Circa ottant’anni fa l’Europa ed il mondo intero conobbero quell’incubo chiamato Seconda Guerra Mondiale e la stessa cosa fu nel retrogaming con Medal of Honor: Allied Assault
Siamo agli inizi del 2002 e, sugli scaffali dei negozi di videogiochi di tutto il mondo, arriva il primo capitolo della celebre saga per PC. Dalla prima PlayStation, dunque, si passa sul fisso con Medal of Honor: Allied Assault, una vera e propria chicca per gli amanti degli sparatutto in prima persona ambientati durante l’ultimo conflitto mondiale (e del retrogaming). Un’evoluzione che fa registrare un netto miglioramento rispetto ai titoli precedenti, come il primo omonimo del 1999 e Underground del 2000, e che conferma di nuovo la presenza del regista Steven Spielberg tra gli sceneggiatori del titolo firmato Electronic Arts.
In questo terzo capitolo infatti, l’esperienza di gioco ha uno stampo decisamente più cinematografico per coinvolgere ancora di più i giocatori stessi durante le loro partite. Musiche epiche fanno poi da sottofondo ad un vero e proprio inferno di proiettili, eventi bellici, vecchie conoscenze, medaglie conquistate sul campo e colpi di scena.
Un inferno, quello della guerra, che si potrà vedere in altre saghe ormai iconiche, come Call of Duty e Battlefield, che hanno tutte tratto libera ispirazione da questo terzo capitolo di MOH. In particolar modo per il suo essere epico e cinematografico. Calcate dunque bene l’elmetto sulla testa e controllate le munizioni del vostro fucile, si va a liberare l’Europa!
Una spiaggia che si colora di sangue
Già dal primo trailer del gioco, l’atmosfera che si respira è quella vista nel film cult Salvate il soldato Ryan (1998) diretto dallo stesso Spielberg. Le scene mostrano infatti lo sbarco in Normandia delle forze Alleate mentre la Wermacht li tempesta di colpi di artiglieria e mitragliatrice. È dunque una corsa forsennata verso il primo riparo disponibile per poi muoversi ancora fino a raggiungere i bunker nemici. Vediamo dunque tutto questo mentre, negli intermezzi, la telecamera gira su una divisa che comincia a riempirsi di medaglie e riconoscimenti ottenuti sul campo.
Protagonista di queste gesta eroiche, pur nel retrogaming, è il tenente Mike Powell dell’OSS (Office of Strategic Services) che ci accompagnerà lungo tutte le campagne di Medal of Honor: Allied Assault. Si partirà dunque dallo sbarco in Africa (Operazione Torch) fino a giungere nel cuore dell’Europa per sabotare la macchina bellica nazista. Tutto questo, però, non prima di aver completato un breve addestramento dove si imparerà a compiere le azioni principali ed a usare le varie armi, dalle pistole alle granate, che si dovranno usare lungo le varie campagne.
Una serie di operazioni – Retrogaming: Medal of Honor: Allied Assault
Durante la prima missione, dunque, ci si troverà assieme ad un manipolo di soldati ad Arzew in Algeria per liberare il Maggiore Grillo e sabotare l’artiglieria. Purtroppo si viene scoperti quasi subito e tutti vengono uccisi in un’imboscata ma se sarete abbastanza bravi a tenerne in vita qualcuno avrete una medaglia. Sappiate, però, che il Maggiore Grillo, ed un altro prigioniero “segreto”, sapranno come aiutarvi più che egregiamente! Dopo averlo salvato partirete con lui a bordo di una jeep con mitragliatrice per impallinare qualunque cosa si muova, bombardieri Stuka inclusi.
Nella seconda missione si cambia totalmente scenario. Dal clima desertico e sabbioso dell’Algeria si passa al freddo ed alla neve della Norvegia (più precisamente a Trondheim) dove bisognerà distruggere il prototipo di un’arma segreta e sabotare un U – Boot. Insomma, una cosetta da poco! Ad ogni modo, questa è una missione da affrontare in maniera più “stealth” una volta che si è riusciti a penetrare nel complesso (purtroppo il Maggiore Grillo perirà nell’impresa).
Occorrerà infatti rubare una divisa nazista e procurarsi sempre i documenti giusti prima di mostrarli alle SS o agli ufficiali dato che sono in grado di riconoscervi se non li avete. In ogni caso, la pistola con il silenziatore facilita le cose! Dopo aver eliminato gli scienziati responsabili del progetto, tutti con una pistola sotto al camice, sarà la volta del sottomarino. Dopo aver piazzato delle cariche esplosive bisognerà dunque cercare di fuggire il più in fretta possibile.
Nella terza missione sembrerà quasi di stare nei primi minuti de Salvate il soldato Ryan dato che si è a bordo di un mezzo da sbarco verso le spiagge della Normandia (direzione Omaha). Superata la pioggia di proiettili ed assaltato i grandi bunker, bisognerà poi addentrarsi nella Francia occupata per sabotare i cannoni Nebelwerfer che stanno infliggendo pesanti perdite alle forze Alleate.
Nella quarta missione, dopo essere avanzati di qualche chilometro, occorre salvare un pilota americano abbattuto ed incontrarsi con la Resistenza francese per recuperare delle informazioni su un carro armato King Tiger. Ah, e ovviamente rubarlo per ingaggiare una battaglia tra mezzi pesanti ancora prima di World of Tanks. Nella quinta missione, dopo essere scesi dal carro armato, è tempo di trasformarsi in abili cecchini ed aiutare una squadra a liberare una città (Brest) piena zeppa di tiratori scelti. Una volta liberata, e sarà tutt’altro che facile, bisognerà fornire “assistenza” da un punto sopraelevato coprendo i genieri che mettono le cariche esplosive sotto un ponte.
Nella sesta ed ultima missione, la direzione da prendere è quella di Fort Schmerzen, sede di stoccaggio di armi chimiche, per distruggerlo. Una vera e propria impresa dove, in alcuni punti, occorrerà munirsi di maschera antigas, ma per fortuna si potrà utilizzare una nuova arma tedesca, lo Sturmgewehr 44, contro i soldati nemici e farci largo tra le fila.
Modalità di gioco e guerra – Retrogaming: Medal of Honor: Allied Assault
Durante tutto il gioco, inclusi i momenti a bordo del carrarmato, la visuale sarà quella della prima persona con il mirino e l’arma principale ben chiara davanti a noi. Accanto ci saranno poi un altro paio di indicatori utilissimi. In alto a sinistra una bussola ci indicherà la distanza dal nostro obiettivo principale mentre, in basso, ci sarà la barra della vita. Questa andrà ricaricata attraverso i vari medikit presenti lungo i livelli, durante il livello dello sbarco in Normandia potrete farvi aiutare da un medico se lo trovate, quindi attenzione a lanciarvi all’assalto senza copertura.
Questo rende forse le azioni un po’ meno “cinematografiche”, ma di certo aumenta di una tacca il realismo e, ad aumentare ancora di più questa componente sarà il fuoco amico. Quando si incontrano dei soldati alleati, questi possono, dunque, morire se sarete voi a spararli. Se li vedrete poi zoppicare mentre vi seguono, allora vuol dire che il prossimo colpo che riceveranno sarà quello fatale quindi attenzione!
Tornando agli indicatori, in basso a destra, troverete le munizioni a vostra disposizione che cambiano a seconda dell’arma che imbracciate andando ad assumere la forma del suo caricatore. La stessa cosa capiterà con le granate. Infine, in alto a destra, potrete trovare tutti gli strumenti utili allo scopo della missione come, ad esempio, il binocolo e le cariche esplosive, praticamente un must degli sparatutto moderni.
Tra le armi, nonostante quelle dell’Asse non siano tantissime, troverete comunque lo strumento più adatto a voi per spazzare via la macchina da guerra nazista. Compagni fedeli saranno sicuramente il Garand M1, il mitra Thompson ed il fucile da cecchino Springfield, ma sappiate che all’occorrenza anche la cara vecchia Colt 1911 vi potrà tirare fuori dai guai se usata a breve distanza.
Tra le altre armi potrete poi imbracciare il pesante BAR, il devastante fucile a pompa o le bombe a mano, oppure utilizzare la pistola con il silenziatore per infiltrarvi in maniera più stealth. Dal punto di vista nemico, vi consiglio sempre l’Mp40 poiché si ricarica in fretta e le sue munizioni non scarseggiano mai! Infine non va dimenticato che esistono due espansioni, Spearhead e Breakthrough, dove si aggiungeranno nuovi scenari ed armi come l’Italia, le Ardenne, il PPSh – 41 ed il fucile Lee – Enfield.
Tra citazioni e riferimenti – Retrogaming: Medal of Honor: Allied Assault
Sicuramente la pellicola Salvate il soldato Ryan è quella che “echeggia” di più soprattutto nella missione dello sbarco in Normandia tra il fuoco delle mitragliatrici e nella città di Brest mentre sibilano i proiettili dei cecchini. Se poi si fa un piccolo sforzo di memoria nella cinematografia bellica di quegli anni, primi anni Duemila ricordiamolo, allora l’interno del sottomarino in Norvegia potrebbe ricordare il film U – 571 (2000) dove un manipolo di soldati americani deve cercare di impossessarsi della macchina Enigma.
Altre citazioni riguardano invece uno dei personaggi ed uno degli scenari bellici che ricordano gli scontri passati sui capitoli precedenti. Margot della Resistenza francese, grazie a lei ruberete il King Tiger, era già apparsa in MOH Underground mentre Fort Schmerzen, l’ultima missione, era già apparso nel primo capitolo di questa mitica saga.
In conclusione
Di anni e proiettili ne sono passati davvero tanti sotto i ponti ed al giorno d’oggi anche questo titolo mostra i suoi anni. Certo, è invecchiato, ma non per questo risulta meno coinvolgente. Medal of Honor: Allied Assault è un capitolo immancabile per tutti gli amanti del cinema bellico, della serie, degli sparatutto ambientati durante la Seconda Guerra Mondiale e del retrogaming. Da recuperare poi, assieme alle espansioni, per godersi nuovamente altri capitoli come, ad esempio, Frontline, Rising Sun, Pacific Assault, Airborne e tanti altri ancora!
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