Scopriamo insieme, in questa recensione, se vale la pena acquistare Lost Epic, l’action-rpg 2D a scorrimento laterale creato da EARTHWARS e oneoreight e recentemente arrivato su PC e console PlayStation
L’approccio a titoli minori, o considerabili tali, è molto delicato se si deve recensire questi specifici videogiochi. Da una parte bisogna rimanere obiettivi, mettere sul piatto ogni singolo aspetto ludico e tecnico come si farebbe più comunemente per i AAA, dall’altra bisogna saper soppesare i succitati aspetti con la grandezza del progetto, e quindi il probabile budget dello studio che lo ha sviluppato. Recentemente siamo rimasti piuttosto soddisfatti da Little Noah: Scion of Paradise, ad esempio, un po’ meno qualche mese fa con Winter Ember. Insomma: bisogna saper porre ogni opera nel suo contesto.
Il dubbio ce lo siamo posto anche approcciandoci a Lost Epic, action-rpg in 2D a scorrimento laterale creato da EARTHWARS e oneoreight, arrivato recentemente su PC, PS4 e PS5. Le meccaniche da hack’n’slash sono state mescolate ad elementi souls-like e metroidvania, in un connubio sicuramente già visto e derivativo, ma non necessariamente spiacevole. Dopo aver passato alcune decine di ore all’interno di Lost Epic, abbiamo accantonato il nostro dubbio amletico e abbiamo deciso di sederci al pc e buttar giù questa recensione. Vale l’acquisto? Scopriamolo insieme.
Prism Flare
Gli autori di Lost Epic hanno lavorato, in passato, a Earth’s Dawn, altro titolo derivativo, ma ambientato in un mondo prettamente sci-fi. Abbandonata la fantascienza, in Lost Epic i ragazzi di EARTWARS e oneoreight si sono buttati sul fantasy, mescolando gli stilemi classici del genere con alcuni caratteristici del mondo nipponico. Ci ritroviamo in un mondo sconosciuto al protagonista, di cui potremo scegliere l’aspetto fra alcuni predefiniti (e diciamocelo, non molto accattivanti), in cui ci risveglieremo senza alcuna memoria degli eventi precedenti. Una strega ci ragguaglierà sul nostro compito: sconfiggere le sei divinità che regnano il mondo, per ricostruirlo dalle sue fondamenta.
Le sei divinità si troveranno alla fine di altrettante diverse ambientazioni, tutte caratterizzate da un level design piuttosto intrigante e interconnesso alle altre aree. Inutile negare però che saranno davvero tutte troppo simili tra loro, tranne una ambientata principalmente negli abissi marini (e non eccessivamente frustrante, dobbiamo ammetterlo), così come è essenzialmente ripetitiva la varietà dei nemici, tutti praticamente uguali fra loro se non per uno o due specifici dell’area che staremo esplorando. Le ambientazioni, così come le creature che ci troveremo ad affrontare, cambieranno giusto per l’elemento caratteristico, niente più.
In to the Sanctum | Recensione Lost Epic
Dal punto di vista della semplice sceneggiatura, possiamo ammettere tranquillamente che il punto forte di Lost Epic non è decisamente la narrativa. Sebbene gli elementi da souls-like ci siano tutti anche in questo caso e gli sviluppatori abbiano saputo ben inserire un mondo di gioco che si racconta da solo, la storia del nostro protagonista in sé risulterà piuttosto banale e scontata, senza neanche lontanamente il fascino dell’altrettanto scontata Storia del Prescelto del primo Dark Souls, ad esempio. Perché ricordatevi sempre: non è tanto la profondità di una narrazione a colpire, quanto come questa è raccontata.
Dopo un breve e poco esaustivo tutorial, che vi mette giusto in mano una spada per iniziare a menar le mani con le prime creature che incontrerete, il mondo di Lost Epic vi si aprirà di fronte e vi mostrerà le sue molte sfaccettature, alcune delle quali decisamente interessanti e divertenti. Pad alla mano, infatti, il titolo di oneoreight ha il pregio di essere, perlomeno per la prima decina di ore, piuttosto piacevole ed intrigante. Nulla di nuovo sotto al sole, attenzione: attacco leggero, attacco pesante, abilità speciali (chiamate “Divine”, in questo caso), schivata e una sorta di parry attivabile proprio l’utilizzo al momento giusto delle abilità speciali.
Enemy | Recensione Lost Epic
L’incremento dell’armamentario e la possibilità di switchare fra due armi completamente diverse in modo piuttosto rapido, nonché l’utilizzo di guanti speciali che permettono di sparare proiettili magici aumenta decisamente le possibilità di personalizzazione. Il tutto insieme a una modesta quantità di equipaggiamenti, accessori ed armature, reperibili esplorando ogni angusto anfratto della mappa di gioco o craftandoli. Sì, perché in Lost Epic ci sono anche molte attività secondarie: dalla pesca, alla cucina, passando per il crafting di oggetti (potenziamento e cura), accessori estetici, armi ed equipaggiamenti di varia natura.
Ecco, la mancanza del tutorial e di indicazioni un po’ più specifiche si è iniziata a sentire qui. A partire dal capire, ad esempio, quali sono le “Erbe medicinali” necessarie al crafting delle pozioni curative, o nello sperimentare (fallendo) diversi tipi di ricetta al falò per ottenere qualche item in più. Nulla che sia troppo estenuante, dobbiamo ammetterlo: il modo di rigenerare la nostra salute in Lost Epic si trova piuttosto facilmente, ma se ad esempio termineremo le cure e verremo sconfitti da un boss, il gioco ci donerà al respawn successivo esclusivamente tre pozioni piccole. Un po’ poche, decisamente poche.
God Slaying Knights | Recensione Lost Epic
Una volta superate le prime aree di gioco e inoltratici nel mondo di Lost Epic, la legnosità e la limitatezza del sistema di combattimento ha iniziato a farsi sentire pesantemente, complici delle animazioni decisamente di un paio di generazioni fa e la sempre maggiore presenza di nemici volanti o più aggressivi in generale. L’incremento della difficoltà è in parte bilanciato dallo sviluppo del personaggio, che, come è ovvio che sia in un titolo con elementi souls-like, otterrà “Anime” per ogni nemico ucciso. Queste anime saranno poi spendibili ai santuari per effettuare dei level up, che doneranno ciascuno un punto abilità utilizzabile nei vari libri di abilità.
Potremo quindi imparare nuove skill o aumentare i nostri parametri base, incrementando così i Punti Vita, l’Attacco o il Vigore. Tutto piuttosto classico insomma e nulla di troppo emozionante, sotto questo punto di vista. Anche la scelta degli equipaggiamenti si è principalmente basata esclusivamente sul “più performante”, in quanto non ci è sembrato essere, in Lost Epic, alcun elemento di ottimizzazione o di varietà nelle build. Presenti anche ovviamente una pletora di missioni secondarie, che risulteranno però tutte essere semplici fetch quest o richiederanno, più semplicemente, di abbattere determinati gruppi di nemici.
Sacred Corridor | Recensione Lost Epic
Anche la componente Metroidvania, che ci permetterà di sbloccare nuove strade e trovare nuovi tesori una volta sbloccate determinate abilità, è piuttosto basilare e priva di qualsiasi guizzo creativo. Nella prima area di gioco vi imbatterete spesso in muri di legno impossibili da abbattere fintanto che non avrete imparato l’attacco pesante caricato, e così via. La sensazione è quindi quella che gli sviluppatori abbiano voluto creare un titolo molto vasto, pieno di cose da fare e da sperimentare, senza curarne a fondo neanche una e facendolo risultare così appena sufficiente sotto ogni aspetto.
Appena sufficiente è anche il comparto tecnico, che se, come abbiamo detto, a livello di animazioni si pone in un paio di generazioni fa, da quello estetico alza lievemente l’asticella. I fondali, in particolar modo, sono particolarmente ispirati, colorati e suggestivi, con qualche colpo d’occhio davvero brillante. Peccato non poter dire lo stesso per i modelli dei nemici, come già detto molto ripetitivi, e per quelli degli NPC (che con la scusa che le streghe son tutte sorelle hanno risparmiato facendole tutte uguali).
Nulla da eccepire sulla soundtrack, senza infamia e senza lode, che ci ha accompagnato per le tante ore di gioco passate in Lost Epic senza risultare mai fastidiosa. Pessimo invece il bilanciamento audio con i suoni ambientali e dei colpi delle armi: occhio, se giocate in cuffia abbassate il volume dalle Impostazioni.
Lost (and not) Epic
Insomma, per concludere questa fugace recensione di Lost Epic, il titolo di EARTHWARS e oneoreight ha cercato di essere più di quanto si potesse permettere. Gli elementi messi in campo dagli sviluppatori, seppur derivativi, sono tutti molto interessanti e, nel corso delle prime ore di gioco, anche divertenti. Con il proseguire dell’esplorazione del mondo di gioco e del suo gameplay, però, i nodi vengono al pettine e al netto di tante buone idee Lost Epic si dimostra essere poco più che sufficiente sotto ogni suo aspetto. La prossima volta basta anche meno, ma meglio!
Lost Epic è attualmente disponibile su PC, PS4 e PS5. Fateci sapere se lo avete acquistato e giocato qua sotto nei commenti, noi continueremo a tenervi aggiornati con tutte le news, le guide e le recensioni a tema videoludico e tech! E se siete interessati a chiavi di gioco a prezzi vantaggiosi, vi consigliamo di dare un’occhiata al catalogo di InstantGaming!
Punti a favore
- Artisticamente valido
- Gameplay accattivante nelle prime ore di gioco...
Punti a sfavore
- ... ma poi via via sempre più legnoso e banale
- Tecnicamente di un paio di generazioni fa
- Troppi elementi poco sviluppati
- Modelli di nemici e NPC ripetuti all'inverosimile
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