L’egoismo è forse una delle maggiori piaghe dell’umanità, tuttavia è una caratteristica perfettamente completamente comprensibile in ambito evolutivo, cui fatichiamo a distaccarci. Uno studio sembra oggi rivelare in che misura egoismo e norme sociali che spingono alla collaborazione si mescolino nella società moderna
Non è pur nulla semplice ridurre a pura matematica un sistema complesso come l’odierna società, dove ogni individuo rappresenta un’entità a sé stante e indipendente. È comunque possibile provare a classificare le persone in diverse categorie e studiarne le relazioni. I modelli statistici elaborati dai fisici nella ricerca sulla meccanica quantistica possono ritornare utili.
La commistione di egoismo e norme sociali spiegata con la matematica
Uno studio pubblicato sulla rivista Physical Review dal Laboratorio di intelligenza artificiale della Nasa, in collaborazione con l’Istituto di scienze e tecnologie della cognizione del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Istc) di Roma e l’Università di Cartagena in Colombia è riuscito a far quadrare matematica e sociologia in modo pare molto efficacie.
Il modello numerico, elaborato da fisici e statistici, permette di spiegare per la prima volta in modo rigoroso tramite equazioni matematiche come favorire la cooperazione fra gli esseri umani, dimostrando che i nostri comportamenti sono il frutto di un continuo e variabile bilanciamento tra egoismo e aderenza alle norme sociali: solo rendendo più esplicite queste ultime, ad esempio valorizzando le azioni dei cittadini onesti, è possibile far vincere la cooperazione nell’interesse collettivo e non il primitivo istinto egoistico.
Giulia Andrighetto, scienziata cognitiva del Cnr-Istc, dichiara:
Il nostro obiettivo era capire cosa spinge gli esseri umani a cooperare, considerato che da un punto di vista evolutivo dovrebbero prevalere i comportamenti egoistici. La spiegazione sta nel fatto che gli esseri umani non sono spinti solo ad aumentare i propri benefici, ma vogliono anche comportarsi come gli altri, conformandosi alle norme sociali.
Il dilemma del prigioniero
Questo delicato equilibrio tra egoismo e socialità è stato riprodotto grazie ad un modello di fisica statistica, che è riuscito a prevedere con precisione le scelte prese in un enorme esperimento in Spagna sostenuto da oltre mille persone a cui era stato chiesto di partecipare al “dilemma del prigioniero“: due criminali vengono accusati di aver commesso un omicidio. Gli investigatori li arrestano entrambi e li chiudono in due celle diverse, impedendo loro di comunicare. Ad ognuno di loro, separatamente, vengono date due scelte: collaborare e confessare la verità, oppure non collaborare. Inoltre il giudice decide che:
- se solo uno dei due collabora accusando l’altro, chi ha collaborato evita la pena; l’altro viene però condannato a 20 anni di carcere
- se entrambi accusano l’altro, vengono entrambi condannati a 5 anni.
- se nessuno dei due collabora, entrambi vengono condannati a 1 anno, perché comunque già colpevoli di porto abusivo di armi.
Pensateci un secondo: nei panni di uno dei due criminali che cosa fareste, non conoscendo la decisione del vostro compagno?
Le possibili strategie e conseguenze riassunte in una tabella, Enciclopedia Britannica
Osservando lo schema si nota che la strategia “confessare”, che corrisponde ad una risposta egoistica, è nettamente dominante dal punto di vista logico perché garantisce maggiori possibilità di sconto della pena. Tuttavia la strategia “rimare in silenzio”, che corrisponde alla collaborazione sociale, permetterebbe a entrambi di scontare una condanna breve. Il problema è che non si può conoscere la decisione del compagno. Quanto vi fidate dello spirito cooperativo e quanto dell’egoismo? Il gioco è spesso utilizzato in esperimenti economici e sociali proprio per questa sua natura e si adattava perfettamente al test della teoria sviluppata dagli scienziati sulla collaborazione umana.
I risultati dei test e la collaborazione sociale
La dottoressa Andrighetto aggiunge:
Lo studio dimostra quanto è importante rendere esplicite le norme sociali (come pagare le tasse o rifiutare di pagare il pizzo) affinché le persone possano riconoscerle e adeguarsi. Inoltre ci ha permesso di evidenziare l’esistenza nei sistemi cooperativi umani di un punto critico oltre il quale aumenta l’adattabilità e la resilienza alle perturbazioni esterne: finora era stato rilevato solo in gruppi animali altamente sociali come le api e le formiche.
L’esperimento ha in pratica verificato che diffondendo dei messaggi volti a favorire la cooperazione, gli esseri umani tendono a seguirli, adeguandosi alle norma sociali e vincendo l’innato egoismo. Inoltre più questi messaggi penetrano e si diffondono, maggiore sarà la resistenza alle pratiche egoistiche.
Insomma l’evoluzione non è certamente un fenomeno limitato al corpo fisico, legato solamente all’aspetto somatico e genetico degli esseri viventi. L’evoluzione riguarda anche la nostra psiche e il sistema di relazioni che instauriamo con gli altri. Tra l’altro un processo evolutivo di quest’ultimo tipo è molto più veloce, basti pensare a quanto rapidamente si sia rinnovato il pensiero umano negli ultimi 2000 anni.
Chissà cosa ci riserverà il futuro, volete scoprirlo qui con noi? Restate in zona scienza con tuttoteK!
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