risoluzione. Poiché la caratteristica principe di questo sensore è il suo filtro tricromatic. Cosa fa questo filtro?
Il suo effetto lo riassume questo grafico. Il filtro fa si che la ricezione del segnale sia più pulita rispetto ad un classico filtro bayer. Oltre a questo effetto abbiamo una quantità di segnale maggiore rispetto al classico filtro bayer. Questo ci porta quindi ad avere immagini non solo più corrette a livello cromatico, ma anche più ricche di informazioni. Infatti le interpolazioni con questo tipo di filtro sono di molto ridotte.
Un altro vantaggio che questo filtro offre è la possibilità di avere un ISO base di 35. Infatti avendo informazioni maggiori e più pure, è possibile regolare meglio il sensore e quindi farlo lavorare a sensibilità più basse. Altro vantaggio è nella resa ad alti ISO, dove il rumore cromatico risulta essere molto ridotto rispetto ad un sensore con filtro classico. Infine questo tipo di filtro consente una drastica riduzione del fenomeno di purple fringing. Di norma siamo abituati ad associare questo fenomeno esclusivamente alle ottiche, ma quello che non sappiamo e che in parte questo difetto dipende dal sensore stesso. Infatti il filtro tricromatic, grazie alla miglior pulizia del segnale abbatte di molto questo fenomeno. Insomma il sensore offre una tecnologia davvero senza precedenti che ottimizza al massimo la resa in tutte le situazioni di luce. Inoltre, il dorso offre varie opzioni per lavorare in studio e semplificare la vita anche nella gestione della macchina.
Phase One IQ3 all’opera su cavalletto
Il dorso offre diverse uscite. Sono presenti più prese sincro flash, l’accesso per il collegamento USB 3 e la porta firewall. Inoltre il dorso lavora con schede di memoria di tipo Compact Flash. Nel corso della nostra prova abbiamo usato una scheda da 32 GB che ci consentiva di scattare circa 200 fotografie prima di riempirsi. In apparenza poche, con un corpo simile 200 pose diventano davvero moltissime.
Dettaglio laterale del dorso IQ3 Trichromatic 100MP
Sul dorso possiamo farci un ottima idea della qualità dello scatto, e possiamo facilmente individuare ogni errore. Infatti nella modalità play abbiamo accesso all’istogramma, al diagramma a zone (che indica con una mappa di colore la posizione di una zona nell’istogramma), i dati della della temperature del sensore, quelli relativi alla perfetta orizzontalità della foto ed un altra serie di opzioni secondarie. L’interfaccia è totalmente gestibile da touch. Il live view è molto efficiente, e già sullo schermo del dorso riusciamo ad avere una messa a fuoco manuale millimetrica grazie all’ingrandimento fino al 400% dei dettagli della nostra foto. Se ciò non dovesse bastare si può visualizzare l’immagine su di un monitor esterno grazie all’uscita HDMI presente. Inoltre per avere il massimo è possibile pilotare il dorso da PC.
Anche un banalissimo 2 in 1 può diventare un ottimo controllo remoto che consente lavorazioni molto di fino in ogni possibile situazione. Questa opzione si rivela comodissima in set statici come può essere la fotografia in studio o quella di paesaggio. Proprio in merito a questo Phase One ha pensato di integrare alcune comode funzionalità:
- messa a fuoco spot, con AFr
- messa a fuoco a zona, con AFr
- Modalità iperfocale
AFr è una tecnologia che sfruttando i sensori a bordo di dorso e corpo non fa perdere il punto di messa a fuoco durante la ricomposizione. Le due opzioni che si associano ad essa hanno un area di messa a fuoco una più piccola dell’altra. La modalità iperfocale invece ci ha molto sorpreso, è estremamente comodo utilizzare questa modalità per i classici scatti in cui vogliamo tutto a fuoco e non abbiamo modo di regolare bene manualmente la messa a fuoco a causa di problemi sul campo (si pensi ad esempio alla classica foto notturna). Insomma le opzioni sono davvero tante e tutte ben pensate per lavorare in armonia. A tal proposito parliamo un attimo della gamma di obiettivi che Phase One offre, questi non solo sono progettati per lavorare in armonia con il dorso IQ3, ma offrono anche l’otturatore centrale.
La gamma di obiettivi Blue Ring | Phase One IQ3 Trichromatic 100MP
Phase One offre diversi obiettivi con attacco XF. La gamma è molto completa e dispone di varie opzioni. La serie esplicitamente pensata per avere il massimo della risoluzione è per l’appunto la serie Schneider Kreuznach con anello blu da cui il nome d’arte “Blue Ring”. Le ottiche sono tutte progettate in Germania e offrono particolari accorgimenti costruttivi per offrire una qualità di immagine estremamente elevata. La prima caratteristica che risalta è l’otturatore centrale: questo consente di gestire i tempi direttamente dall’ottica ed inoltre riduce il rischio di problemi dovuti a cedimenti dell’otturare per via della possibilità di realizzare otturatori più efficienti ed efficaci. Inoltre si abbatte il numero di cicli per otturatore essendo questo legato all’ottica e non al corpo!
Le lenti Blue Ring disponibili sono 10 a focale fissa e 2 zoom. Nella nostra recensione abbiamo avuto modo di testare una classica tripletta:
- Schneider Kreuznach 35mm LS f/3.5, equivalente a 22 mm su formato Leica con un angolo di campo di 89°. Noi la abbiamo usata in foto di architettura e foto di paesaggio.
- Schneider Kreuznach 80mm LS f/2.8, equivalente a 50 mm su formato Leica con angolo di campo di 47°. Lo abbiamo usato molto in vari ambiti, fra cui paesaggio naturale ed urbano.
- Schneider Kreuznach 150mm LS f/2.8 IF, equivalente a 96 mm su formato Leica con angolo di campo di 25°. Lo abbiamo usato in studio, nel ritratto e per dettagli di paesaggi.
Il corredo cosi composto è quindi riuscito a coprire il 100% delle nostre esigenze fotografiche regalandoci molte soddisfazioni in ogni ambito per cui è stato utilizzato. Chiaramente il peso del sistema non è un peso piuma, e questo ci ha portato ad avere un approccio molto ragionato in merito alle uscite e alle fotografia scattate. Con questo strumento abbiamo lavorato per ottenere il massimo della qualità in tutti gli scenari. Prima di iniziare a mostrarvi i risultati delle nostre uscite e della nostra prova, vi proponiamo un analisi un po’ più tecnica di quello che il sistema Phase One XF offre.
Dettaglio della lente frontale degli obiettivi Blue Ring
Phase One XF: breve analisi tecnica del sistema
Al mondo d’oggi il formato più usato fra i fotografi amatoriali è l’aps-C, con qualche fotoamatore attento al peso che si orienta verso un sistema M 4/3 e qualche fotoamatore facoltoso ed evoluto che opta per un sistema FF oppure per la coesistenza di uno o più sistemi. Il mondo dei professionisti in tanti ambiti è orientato principalmente al FF con sistemi reflex e qualche sistema FF Sony, con alcune eccezioni in merito al sistema Fuji aps-C. Ad ogni aumento della dimensione del sensore il fruitore esperto del contenuto nota un maggiore effetto tridimensionale delle foto a parità di diaframma utilizzato.
Questo è chiaramente dovuto ai differenti circoli di confusione dei vari formati e in parte alla focale utilizzata a parità di angolo di ripresa. Inoltre il fenomeno della diffrazione diventa tanto più evidente tanto più il sensore è piccolo. La diffrazione tende a far diminuire il numero di informazioni che un sensore può raccogliere e porta a diminuire la qualità complessiva dell’immagine. Le domande che si siamo posti sono state fondamentalmente 3:
- Dal punto di vista della profondità di campo, che vantaggi offre un sensore medio formato?
- Un sensore medio formato da 100MP quanto risente del micromosso dovuto all’operatore ed al movimento dello specchio?
- Il fenomeno della diffrazione, nella situazione più critica possibile (una superficie 2D ad una distanza pari a 2 volte la focale) da che diaframma limita le prestazioni del sistema?
La prima domanda è in realtà di molto semplice risoluzione. Il sensore più grande consente di avere uno sfocato gradevole anche a diaframmi relativamente chiusi, con un vantaggio che si attesta in circa 1 stop e mezzo di profondità di campo. Questo ci porta ad avere fotografie molto corrette sul piano qualitativo, piene di dettaglio, e al contempo molto gradevoli e tridimensionali anche grazie al fatto che non è necessario utilizzare ottiche F/1.4 per avere una zona fuori fuoco interessante. Ci si può tranquillamente accontentare di un “modesto” diaframma f/2.8 o addirittura meno su focali che si discostando tanto dal normale. Ad ogni modo per chi fosse curioso in merito ad un calcolo preciso e rigoroso di quanto stiamo dicendo consigliamo due tools online:
- il più rigoroso DOF master per avere un idea prettamente numerica e ragionare con i circoli di confusione
- il più semplice ed intuitivo DOF Simulator che offre anche un tools visivo per capire di cosa si parla
Chiaramente noi abbiamo trovato riscontro sul campo a queste considerazioni, e abbiamo notato un qualcosa in più: la profondità del colore. I colori su questo sensore sono davvero molto più profondi e vi è una quantità di informazione tale da includere ogni sfumatura. Questo sommato a quanto sopra va a costruire la sensazione di maggiore effetto 3D della fotografia scattata in medio formato rispetto a quelle di formati più piccoli.
Rispondere alle altre due domande è stato invece un po’ più impegnativo. Per far ciò ci siamo avvalsi del software Raw Digger. Raw Digger è fondamentalmente un tools per l’analisi, la visualizzazione e lo studio dei dati grezzi contenuti nel raw. Con questo tools abbiamo fatto riferimento alla quantità di informazione racconta dal sensore nel singolo canale di colore, e abbiamo effettuato i confronti e tratto le nostre considerazioni.
100MP, micromosso e movimento dello specchio
Per rispondere alla domanda “Un sensore medio formato da 100MP quanto risente del micromosso dovuto all’operatore ed al movimento dello specchio?” abbiamo effettuato un test abbastanza particolare. Abbiamo scattato 4 fotografie inquadrando una scena diurna ad ISO base (35 ISO) facendo attenzione a variare il meno possibile l’inquadratura della foto stessa. La prima foto la abbiamo scattata a mano libera, la seconda su treppiede. Poi abbiamo usato la funzione mirror UP e abbiamo effettuato nuovamente la posa a mano libera e la posa su treppiede.
Esaurita la fase di scatto abbiamo esaminato gli istogrammi su Raw Digger:
Scatto a mano libera senza mirror UP
Scatto su treppiede senza mirror UP
Scatto a mano libera con mirror UP
Scatto su treppiede con mirror UP
Da questi dati in realtà possiamo notare anche la gamma dinamica del sensore… che è un po’ oltre i 15 stop dichiarati (e infatti lavorando i file abbiamo trovato una lavorabilità a noi sconosciuta).
Chiusa questa parentesi, su cui comunque torneremo, osservando il numero di valori raccolti a parità di scena ci troviamo difronte a questo andamento CF007082 > CF007080 > CF007081 > CF007079. Questo implica quindi che:
- Usando la macchina a mano libera c’è del micromosso che con tempi adeguati è però misurabile solo in modo strumentale e non effettivo (ingrandendo gli scatti al 100% su schermo è difficile rilevare differenze
- Il sistema di ammortizzazione dello specchio introduce dei leggeri movimenti, che portano alla comparsa di un micromosso strumentalmente misurabile
- Questa macchina da il meglio di se su treppiede, e con l’accortezza di usare il mirror UP prima dello scatto.
Questa conclusione per alcuni forse dirà l’ovvio, ma riteniamo possa essere molto utile per capire come utilizzare al meglio lo strumento che ci si pone davanti. Sarebbe buona regola effettuare questa prova sui sistemi in uso per avere un’idea generale del metodo migliore di utilizzo. In questa prova non abbiamo utilizzato il sismografo, il cui effetto sarà quello di avvicinare i values della prova a mano libera a quelli della prova su treppiede.
Il fenomeno della diffrazione su 100MP | Phase One IQ3 Trichromatic 100MP
Per studiare il fenomeno della diffrazione abbiamo effettuato una serie di scatti inquadrando una situazione in cui fosse minimo il vantaggio dell’incremento della profondità di campo sulla scena stessa. Abbiamo utilizzato lo Schneider Kreuznach 80mm LS f/2.8 e su treppiede abbiamo effettualo la messa a fuoco sul soggetto della prova (una superficie 2D ad una distanza pari a 2 volte la focale) ad ISO base, facendo attenzione ad evitare fenomeni di micromosso ed utilizzando il mirror UP. Abbiamo sempre utilizzato i values di raw digger, il risultato lo abbiamo quindi riassunto in una seria di tabella.
Andamento dei valori per singolo canale al variare di F
Da questa tabelle si evince come gli obiettivo in test già a f/4 ha un resa perfetta. Chiudendo poi mano a mano il diaframma raggiungiamo il valore massimo ad f/11. Da f/11 in poi ci saremmo aspettato un drastico calo della resa. Questo però non si è verificato, e proprio qui il sensore medio formato, in combo con gli obiettivi Blue Ring, dimostra che anche a 100MP non ci sono problemi di evidente diffrazione anche a diaframmi molto chiusi. Per cui chiudere il diaframma è solo una scelta, e diventa persino possibile chiudere “a piacere” senza preoccuparsi di eventuale calo di qualità.
In coda a questa breve analisi tecnica possiamo concludere che il sistema Phase One XF riesce ad offrire il massimo della qualità di immagine in ogni situazione in cui sia possibile utilizzare qualche accortezza in fase di scatto. Proprio con questo bene in mentre abbiamo effettuato la nostra prova sul campo. Si tratta di uno strumento che tecnicamente funziona molto bene, seppur avendo qualcosa che ancora può essere migliorato. Parliamo tuttavia di piccolezze, che sul campo non siamo riusciti a notare in nessuna situazione. La gamma dinamica poi è anche più estesa di quanto la casa dichiara, il che è estremamente positivo. Si ringraziano gli amici del forum JuzaPhoto per il supporto che ci hanno fornito nello svolgimento di questa piccola analisi tecnica. Da qui in poi saranno le fotografie a parlare e non i numeri.
Phase One IQ3 Trichromatic 100MP: prova sul campo
Dopo aver trascorso più di qualche giorno a studiare la macchina per avere una visione di insieme delle funzionalità offerte e farci un idea di come utilizzarla al meglio abbiamo organizzato una serie di test sul campo divisi in varie giornate e generi fotografici. Nel corso di questa prova abbiamo coinvolto varie persone del posto e ci siamo prefissati varie destinazioni da raggiungere.
Riteniamo più interessante parlare dei singoli generi più che in ordine cronologico. Nel corso della nostra prova abbiamo affrontato diversi generi:
- Paesaggio naturale e urbano
- Still Life in studio
- Still Life senza preparazione di un set
- Ritratto in studio
- Ritratto in luce naturale
- Architettura
Non abbiamo invece affrontato i generi, Macro (in mancanza di un ottica adatta), Reportage e street (poiché il sistema è abbastanza vistoso e pesante), Avifauna e Sport. I Generi sopra elencati invece li abbiamo affrontati in collaborazione con alcune persone esterne che ci hanno aiutato, con la loro preparazione e/o conoscenza dei luoghi ad ottenere il meglio dalla Phase One IQ3. Abbiamo, ovviamente utilizzato il software Capture One Pro 11.1 per lo sviluppo dei raw, combinandolo alcune volte ad altri programmi di editing come ad esempio photoshop. Questo è un passo obbligato poiché questa fotocamera scatto esclusivamente in raw (e ci mancherebbe!! pensare di scattare solo in JPG con una macchina del genere è un eresia!). In merito alla piattaforma di sviluppo, abbiamo utilizzato il seguente hardware:
- Cpu: I7-4770k
- Ram: 16gb DDR3
- Scheda madre: Asus Maximus Hero VI Z87
- Schede video: Fire Pro V4900 (per fase di deraw e lavorazioni sui colori)
- Schede video: GTX 770 (per merge e ritocchi che non riguardano il colore)
- Monitor: Asus Pro Art PA248Q (2 monitor, uno per scheda video)
- Calibratore monitor: X-rite i1 Display Pro
I raw hanno un peso che oscilla fra 100 e 200 mb, e sulla nostra macchina non hanno causato nessun tipo di rallentamento. Ma senza perderci in ulteriori chiacchiere andiamo al dunque.
Lascia un commento