L‘impatto del rumore e la sua gestione quando si alza la sensibilità ISO del corpo macchina sono uno degli aspetti più discussi e dominanti della fotografia digitale. Come gestire gli alti ISO?
In questo articolo sviscero il problema, presento dei consigli per gestire il rumore sia in fase di scatto che di post produzione; infine presento un approccio più olistico al problema.
Come gestire gli alti ISO? – La questione del rumore
Il rumore nelle foto digitali, il suo impatto e la sua gestione sono un degli argomenti più dibattuti della fotografia digitale. Il rumore di cui intendo parlare è quello che affligge le immagini quando si va ad alzare la sensibilità ISO del sensore. Trovo questa dicitura un po’ fallace: la sensibilità del sensore è sempre quella, quando si va ad incrementare gli ISO altro che non si fa che aumentare l’amplificazione del segnale elettrico che esce dal sensore quando viene eccitato dalla luce che lo colpisce. Questo fatto non fa altro che amplificare il rumore del sensore in modo più percettibile e ovviamente anche introdurre del rumore intrinsecamente dovuto all’amplificazione. La somma di questi due fattori si traduce in una tanto vituperata perdita di dettaglio negli scatti e in aumento della cosiddetta famigerata “grana” dello scatto (termine mutuato dalla fotografia analogica ma che ha un significato ed un origine molto differenti).
Immagine di esempio dell’effetto dell’uso di alti ISO nel dettaglio d’immagine (vista al 100%)
Ci sono fotografi che vedono come il fumo negli occhi questo effetto altri invece che sono comunemente detti di “bocca buona” e che lo accettano più di buon grado.  Qua mi sento già di fare il primo distinguo. Nella fotografia molto si può misurare ( ad esempio aperture tempi, ISO) e poco si misura, con il risultato che si descrivono sempre grandezze misurabili con aggettivi qualitativi come “alto” e “basso” senza calarli in un contesto più quantitativo. Giusto per guidare la discussione definirò come alte le sensibilità ISO oltre i 3200 ISO, che ricordando la progressione degli stop in base 2, corrispondo a 5 stop di differenza rispetto alla usuale ISO 100 che rappresenta la base dei moderni sensori digitali.
Come gestire gli alti ISO? – Gestire il rumore in fase di scatto
E’ però già ora di un secondo distinguo: se la fotografia fosse solo la meccanica ripetizione di determinati parametri in determinati posti o con determinati soggetti sarebbe molto semplice da eseguire e forse anche molto noiosa. Il controllo e il plus viene dal fotografo che cerca di comunicarci qualcosa con il suo scatto. Per questo occorre una digressione più “filosofica”. L’accettazione del rumore in uno scatto è puramente personale. La mia personale filosofia a riguardo è che è sempre meglio uno scatto con il rumore di nessuno scatto. Da ultimo, l’impatto che ha sul risultato dipende dal singolo scatto, quindi è molto difficile creare un vademecum, ma qualche regola generale sicuramente per gestire il rumore è comunque possibile darla.
- Quando vi trovate a dover alzare gli ISO oltre il valore che considerate il limite per non darvi noia in uno scatto, esponete per le ombre nella vostra composizione. In questo modo dovrete recuperare le luci del vostro scatto in post produzione, ma il rumore resterà “annegato nelle luci” e si noterà meno. Se viceversa esporreste per le luci  vi potreste trovare a gestire in post produzione le ombre dello scatto. In questo caso la grana del rumore rimarrebbe molto più visibile. Nelle immagini sottostanti l’effetto del rumore non è dissimile, ma nell’immagine a destra ho esposto la scena per le ombre, a 12800 ISO, mentre in quella a sinistra ho esposto per le luci e alzato le ombre..e ci sono oltre 2 stop di differenza per arrivare a 2500 iso..Â
Rumore a 2500 ISO in una zona in ombra esponendo per le luci e recuperando le ombre per averle correttamente esposte.
A destra: rumore a 12800 ISO in una zona in ombra quando si espone per essa stessa
- Lo stesso si verificherebbe se dovreste alzare l’esposizione del vostro scatto. Per questo un altro buon consiglio è di starare l’esposizione della macchina, sovraesponendo di 0.3-0.7 stop. Se lo scatto fosse alla fine sovraesposto il rumore sarebbe comunque annegato nelle luci (vedi il punto precedente). L’immagine sottostante, confrontata con la precedente all’inizio dell’articolo è un buon esempio dell’impatto di questa tecnica.
Effetto della sovraesposizione sull’impatto del rumore
- L’aspetto per me peggiore e più sottovalutato dell’alzare gli ISO è che pari passo si va a ridurre la gamma dinamica dello scatto. Mentre per la temibile grana qualche trucco di post-produzione si può inventare, questo è un limite fisico del sensore e poco ci si può fare. Se trovate una sensibilità oltre la quale la riduzione di gamma dinamica è troppo severa per i vostri gusti e le opzioni del vostro corpo lo permettono, vi consiglio di configurare la funzione ISO AUTO a questa soglia. Si tratta in pratica di una funzione attiva quando si usa l’esposizione manuale o semimanuale (M,A,S) che seleziona dei limiti per la sensibilità ISO. La macchina gestirà l’esposizione in base ai vostri desideri in termini di tempo e apertura del diaframma e in base alla lettura esposimetrica regolerà gli ISO fra i limiti da voi impostati.
Come gestire gli alti ISO? – Gestire il rumore in fase di post produzione
Questi suggerimenti sono utili per controllare gli effetti dell’alzare la sensibilità ISO in fase di scatto. Di seguito invece discuto qualche consiglio per ridurre il loro impatto su uno scatto già fatto in fase di post produzione. Svolgo la mia (poca) post produzione con Rawtherapee, un software open source multi-piattaforma che mi sento di consigliare, ma quanto presentato di seguito è facilmente ottenibile con ogni software di post produzione.
- L’impatto della “grana” sul risultato dipende anche dall’algrotimo di demoisacizzazione. Si tratta dell’alogoritmo che mappa nei sensori di Bayer i diversi colori in un singolo pixel. Esistono algoritmi più o meno performanti nella resa della grana. Vi consiglio di studiare la sezione a riguardo del manuale del vostro programma di post produzione.
- In generale l’effetto del rumore viene enfatizzato da tutte le operazioni che sono volte ad aumentare contrasto e nitidezza dello scatto, quindi controllate sempre il risultato quando si applicano maschere di contrasto e simili..
L’uso di strumenti che aumentano contrasto e nitidezza (maschera di contrasto in questo caso) su immagine ad alti ISO finiscono per amplificare anche i disturbi dovuti al rumore
- Ogni programma ha il suo “motore” di riduzione del rumore. Anche se spesso si legge che questi algoritmi siano portatori di piaghe da tempo dimenticate e che quindi sono da evitare, in realtà non c’è nulla di male ad usarli. Il rovescio della medaglia è questi algoritmi hanno come innato effetto collaterale di ridurre il dettaglio degli scatti, quindi occorre sempre sincerarsi di non aver esagerato.. Â
Effetto dell’applicazione di un algoritmo di riduzione del rumore in post produzione
Come gestire gli alti ISO? – Un approccio più olistico al rumore
Vorrei però spostare la discussione su un piano un po’ più poetico. Per farlo correttamente devo prima porre un problema che merita quantomeno un articolo a sè: qual’è la destinazione dei vostri scatti? L’impatto che ha il rumore sui vostri scatti dipende fortemente da che cosa intendete fare con i vostri scatti, ad esempio se li condividete sui social piuttosto che rimirarli su schermo al 100% o stamparli. In generale la stampa è un processo che mitiga il problema ma dipende molto dal formato che si stampa. Anche qua mi sento di dare qualche indicazione:
- Per la pubblicazione sui social il problema del rumore è marginale. Molto spesso piattaforme e dispositivi impongono una compressione delle foto tale che renderebbero vano ogni tentativo di cercare di discernere il rumore nello scatto
- Se rimirate sempre i vostri scatti al pc a forti ingrandimenti ( o meglio a dimensioni vicine al 100%) vedrete tutto il dettaglio del rumore, ma sinceramente non apprezzerete tutto l’ampiezza dello scatto, quindi che vi importa? E non pensate che con corpo macchina migliore le cose cambino..
- Se siete soliti stampare i vostri scatti il formato di stampa fa la differenza sul ruolo del rumore. Di sicuro per i classici formati ricordo 10×15, 12×19, la risoluzione dei moderni sensori è tale da rendere trascurabile l’effetto della grana. Per quanto riguarda la riduzione di gamma dinamica ovviamente è diverso. Per i formati più grandi il consiglio è di stampare uno scatto che vi sembra rappresentativo del rumore senza alcuna post produzione e riduzione del rumore in particolare e valutare l’impatto sulla stampa. La questione in realtà è anche più complicata perché un conto è guardarsi uno scatto su un album a 10 cm dalla pagina e un altro è ammirare una stampa appesa a un muro a 2 metri di distanza.
- Se notate che spesso incappate nel problema di alti ISO in un determinato contesto, forse è il caso di aumentare la luminosità della lente che state utilizzando, magari comprando un obiettivo fisso specifico allo scopo
Siccome non sono che passa il tempo a guardarsi i dettagli al 100% dei propri scatti ho personalmente deciso di ignorare il rumore negli scatti. Il mio corpo macchina è dichiarato fino a 25600 ISO e io me li uso tutti. Il 90% degli scatti ad alti ISO che realizzo sono in interni, la sera, magari di inverno, ai miei figli. Non intendo comunque usare il flash quando li immortalo spesso l’unico modo per avere lo scatto è salire con gli ISO. Ma dato che io cerco le espressioni e non la purezza del risultato sono ben felice di rinunciarvi pur di avere lo scatto.Â
Come vedete questo articolo si conclude esattamente con il concetto con cui è stato iniziato: è una questione personale. Quindi, scattate e provate, solo così riuscirete a trovare la vostra via e il vostro equilibrio.
Lascia un commento