In questa recensione analizzeremo, tra i suoi punti di forza e le sue debolezze, Monobot, un puzzle game bidimensionale alquanto peculiare, ispirato a detta degli sviluppatori, alle opere di Limbo e Inside
La prima cosa che viene in mente quando si pensa a Monobot, è il rimando alle opere ben più famose di Limbo e Inside. È una cosa quasi inevitabile: anche solo passare qualche oretta a controllare il nostro protagonista robotico, proveremo le stesse sensazioni che avevamo provato anni prima con i due giochi sviluppati da Playdead. Nonostante questo, Monobot non va assolutamente considerato come un mero plagio: come vedremo in questa recensione, diversi elementi del titolo brillano di luce propria, e lo rendono, nonostante alcune debolezze, un gioco interessantissimo per gli appassionati dei puzzle game in 2D.
Similitudini con Limbo e Inside
In Limbo e Inside l’esperienza di gioco si può sintetizzare con un’unica espressione: in entrambi i giochi, ci troviamo in situazioni kafkiane. L’espressione “situazione kafkiana”, per chi non lo sapesse, indica una situazione paradossale, in genere angosciante, che però non viene messa in discussione, ma che anzi viene accettata come status quo, spiazzando lo spettatore. Nei giochi di Playdead infatti (soprattutto in Limbo, il primo dei due), veniamo catapultati in mondi angoscianti senza che ci venga data nessuna spiegazione, e abbiamo come unica possibilità quella di avanzare. L’angoscia inoltre viene anche resa dalla meccanica del trial and error, che fa sì che moriamo ripetutamente a causa di trappole imprevedibili al primo approccio.
Senza perdere troppo tempo a parlare di titoli che non riguardano questa recensione, Monobot rispecchia, almeno inizialmente, tutti questi aspetti nello stesso identico modo. Noi giocatori vestiamo i panni un piccolo robot, che per qualche motivo viene attivato dalla sua cella, e non sappiamo né come né perché. Impariamo inoltre molto presto che il mondo in cui si troviamo è ostile, per cui dovremo sopravvivere alle innumerevoli minacce che ci si pareranno davanti. Anche in questo caso, riappare la meccanica del trial and error: anche se in minor misura rispetto ai giochi di Playdead, ci ritroveremo in situazioni in cui la morte sarà inevitabile, a causa dell’imprevedibilità di alcune trappole.
Una storia tutta da scoprire – Recensione Monobot
Come già detto, all’inizio ci ritroviamo catapultati in questo mondo senza un motivo apparente. Avremo però la possibilità di scoprirlo man mano che avanziamo: tramite alcuni flashback che verranno mostrati nelle varie sezioni, e grazie alle mail e ai documenti testuali che possiamo trovare sui terminali in giro per i livelli, riusciremo a capire il motivo e lo scopo per cui siamo stati risvegliati. Questo modo di scoprire la trama che si cela dietro questo strano mondo senza umani risulta quindi intriganti, al fronte però di una trama non totalmente entusiasmante.
Per quanto infatti la narrativa, in relazione al desiderio del giocatore di scoprire dettagli sul protagonista e sul mondo di gioco, possa essere intrigante, alla lunga risulta eccessivamente lenta e spezzettata. Anche nei momenti che dovrebbero essere più interessanti, è stato difficile nella mia esperienza trovare effettivamente interessanti i vari flashback e documenti testuali.
Stile grafico e ambientazione – Recensione Monobot
Continuando con questa recensione di Monobot, l’ambientazione è composta da scenari dai colori prevalentemente freddi, che trasmettono bene il senso di desolazione che ci vuole far passare il titolo (il tutto accompagnato da una colonna sonora quasi assente, attiva solo in alcuni momenti). Si alternano principalmente scenari al chiuso, dentro i vari laboratori, e sezioni all’aperto: la differenza principale tra questi due scenari è la diminuzione della gravità all’esterno, che offre un’importante variazione di gameplay, permettendoci di eseguire salti più in alto.
Lo stile grafico, per quanto molto semplice, è capace comunque di trasportarci efficacemente nel mondo di gioco. Nonostante qualche problema minore, come la poca fluidità nelle animazioni dei robot che può talvolta straniare il giocatore, oppure il fatto che alcuni elementi dello sfondo si confondano con quelli degli enigmi, risultando confusionario, lo stile grafico risulta gradevole agli occhi e funzionale all’ambientazione e all’atmosfera che il gioco vuole trasmettere.
Gameplay e sistema di controllo – Recensione Monobot
Come indicato dal genere di riferimento di Monobot, il gameplay è composto principalmente da enigmi, che noi giocatori dovremo risolvere per poter avanzare. Come gadget personali, che saranno fondamentali per questo scopo, sono le due braccia speciali di Monobot. Entrambe le braccia permetteranno il teletrasporto, anche se in due modi diversi: con il primo potremo agganciarci, per qualche secondo, ad alcune piattaforme speciali che appariranno negli scenari, mentre con il secondo potremo scambiare la nostra posizione con quella di un qualsiasi oggetto mobile dello scenario.
Gli enigmi, in generale, sono ben strutturati e offrono un buon grado di sfida. Con poche meccaniche di gioco (le due braccia speciali, la variazione di gravità e altro), gli sviluppatori sono comunque riusciti a realizzare una varietà di enigmi notevole, e ognuno di essi non risulterà mai scontato. Alcuni di essi possono risultare problematici: quando controlleremo il protagonista del gioco, ci renderemo conto molto velocemente della lenta responsività dei comandi, rendendo le situazioni più concitate eccessivamente difficili da gestire.
Giudizio finale
In fin dei conti possiamo considerare Monobot come un’esperienza interessante. Erede spirituale di Limbo e Inside, Monobot prende da questi due titoli le loro caratteristiche più peculiari, per poi traslarle nel proprio universo narrativo. Parlando di universo narrativo, per quanto inizialmente intrigante, la trama non riesce a coinvolgere fino in fondo, lasciando spesso lo spettatore indifferente. Per quanto riguarda la parte giocata invece, abbiamo degli enigmi ben strutturati, rendendo il titolo un ottimo puzzle game, salvo alcune situazioni in cui la responsività dei comandi rende troppo difficile avanzare.
Giunti alla fine di questa recensione di Monobot, la parola passa a voi. Cosa ne pensate? Ci avete giocato o avete intenzione di giocarci? In attesa dei vostri commenti, quello che resta da fare è invitarvi a rimanere sintonizzati sulle pagine di tuttoteK per seguire tutti gli aggiornamenti più importanti del mondo videoludico. Se invece preferite comprare chiavi di gioco a prezzi scontati, potete farlo tramite il nostro link a Instant Gaming.
Punti a favore
- Atmosfera e ambientazione ben riuscite
- Enigmi vari e mai scontati
Punti a sfavore
- Storia poco interessante
- Risposta ai comandi lenta
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