Quando si parla di retrogaming, a volte, basta anche solo un piccolo salto indietro, o di lato, nel tempo come dimostra il buon “Max Payne”
Benvenuti dunque ad un altro speciale sul mondo del retrogaming con “Max Payne”, un titolo che si discosta non poco dal precedente articolo su The Curse of Monkey Island, ma che di certo non può mancare nella collezione di ogni appassionato che si rispetti. Andiamo dunque a scoprire un po’ di qui su questo iconico titolo.
Era una bella giornata estiva, una come tante
Correva il luglio del 2001, ma a quanto pare non era l’unica cosa ad andare con una certa fretta. Infatti non erano pochi gli appassionati di videogiochi che quel giorno decisero di fare un salto nei negozi specializzati per accaparrarsi un titolo, proveniente dalla fredda Finlandia, che avrebbe cambiato per sempre la loro esperienza di gioco.
Max Payne esce ufficialmente sul mercato PC nell’estate del 2001 in tutto il mondo e, pochissimi mesi dopo, sbarca anche su PC, PlayStation 2, Xbox ed anche Game Boy Advance con il dovuto downscaling. Il gioco è un vero e proprio fiore all’occhiello della casa finlandese Remedy Entertainment che può vantare anche la realizzazione dei suoi due seguiti. Ma torniamo al retrogaming vero e proprio e cerchiamo di capire assieme come ha avuto origine la storia del tormentato Max Payne.
Scienza videoludica finlandese – Retrogaming: “Max Payne”
Le origini del gioco non sono da ricercare in America, ma bensì nel Nord Europa, più precisamente ad Espoo in Finlandia. Il team, proveniente da esperienze di demo e poco più, è composto da dei giovani ragazzi pieni di idee e fantasia. Tale bagaglio culturale include uno stile di gioco molto più cinematografico rispetto alla media dei titoli dell’epoca e questo è dovuto alle geniali intuizioni del direttore creativo Sam Lake (pseudonimo di Sami Antero Järvi) che ha contribuito alla genesi di Remedy Entertainment sin dal suo gioco d’esordio.
Si trattava infatti di Death Rally del 1996, un gioco di guida e combattimento che ha probabilmente tratto ispirazione da Twisted Metal uscito per la prima PlayStation l’anno precedente. Lake si fa dunque notare per la sua caratterizzazione dei personaggi e dei dialoghi, dei punti chiave che troveranno il massimo sviluppo nel secondo gioco della casa finnica, Max Payne.
Al pari dei suoi sequel e degli altri giochi come la serie di Alan Wake, Quantum Break e Control, Remedy Entertainment predilige giochi in single player con trame più oscure e complesse al cui interno si muovono i protagonisti. Titoli con storie e modalità di gioco più cinematografiche per la gioia di un uomo, dall’altra parte del globo, come Hideo Kojima (il papà di Metal Gear Solid e non solo).
La tragica storia – Retrogaming: “Max Payne”
Una comunicazione via radio della polizia ci fa partire direttamente dalla fine del gioco dove, nel silenzio della tempesta di neve squarciato dalle sirene delle autopattuglie, troviamo il nostro Max Payne in cima ad un edificio con in mano un fucile di precisione. Segue un flashback a fumetti, un’ottima trovata sia per tagliare i costi che per dare a Max Payne un’impronta molto più noir, dove scopriamo la tragica storia di questa chicca del retrogaming.
Tenersi pronti 1010 indagare sui disordini ad Aesir Plaza. 1004 centrale: confermare indirizzo. Aesir Plaza, ripeto Aesir Plaza. Colpi d’arma da fuoco sul tetto del palazzo, è in corso un assalto ad Aesir Plaza, ripeto, assalto in corso
È il 1998 ed il nostro Max Payne è un detective della polizia di New York. Al suo ritorno a casa, però, non trova la moglie Michelle e la figlia neonata, ma bensì dei criminali pieni fino ai capelli di una nuova droga chiamata Valchiria. Dopo la sparatoria arriva la tragica verità, l’intera famiglia di Max è stata massacrata ed è a questo punto che il nostro detective si “arruola” tra le file della DEA per una pericolosissima missione sotto copertura nel clan dei Puncinello. Trovare i responsabili e sventare la minaccia della droga Valchiria.
Ci vorranno tre anni fino a quando non salterà fuori il nome di Jack Lupino. Max Payne si recherà dunque alla metropolitana, dopo la dritta di B.B., per uno scambio di informazioni con l’amico e collega Alex Balder, ma il destino ha in serbo altro “dolore” per il nostro eroe.
Balder viene ucciso da un colpo di pistola e Max, dopo aver sconfitto alcuni criminali nella metro, verrà scambiato per il suo omicida e, di conseguenza, verrà braccato anche dalla polizia capitanata da Jim Bravura. E siamo solo all’inizio! All’inizio di una vera e propria “Odissea di dolore” fra intrighi, tradimenti, azione, frasi da duro, filosofia da detective navigato e tante, ma tante, pallottole.
Modalità di gioco e personaggi – Retrogaming: “Max Payne”
La trama del gioco si snoda lungo tre capitoli principali, “Il sogno americano”, “Una fredda giornata d’inferno” e “Sulla strada del paradiso”, intervallate dalle sequenze in stile fumetto scelte anche per sfruttare al massimo il poco budget a disposizione.
A tal proposito è doveroso ricordare subito che le fattezze di Max Payne e dello sceneggiatore Sam Lake sono praticamente le stesse mentre, amici e conoscenti del team, “vestiranno” i panni di altri personaggi del gioco. Se si confrontano le foto di Max e Sam di pochi anni fa, infatti, si potrà notare come si tratti della medesima persona. Magari la seconda è meno pixellosa, ma non sono pronto a mettere la mano sul fuoco per quanto riguarda il gergo ed il vestiario.
Max Payne è dunque un titolo in terza persona dove ci si muoverà sempre a piedi, ma per fortuna non disarmati. L’armamentario è abbastanza essenziale questo è vero, non siamo certo su Far Cry o Call of Duty, ma sappiate che sarà più che sufficiente per distribuire la giusta dose di “giustizia” e piombo ai cattivoni di turno.
Tali uccisioni e sparatorie saranno rese poi più spettacolari anche grazie al bullet time, un rallenty che consentirà al nostro Max Payne di sparare anche mentre fa una scivolata. Ricordate dunque di tenere sempre sotto controllo l’indicatore del bullet time, credetemi, vi salverà la pellaccia in più di un’occasione. E non mi sto riferendo solo all’impermeabile nero in vago stile Matrix. Del resto, proprio il rallenty utilizzato in quella pellicola, andrà ad evidenziare alcune scene salienti o uccisioni particolari. Alla faccia di chi pensa che per retrogaming si intendano solo giochi in 8 e 16 bit o Super Mario 64!
A tal proposito è meglio fare un appunto sulla ricarica delle armi. Un trucchetto per non sprecare munizioni quando il caricatore si sta avvicinando alla fine, a parte quello per il fucile a pompa, consiste nel cambiare l’arma e poi ritornare a quella iniziale. Infatti Max getterà a terra il caricatore e, anche se pieno per metà, non sarà più recuperabile.
Durante l’avventura non ci sarà bisogno di “eccessivo” stealth, se non in particolari casi, ma di riflessi pronti ed una mira ben salda. Qualche pallottola in più a portata di mano e degli antidolorifici di riserva non guasteranno per permettere al nostro Max di andare avanti tra intrighi e livelli!
Oltre a questo, non mancano poi le componenti oniriche, merito anche di qualche droguccia mischiata alle giuste botte in testa, che ripercorrono i corridoi dei ricordi di Max Payne. Vorrei farvi ricordare il livello in cui ci si trova a muoversi su dei tetti e, seguendo le scie di sangue ed il pianto della bambina, dovete trovare il percorso giusto. Semplicemente inquietante.
Ad ogni modo, la “traversata” sarà resa ancora più epica grazie ad una colonna sonora immersiva e potente degna delle migliori pellicole hollywoodiane. Non mancheranno pianoforti e note malinconiche per accentuare i momenti più pulp anche grazie al sapiente utilizzo del battito cardiaco. Chi ha divorato Edgar Allan Poe apprezzerà non poco quest’ultima scelta.
Alcune citazioni e riferimenti – Retrogaming: “Max Payne”
Un altro perno sul quale ruota il gioco, oltre allo stile fumetto per renderlo ancora più americano e noir, sono sicuramente le citazioni ed i riferimenti. Tra questi vi è il rimando alla cultura norrena con la droga Valchiria, citate anche da Wagner come delle vergini guerriere che raccoglievano le anime degli eroi caduti, il locale Ragnarok, in pratica la fine del mondo, ed il progetto Valhalla, il paradiso degli eroi caduti dove si allenano in vista del Ragnarok.
Un altro punto riguarda sicuramente le frasi da duro pronunciate da Max Payne, degne del miglior Humphrey Bogart che ha però assimilato perfettamente le lezioni di “Shaft” e Quentin Tarantino.
Vinnie Gognitti correva terrorizzato. Poteva scappare, ma con un proiettile infilato nello stomaco come una bottiglia di tabasco spezzata non sarebbe andato lontano. Sapeva dove trovare il suo capo, e io avevo un conto in sospeso con Jack Lupino. Gognitti non avrebbe perso tempo. Non so per gli angeli, ma per gli uomini è la paura che mette le ali.
Un’altra citazione proviene poi direttamente da Pulp Fiction. Di solito, quando si trova una nuova arma, questa viene raccolta ed equipaggiata in automatico. In un livello, infatti, il nostro Max Payne trova una mitraglietta vicino ad un tostapane, non appena quest’ultimo scatta, un uomo uscirà fuori dal bagno e noi lo crivelleremo di colpi. Vi ricorda qualcosa?
La pesante eredità di un detective
Ormai sono passati vent’anni, come vola il tempo, ed anche per Max Payne (che ho trattato in questo nuovo capitolo della rubrica dedicata al retrogaming) bisogna parlare di seguiti. Le avventure del nostro detective hanno visto il sequel diretto Max Payne 2: The Fall of Max Payne uscire nel 2003 e l’ultimo Max Payne 3 nel 2012. Se il suo seguito lo definirei come “un gioco con meno filosofia e più pallottole”, anche il più recente terzo capitolo non sembra da meno visto che l’azione non manca di certo.
Nel 2008, per la regia di John Moore, esce il film con Mark Wahlberg. Nulla di che e perfettamente dimenticabile, a mio avviso, ma se fate una piccola ricerca allora troverete dei film realizzati dai fan direttamente su YouTube. Se mi si parla di Max Payne preferisco ricordarlo con i suoi momenti di gloria. Basti pensare al Premio Bafta come “Miglior gioco per PC del 2001”, alla sua introduzione del Museo Finlandese dei Giochi nel 2017 e nel fatto che i suoi abiti sono esposti al Museo della Scienza a Londra.
In conclusione Max Payne lo inserisco anche io nella mia personalissima Top Ten videoludica! Una buona giocabilità nonostante i due decenni sulle spalle, un’atmosfera davvero immersiva ed una colonna sonora che scandisce ogni bossolo. Una vera e propria perla del retrogaming.
Il primo, e fondamentale, capitolo si trova in rete a poco prezzo assieme ai suoi seguiti, basta cliccare qui, ma, se volete altre “chicche sui giochi di ieri”, allora non perdetevi le prossime uscite su tuttoteK!
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