Questo articolo esplora l’illusione di avere la necessità di coprire tutte le focali e possedere con un corredo che includa quelle più comuni per permettere al fotografo di catturare tutti gli scatti che vuole. Vediamo perché questa è un illusione e scopriamo le regole per un corredo di fissi
Quotidianamente leggo post su forum o sui social network di fotografi che chiedono consigli sul loro corredo, specialmente su quale lente o focale aggiungere a quelle già in loro possesso, magari per scegliere tra diverse con caratteristiche simili. Spesso questi post nascono dal desiderio di espandere la gamma di focali a disposizione del fotografo, e il dubbio che mi attanaglia in questi casi è sempre: ma è necessario?
Il dubbio: quante focali servono?
Tante volte leggo di utenti che si accalappiano il classico trio di zoom per coprire dal grandangolo al teleobiettivo, 14-24, 24-70, 70-200, magari pure f2.8. In omaggio una carriola per il trasporto. Dopodiché si finisce per usare il 24-70 per oltre il 90% degli scatti e l’investimento nelle altre due lenti appare così poco sensato. Resta però la duttile carriola a futura memoria. Non è che sul formato ridotto la situazione sia differente, un bel 10-20mm, un classico 18-55 e un comodo 55-200, usato per 10 foto l’anno.
Un utile accessorio per il fotografo moderno che non vuole perdere nessuno scatto
Come già detto in altre occasioni, provengo da un passato in cui ho avuto tutte le focali coperte fino a 200mm, grazie a un paio di zoom e a diverse ottiche fisse (che sono sempre un po’ state il mio pallino). E nella mia esperienza mi sono reso conto che la maggior parte delle foto era scattata a focali predefinite, mentre altre erano praticamente inutilizzate. Contemporaneamente mi rifaccio sempre al passato dei mie cari che a corredo con le loro reflex avevano un grandangolo fisso e un normale. E le foto le portavano sempre a casa.
Avvicinarsi alla consapevolezza che non tutte le focali servono
Mi sento di consigliare due semplici esercizi che possono aiutare a raggiungere questa consapevolezza.
- Catalogate i vostri scatti: raggruppandoli per genere potreste scoprire che ad un genere corrisponde una focale. Oppure anche solo per gradimento del risultato, salvo poi scoprire che per esempio, quelle che ritenete essere le migliori foto al vostro figlio sono realizzate attorno ai 50mm.
- Eseguite una statistica degli scatti: scoprite quali sono le focale più utilizzate e quanto poco usate certe focali
Questo ultimo punto può essere decisivo: con disarmante semplicità i numeri ci metteranno avanti alla cruda realtà di scoprire quanto poco e male siano state utilizzate certe lenti. Esistono programmi gratuiti facilmente reperibili in rete che leggono i dati EXIF degli scatti e ne eseguono un’analisi statistica, presentandone i risultati in comodi e facilmente leggibili grafici. In questo modo è semplice scoprire non solo le focali più utilizzate ma anche le aperture di diaframma più utilizzate assieme alle relative sensibilità ISO. A mio parere si tratta di un esercizio irrinunciabile per comprendere le nostre attitudini fotografiche, troppo spesso inquinate da un atteggiamento “scattocentrico” cercando di portare qualcosa di buono a casa puntando sulla quantità . Da ultimo può essere il punto di partenza per una riflessione sul proprio corredo, per magari scoprire che qualche pezzo può essere accantonato senza troppi rimpianti.
La regola del 2x per le focali delle lenti
Ci tengo a sottolineare come il desiderio di coprire tutte le focali in un corredo sia spesso una velleità che supera le necessità : ovviamente per l’hobbista, non pretendo certo di andare a spiegare a un professionista come fare il proprio lavoro. Oltre al fatto che lo zoom impigrisce la mente del fotografo, facendo cambiare l’inquadratura piuttosto che il punto di vista alla ricerca di quello che si desidera, molto spesso si tratta di peso che ci si trascina dietro inutilmente, incorrendo anche in compromessi dal punto di vista ottico.
Siamo veramente sicuri che per scattare ad un paesaggio occorrano tutte le focali tra 15 e 25 mm e che non basti una sola focale in questo range?
Siamo realmente convinti di necessitare un set di focali “normali” per riprendere le scene più comuni o finiamo per usare i nostri gloriosi tuttofare solo alle focali estreme?
Se ho insinuato il tarlo nelle vostre certezze o quantomeno vi ho suscitato un minimo di curiosità , vi invito a eseguire l’analisi statistica delle focali dei vostri scatti. Dopodiché fissate per un certo periodo significativo (per i vostri ritmi di scatto) il vostro zoom alla focale che avete scoperto essere la più gettonata e scattate solo a quella focale. Se a fine esercizio non avrete trovato intoppi allora è il caso di abbandonare tutte le focali che non usate. Le focali mancanti in un corredo non sono dei buchi che rappresentano occasioni di scatto perse, ma piuttosto un range di utilizzo di quelle in vostro possesso in grado di ampliare la creatività dei vostri lavori.
Personalmente ho trovato un equilibrio con la regola del 2.5x, cioè utilizzando delle lenti che abbiano focali in rapporto 2.5 (20mm e 50mm su aps-C). Sono giunto a questo schema perché non mi sono trovato a mio agio con il più classico a ritmo 2x (16,35,70 su aps-C). È però proprio questo quello che mi sento di consigliare per iniziare. In entrambi i casi noterete che scegliendo una focale di partenza grandangolare fra le più comuni (14,16,18 SU aps-C) si creerà una progressione che copre gli estremi dei più comuni zoom.
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