Generazione 56K è la nuova produzione di Netflix in collaborazione con i The Jackal che è giunta sulla piattaforma da luglio e si sta rivelando una piacevole sorpresa estiva. Scopri la nostra recensione
TITOLO ORIGINALE: Generazione 56K. GENERE: Commedia. NAZIONE: Italia. REGIA: Francesco Ebbasta. CAST: Angelo Spagnoletti, Cristina Cappelli, Alfredo Cerrone, Azzurra Iacone, Fru, Fabio Balsamo. DURATA: 30 minuti circa ad episodio. DISTRIBUTORE: Netflix USCITA SULLA PIATTAFORMA: 01/07/2021
Generazione 56K, nuova produzione italiana Netflix è disponibile da luglio sulla piattaforma in prima visione assoluta con tutta la sua carica nostalgica di narrazione di una generazione intera, così come suggerisce il titolo. La serie si compone di una stagione di otto episodi ed è prodotta da Cattleya in collaborazione con i The Jackal. La regia e il soggetto sono di Francesco Ebbasta, mentre tra gli interpreti vediamo Angelo Spagnoletti, Cristina Cappelli, Alfredo Cerrone, Azzurra Iacone, Fru e Fabio Balsamo dei The Jackal.
Trama e trailer | Recensione Generazione 56K
Al centro della storia Daniel e Matilda, che si conoscono da giovanissimi e s’innamorano da adulti, e che, insieme agli amici di sempre, Luca e Sandro, sono il simbolo della Generazione del Modem 56K. Daniel e Matilda vivono una relazione che rivoluzionerà il loro mondo e li costringerà a fare i conti con il passato e quella parte più pura e vera di se stessi che, in modi opposti, hanno dimenticato. Tutti gli episodi della serie intrecciano costantemente due linee temporali, due punti di vista, due fasi della stessa storia d’amore e di amicizia che parte nel 1998 e continua fino ai giorni nostri.
Netflix si rivolge ai millenials con nostalgia | Recensione Generazione 56K
Dopo nuovi prodotti rivolti alle nuove generazioni, come Skam Italia, Zero, Summertime, Netflix propone sulla piattaforma un prodotto originale che si rivolge alla generazione dei millenials. Ovvero i trentenni di oggi, quelli che dalle statistiche sociali sono quei giovani adulti, quelli che in realtà date tutte le difficoltà, economiche e sociali degli ultimi anni, fanno davvero fatica a diventare adulti. Sono quella generazione, come dice il titolo, del 56K, il primo modem di internet che quando si accendeva faceva un gran baccano e ti portava in un mondo virtuale che ancora non si conosceva molto bene. Ed è qui che si svolge l’operazione nostaglia: quando con i flashback ripercorriamo i momenti del protagonista e della sua famiglia, nel 1998, in un mondo che è molto diverso da quello di oggi. Infatti questo oggi è fatto di app per incontri e giovani che ancora a trentanni devono trovare la loro strada, sentimentale, professionale.
Questo parallelo funziona molto bene dal punto di vista narrativo, anche se dal punto di vista tecnico il passaggio tra passato e presente è realizzato da cambi di regia che mescolano due diversi linguaggi visivi: quello vintage nostalgico e quello attuale molto in linea con la fotografia delle serie TV più contemporanee. Questo, in molti passaggi appare non ben mescolato, come se alla base non ci sia una direzione di fotografia univoca.
L’effetto nostaglia lo vediamo anche nella colonna sonora, in cui sentiamo Max Pezzali con i suoi 883 e altri classici degli anni ’90 e 2000, con quel piglio dance che ci riporta a quei tempi in cui l’amore non partiva dagli smarphone e da internet, ma si portava dietro altrettante delusioni e scottature.
Conclusioni
Quello che appare dal punto di vista narrativo è un piacevole intrattenimento, perché Generazione 56K scorre molto piacevolmente, alternando momenti comici di vita quotidiana, molto realistici, come l’interazione tra i tre amici e momenti emotivi piuttosto intensi che coinvolgono lo spettatore all’interno della storia d’amore che detta il registro dell’intera stagione. Un bel modo di parlare alla generazione dei trentenni, che sicuramente non manca di sbavature, ma che è un buon inizio per altri prodotti che in modo genuino e realistico si possano rivolgere anche a questi millenials che sembrano esistere solo nelle sit-com americane.
Punti a favore
- Piacevole e scorrevole
- Malinconica nei momenti giusti
Punti a sfavore
- In regia stili narrativi differenti troppo mescolati
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