Il genere fantasy e le leggende folkloristiche da sempre scatenano l’immaginazione dei lettori, ma anche la Disney che, nel 1985, porta nelle sale Taron e la pentola magica facendo però una mezza scivolata. Come mai? Scopriamolo assieme
TITOLO ORIGINALE: The Black Cauldron. GENERE: Fantasy. NAZIONE: Stati Uniti d’America. REGIA: Ted Berman e Richard Rich. DURATA: 80 minuti. DISTRIBUTORE IN ITALIANO: UIP. USCITA: 1985.
Siamo nel 1985 ed il genere fantasy spopola in ogni tipo di media possibile. Se da una parte ci sono capisaldi imprescindibili, come Il Signore degli Anelli di Tolkien, dall’altra nascono nuovi miti e leggende pronti a far sognare gli appassionati.
Gli echi di Tolkien sono ancora vivi nelle note degli “sfortunati” Cirith Ungol e nei tanti gruppi rock ed epic metal, le saghe eterne di Elric di Melniboné e Shannara sono ben salde tra i pesanti tomi, i dadi rotolano sulle tavole “imbastite” per le sessioni di Dungeons & Dragons ed i cartoni animati non possono essere da meno.
Ovviamente, se si parla di cartoni, poteva mancare la Disney? Assolutamente no ed è qui che l’opera in cinque volumi di Lloyd Alexander, Le cronache di Prydain, viene notata dalla famosissima casa di animazione.
Esatto, con il giusto “rimescolamento” e “taglia e cuci”, i personaggi dell’autore americano prenderanno vita sotto il nome di Taron e la pentola magica (in originale The Black Cauldron) andando ad occupare la venticinquesima posizione dei classici Disney.
La regia viene affidata alla coppia Ted Berman e Richard Rich, reduci dal grande lavoro svolto con Red e Toby nemiciamici, e l’animazione viene affidata ad Andreas Deja (in seguito lavorerà anche a Basil l’investigatopo, Chi ha incastrato Roger Rabbit e Aladdin tra i vari) e Ron Clements (nel suo CV compariranno anche Hercules e Il pianeta del tesoro).
Inoltre, tra gli art director, spunta anche il nome di un giovane Tim Burton e la voce di John Huston, nella versione in lingua originale, narra la trama del film. Per non parlare poi dell’utilizzo della tecnica dell’APT (Animation Photo Transfer Process) per animare le scene più complesse. Cosa mai potrebbe andare storto?
Una risposta potrebbe essere la seguente. Su 44 milioni di dollari di budget, mica uno scherzo, la pellicola ne incassa poco meno della metà, ma questa è più una conseguenza che un motivo vero e proprio. Sfortuna in generale, scelte sbagliate, allineamento dei pianeti? Forse sì o forse no, io credo che vada comunque rivisto, ma procediamo con un po’ di ordine. Non mi resta quindi che dare a te la parola Taron!
https://www.youtube.com/watch?v=4W3Lk82FFW0
La trama di Taron e la pentola magica | Gli imperdibili dell’animazione
Nella leggendaria terra di Prydain vi era, un tempo, un re così crudele che perfino gli dei lo temevano. Poiché non esisteva prigione dove poteva essere rinchiuso, venne gettato vivo in un crogiuolo pieno di ferro fuso. Ma la sua anima malefica non morì e prese la forma di una grossa pentola magica. Per secoli e secoli, uomini malvagi andarono alla ricerca della pentola magica ben sapendo che, chiunque l’avesse posseduta, avrebbe avuto il potere di radunare un esercito di guerrieri immortali e quindi, di dominare il mondo.
Con questo prologo, devo dire leggermente lugubre, ci vengono narrate le vicende del mondo incantato di Taron e la pentola magica. Un mondo dove un giovane ragazzo, trovandosi di fronte ad un’impresa più grande di lui, cercherà di crescere e di coronare il sogno di diventare un grande eroe degno di fama e gloria aiutato da dei fidati amici.
Ma queste, per il momento, sono ancora le fantasie di un giovane protagonista che, nella vita di tutti i giorni, aiuta il vecchio e saggio Dallben a fare la guardia ai porci. Tra questi animali, però, ce n’è uno, anzi una, piuttosto fuori dal comune.
Questa è infatti la piccola maialina Ewy che, se si recita la formula magica mentre le si immerge il viso in una tinozza d’acqua, è in grado di manifestare delle visioni. In poche parole, si tratta di un oracolo su quattro zampe che, purtroppo, deve essere sempre tenuta al sicuro.
L’ultima sua visione, purtroppo, rivela a Dallben e Taron una tragica verità. Infatti, il malvagio re non morto Cornelius, sa benissimo della sua esistenza e vuole catturarla per trovare la pentola magica e creare un esercito di redivivi per conquistare tutta Prydain e non solo.
Taron dovrà quindi condurre Ewy in un luogo sicuro, ma lungo la strada si perde in una delle sue fantasticherie e due viverne rapiscono la maialina portandola nel castello di re Cornelius. Ovviamente il nostro eroe si getta al suo inseguimento e, durante la corsa, fa uno strano incontro con una bizzarra creatura.
Quest’ultima è il peloso e codardo Gurghi che, continuando a riferirsi a sé stesso in terza persona, inizialmente si offre di aiutare il nostro protagonista, ma la paura è troppa e rinuncia. Taron dunque, decide di partire alla volta del castello, e provare a salvarla da solo.
Purtroppo l’impresa non riesce e, come risultato, viene gettato nelle prigioni da Cornelius e dal suo aiutante, l‘antipatico e goffo Rospus. Qui fa la conoscenza della principessa Ailin, accompagnata da una pallina magica in stile The Legend of Zelda: Ocarina of Time, e del vecchio menestrello Sospirello, “accompagnato” da un’arpa a cui parte una corda ogni volta che mente.
Il terzetto riesce comunque a scappare e, nella fuga, Taron trova anche una potentissima spada incantata in grado di menar fendenti da sola, una sorta di Excalibur 3000. In seguito si imbatteranno in alcuni folletti pronti ad aiutarli che indicheranno loro dove si trova la pentola, ma non penserete certo che il buon Gurghi sia sparito del tutto, vero?
Ad ogni modo, il malefico artefatto è custodito gelosamente da un gruppo di streghe a Morva che, avide ed anche un po’ furbe, non sono certo pronte a cederla per niente. Riusciranno dunque i nostri eroi a salvare Prydain ed il mondo intero?
Le carte in tavola | Gli imperdibili dell’animazione
Forte della sua tecnica di animazione, Taron e la pentola magica, ha permesso alle immagini di prendere vita in maniera ancora più viva e coinvolgente andando ad accentuare le scene più dinamiche e “dark”. Del resto, ricordiamo che i due registi avevano già lavorato a Red e Toby nemiciamici.
Esatto, perché questo film è davvero molto più “crudo” rispetto agli altri classici targati Disney. Le musiche del compositore Elmer Bernstein (I magnifici sette, Il buio oltre la siepe, La grande fuga, Il ponte di Remagen e L’uomo della pioggia giusto per dirne qualcuna), infatti, prendono il posto delle consuete canzoni e fanno da sfondo sonoro a degli ambienti più cupi e tenebrosi.
Sempre a tal proposito, re Cornelius è davvero un cattivo tenebroso e spaventoso con tanto di ossa ed orbite infuocate. Se poi si va a dare un’occhiata all’interno del suo castello i brividi non mancheranno e la stessa cosa si può dire per gli scheletri, le viverne e le altre località della pellicola come il bosco.
L’atmosfera in generale si riesce poi a districare abilmente tra momenti di tragedia e di commedia, a tal proposito indovinate poi dove appare il doppiatore del mitico zio Paperone, come testimoniano le interazioni con Gurghi e Sospirello. Devo dire poi che la trovata dell’arpa che si “scorda” merita e non mancherà di strappare sempre qualche sorriso per smorzare i toni.
Non dimentichiamo poi che il ciclo di romanzi stesso dal quale l’opera animata è stata tratta, ben si adatta ad un pubblico di più piccoli visto che si sta sempre parlando di un romanzo di formazione. Potete dunque aggiungere anche questo alla “lista” che vi hanno dato ai tempi della scuola.
Un film Disney non convenzionale | Gli imperdibili dell’animazione
Purtroppo, come si può facilmente intuire, Taron e la pentola magica non è che sia andato esattamente molto bene al botteghino andando ad incassare circa la metà del budget già speso. Una vera e propria “botta” dalla quale è stato difficile, per l’azienda di Topolino & Co, riprendersi.
Questo è dovuto innanzitutto al fatto che, al contrario degli altri classici Disney, l’atmosfera più cupa e cruda, oltre che senza alcuna canzone, non ha fatto una buona impressione al pubblico abituato alle produzioni disneyane. Del resto, e qui lo ricordiamo, Walt Disney era morto da pochi anni e questa sua dipartita ha fatto sì che la casa madre “rallentasse” un po’ il ritmo dei film usciti al cinema.
L’operazione di “taglia e cuci” fatti al libro, praticamente sono stati presi in esame due libri su cinque, ha poi fatto storcere un po’ il naso a Lloyd Alexander che non si è dimostrato molto entusiasta della trasposizione. Insomma, un po’ come è già successo con l’adattamento di Fritz il Gatto e I racconti di Terramare.
Va poi detto che questo va a riflettersi soprattutto nei personaggi. Oltre ad una riduzione delle dimensioni degli stessi ruoli, come ad esempio del vecchio Dallben, anche i nomi hanno subito un certo tipo di ridimensionamento.
Basti pensare Taron che in origine era Taran, Sospirello era Fflewddur Fflam ed Ailin era Eilonwy. A tal proposito, va ricordato che il suo stesso design era ispirato a quello della protagonista de La bella addormentata del bosco. Un format più congeniale al pubblico abituato ai film targati Disney.
Conclusioni ed eredità di Taron
Purtroppo di questo film d’animazione è rimasto ben poco in circolazione, non vi sono accenni o sequel, e l’accoppiata re Cornelius e Rospus compare nella serie House of Mouse – Il Topoclub seduto ad uno dei tavoli. La cosa strana è vederlo ridere, in maniera quasi normale, mentre sorseggia un cocktail e si gode lo show.
Nonostante la breve durata della pellicola ed alcune scelte non troppo azzeccate, Taron e la pentola magica mi piacque molto sia all’epoca che ai giorni nostri. Una chicca dell’animazione, a mio parere ingiustamente, finita nel dimenticatoio che merita una seconda possibilità.
In conclusione, sia i libri che il film sono facilmente reperibili, ma, per conoscere tutti gli altri tesori nascosti dell’animazione, vi consigliamo di rimanere su tuttoteK. Alla prossima impresa dunque, cari avventurieri!
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