Correva l’anno 2005: rivediamo il debutto 3D da protagonista del dinosauro con una retro-recensione di Super Mario 64 DS nel Mese di Yoshi
Dopo il completo delirio che era Yoshi’s Story, la nostra iniziativa pre-pasquale del Mese di Yoshi ci riporta ad aprile del 2005, ovvero quando il numero 38 di Nintendo la Rivista Ufficiale ospitò la recensione di Super Mario 64 DS. Premiato a suo tempo con un 9 dallo stesso Roberto “Magiustra” Magistretti che oggi milita tra le fila di Ubisoft Milano, questo remake tuttora fa discutere i fan. Ci sono due principali “fazioni” tra gli appassionati della mascotte Nintendo: una maggioranza netta per la quale l’originale per Nintendo 64 è superiore in ogni aspetto, e il poco che resta, di cui fa parte il sottoscritto.
Chiariamoci: la portabilità di Nintendo Switch ha reso possibile scarrozzarsi in giro (in modo, ehm, più ufficiale e legittimo) l’originale del 1996, che sia mediante 3D All-Stars o via Nintendo Switch Online. Tuttavia, l’assenza di una leva analogica viene citata tuttora come il motivo per cui silurare di default il gioco. Quando questo speciale sarà uscito, l’eShop di Nintendo 3DS (che, caso vuole, è retrocompatibile e gode di stick analogico) resterà aperto ancora per poche ore. Se cercate un titolo da recuperare assolutamente in formato fisico, lo avete trovato, perché l’incarnazione migliore del grande classico rimane comunque questa. Oh, già, e c’è Yoshi. Eccome se c’è.
Il giardino segreto di Nintendo cerca un nuovo custode dal pollice verde – Mese di Yoshi: retro-recensione Super Mario 64 DS
Chi critica Super Mario 64 DS solo sulla base di uno stile di controllo “retrocesso” alla fusione di croce digitale e tasto di corsa non troverà in questa recensione la camera dell’eco in cui sperava, partendo proprio da ciò che gli dona un posto specifico nel pantheon del Mese di Yoshi. Il remake, concepito in fase di sviluppo come Super Mario 64×4 (in concomitanza con la scocca provvisoria del primo modello), si è proposto fin da subito di ampliare il gioco originale. Tralasciando il fatto di essere “ora” fruibile anche in italiano per chiunque ne avesse bisogno, le novità non manca(va)no affatto.
L’espansione del cast giocabile a Mario, Luigi, Wario e Yoshi non era che la punta dell’iceberg. Non per questo, però, ci ritroviamo sprovvisti di un punto di partenza già eccellente: il quartetto, oltre a spartirsi i poteri dei berretti di Mario nell’avventura originale con il neonato Fiore Potenza, vantano abilità differenti. Mentre però Luigi gode di salti lunghi e lontani (più una capriola all’indietro con cui planare in modo non dissimile dal draghetto Spyro) e Wario si limita a saltare poco e pestare duro, nel caso di Yoshi le cose sono molto, molto più interessanti. Ci sarà un motivo se la quarta fermata del mese avviene con questo gioco!
Il baffo, lo smilzo, il grasso e il sauro – Mese di Yoshi: retro-recensione Super Mario 64 DS
Scusateci se abbiamo messo da parte la trama per un secondo, sebbene come nell’originale qui si parla più di mero pretesto narrativo. Ancora una volta, Peach (firmando la sua lettera con la stessa ambivalenza di tra Dr. Robotnik e Dr. Eggman, in questo caso optando per il precedente nome ufficiale Principessa Toadstool) invita Mario al castello per una fetta di torta. Ad arrivare, però, sono anche Luigi e Wario, mentre Yoshi dorme placidamente sul tetto. A svegliarlo è l’addetto alla telecamera, un Lakitu benevolo: gli altri non sono ancora tornati. Esatto, per la prima volta in un platformer della serie ammiraglia Mario è un personaggio da sbloccare!
La prima oretta abbondante di gameplay la si vive con Yoshi, che per l’occasione vanta delle mosse molto più fedeli alle sue avventure di origine di quanto possa dire Wario. Fermateci se l’avete già sentita: Yoshi può allungare i salti, inghiottire i nemici, e trasformarli in uova da lanciare. L’uovo da portarsi appresso stavolta è uno solo, certo, e il gioco mira al nemico più vicino anziché imporre un mirino mobile. Va bene. Resta il fatto non trascurabile che, però, nella sua ingenuità il gioco si propone come seguito spirituale (e poligonale, nonché dal level design molto più aperto) di Yoshi’s Island a insaputa del giocatore. E scusate se è poco, accidenti!
Questa proprio non me la ricordo – Mese di Yoshi: retro-recensione Super Mario 64 DS
Presa confidenza con Yoshi e, ammettiamolo, anche con modelli 3D decisamente più graziosi di quanto visto nel 1996, il giocatore trova delle novità anche solo dopo le prime Stelle ottenute. Come ogni collectathon che si rispetti, il gioco prevede di esplorare ogni anfratto dei livelli e della hub da cui accedere ad ognuno di essi. E la “casa delle bambole” virtuale originale, il Castello di Peach, sin da subito mostra i suoi assi nella manica in quella che un tempo era solo la torre di accesso per lo scivolo segreto. Ora abbiamo nientemeno che una camera da letto, comprensiva di guardaroba in cui scambiarsi di posto con i personaggi rapiti e accesso a tanti minigiochi inediti.
In quanto ai contenuti legati al gameplay duro e puro, il remake ha aggiunto trenta Stelle in più da sommare alle 120 originarie. E con esse trovano anche posto nuovi livelli, come le Isole Soleggiate con cui riproporre la musica di sottofondo di Delfinia. Per non parlare di uno scenario tutto dedicato a Goomboss, ovvero il debutto nei platformer del Re Goomba già visto in Paper Mario. Di idee come questa ce n’è una vera valanga, e tra il Super Fungo che precede 3D Land e 3D World al di fuori dello scorrimento laterale e i minigiochi di Luigi come croupier al casinò di Sabbie Rosse, il gioco sembra più una celebrazione enciclopedica del baffone che un “semplice” port.
Ancora una e poi smetto – Mese di Yoshi: retro-recensione Super Mario 64 DS
Tre erano i giochi che la Grande N ha accompagnato a “scuola” nel suo primo anno di vita. Il primo era quello di cui parliamo oggi; il secondo era Yoshi Touch & Go, tech demo mancata di cui forse parleremo meglio domenica prossima. Il terzo, però, era WarioWare: Touched!, la cui definizione di “Cavallo di Troia” da parte di Nintendo La Rivista Ufficiale abbiamo pensato di prenderla in prestito noi per Get it Together!. Ed è con Touched! che vorremmo fare un confronto. Il potenziale di touch screen e microfono era meglio esplorabile in un gioco pensato appositamente per questo, ma c’è un “ma”.
Catturando i vari conigli, la cui codifica cromatica ci comunica quale personaggio è predestinato ad acciuffarli, è possibile ottenere chiavi corrispondenti ad altrettanti minigiochi. Di solito, la diaspora riguarda anche i temi dei minigiochi: a Yoshi il compito di dedicarsi ad attività rilassanti come il “m’ama, non m’ama” con quella che settimana scorsa era la sua barra della salute, per esempio. E mentre Luigi si dedica alle carte, a Mario rimangono gli utilizzi più basilari del touch screen. Wario, dal canto suo, era più che felice di rubare la scena con le idee di gameplay migliori, come citazione promozionale alla sua serie. Due giochi in uno, come minimo!
Come prima, più di prima – Mese di Yoshi: retro-recensione Super Mario 64 DS
Tralasciando i deliri di game design che talvolta esasperano il rivoluzionario senso di meraviglia sortito dal gioco originale a suo tempo (le monete rosse e le detestabili sfide delle 100 monete in primis), in generale fisica ed inerzia del classico per Nintendo 64 sono invecchiate maluccio. Solo per aver fatto da apripista ai platformer a tre dimensioni, naturalmente, il buon Super Mario 64 resta tuttora degno del suo trono nelle liste ai migliori videogiochi di tutti i tempi. Però, se ci passate una considerazione da profani, il remake per Nintendo DS sbaraglia completamente il predecessore nel suo smussarne ogni angolo possibile.
L’utilizzo che il giocatore fa di Yoshi lascia, tristemente, il tempo che trova. Sbloccando gli altri tre personaggi giocabili iniziano a fare capolino anche i loro berretti, per trasformazioni temporanee in essi. Tornare a usare il personaggio, salvo l’occasionale Stella che richiede i suoi poteri (nel suo caso, il Fiore Potenza gli permette di sputare fuoco in modo analogo al cocomero rosso di Island), è a pura discrezione del giocatore. Un peccato per il nostro intento celebrativo di questo mese, ma al di fuori del contesto pre-pasquale va detta una cosa: per quanto impegnativo sia prendere confidenza coi salti a muro di Mario, il gioco gestisce la sua curva di apprendimento molto meglio rispetto all’originale.
La rivoluzione portatile
Dimenticate per un istante le prodezze tecniche di alcuni giochi per Game Boy Advance come V-Rally 3 e fingete che la vostra prima esperienza puramente poligonale su console portatile sia stata su Nintendo DS. Due erano le alternative nel periodo di lancio: dimostrare le potenzialità dei nuovi tipi di input come touch screen e microfono, o mettere nelle tasche di milioni di giocatori esperienze di gioco inequivocabilmente alla pari con quanto visto su console fissa. E se questo era il proposito prefissatosi dal Colosso di Kyoto, gli sviluppatori hanno fatto nuovamente centro come sono ormai soliti fare.
La prima schermata di gioco pubblicata a pagina 36 di quel fatidico numero di Nintendo la Rivista Ufficiale per la console a due schermi così recitava: “Yoshi, nervoso, osserva il castello; riuscirà a essere all’altezza del suo fantino?” E per aver guidato un’intera generazione di nuove leve (non analogiche, ma che importa?) nei loro primi momenti con la console puramente portatile di maggior successo di sempre, diremmo che sì, “il sauro” ce l’ha fatta alla grande. Ma d’altronde, quelle che possiamo dedicare al gioco sono solo parole, parole, parole. E i titoli di questo calibro sono, e restano, sempre gli stessi capolavori.
- Easter Egg: Inanellate tre “m’ama” di fila nel minigioco apposito per udire un jingle familiare a chi conosce Super Mario Bros. 3 a menadito. Wario e Luigi sono i soli membri del cast giocabile a non essere effettivamente presenti nell’originale. Dove abbiamo detto che si trovava Yoshi all’inizio del gioco? O dovremmo dire alla fine, se parliamo della versione per Nintendo 64… se ve la sentite di mirare al 100%, si intende…
Ora sta a voi dirci la vostra: avete mai provato questa fenomenale “nuova” versione? Fatecelo sapere qui sotto, e come sempre non dimenticate di restare su tuttotek per tutte le notizie più importanti per i gamer e non solo. Per i vostri bisogni puramente videoludici, potete invece trovare i migliori sconti in formato digitale su Kinguin.
Lascia un commento