Con Elea Kyodai Ltd si lancia in un progetto ambizioso che unisce fantascienza e avventura con le emozioni umane in una storia commovente ed appassionante
Elea è un’avventura in prima persona sviluppata dal neonato studio bulgaro Kyodai Ltd. e pubblicata dal più noto Soedesco che si è occupato di titoli come Tricky Towers e Among the Sleep. Portare novità nella fantascienza è un compito abbastanza complesso e impegnativo, ed è molto facile inciampare e cadere nei peggiori cliché e luoghi comuni, ma Elea stupisce fin dai primi momenti di gioco grazie ad atmosfere e situazioni surreali. Per tutto il primo episodio mi sono ritrovata a vagare a migliaia di anni luce dalla Terra semplicemente spinta dal desiderio di capire il più possibile su questo nuovo mondo.
Elea è disponibile in Early Access su Steam, ma verrà rilasciata ufficialmente il 6 settembre su Xbox One e Steam a 9.99€.
Disclaimer: Questo titolo si basa molto su effetti luminosi veloci ed intermittenti, dunque è sconsigliato a chiunque soffra di epilessia o si dimostri sensibile a simili effetti.
Elea: una storia che indaga l’universo e la mente umana | Recensione
Inizialmente la trama di Elea non si discosta molto dalla classica narrativa fantascientifica: nel 2073 comincia a diffondersi sulla Terra una misteriosa patologia psicologica che affligge i bambini rendendoli violenti e incontrollabili. L’unica cura attualmente disponibile cancella completamente la loro personalità trasformandoli in manichini vuoti e apatici. L’unica soluzione possibile per sfuggire dall’estinzione sembra essere la colonizzazione di un’altro pianeta. Fortunatamente venti anni dopo viene scoperto Solace, pianeta con caratteristiche simili alla Terra. Le associazioni governative si riuniscono per assemblare un equipaggio e viene costruita la Pilgrimage, una nave all’avanguardia raffigurante le speranze dell’umanità, di cui però si perdono le tracce appena raggiunta l’orbita del nuovo mondo. Tredici anni dopo viene realizzata una spedizione di soccorso e inviata ad indagare la sorte della Pilgrimage e del suo equipaggio. Noi impersoniamo River Elea, una scienziata che si è unita alla missione per scoprire cosa è successo al marito Ethan, che prese parte alla missione esplorativa.
Nonostante i molti elementi classici la storia si discosta abbastanza dalla tradizione. Una delle cose che ho apprezzato di più, anche se sembra un controsenso, è che semplicemente in certi punti non si capisce niente, ma è la sensazione di mistero che avvolge tutto il gioco a renderlo così particolare. Ad esempio nel mondo di Elea esiste un sistema chiamato mindscape che permette di rivivere i ricordi passati, dunque ci ritroviamo immersi in due timeline: il presente, con Elea sulla nave spaziale, e il passato, dove la troviamo incinta a casa sua. Ad un certo punto questa tecnologia smetterà di funzionare e passeremo dal vagare per la casa alla ricerca delle chiavi – la più domestica delle situazioni – a essere intrappolati in una sorta di labirinto all’interno della nostra mente, pieno di luci, suoni, colori e pixel, per poi far ritorno alla realtà della nave.
Elea: passeggiata nello spazio | Recensione
Il Gameplay riprende aspetti dei walking simulator come Everybody’s Gone to the Rapture e What Remains of Edith Finch ma con elementi puzzle game che si susseguono nella varie ambientazioni. Uno degli aspetti migliori del gioco è la libertà di azione che ti offre, infatti si può scegliere di esplorare liberamente e curiosare in giro o andare direttamente all’obbiettivo. Possiamo interagire con computer, leggere riviste e libri, cambiare musica e sbloccare dialoghi aggiuntivi. E qui si rivela uno dei maggiori problemi di gioco: Elea cammina con una lentezza tale da imbarazzare le tartarughe ed è possibile correre soltanto per brevi tragitti, rendendo gli spostamenti lunghi e frustranti e danneggiando la possibilità di vagare liberamente per gli ambienti. Dopo un po’ di tempo si perde la voglia di esplorare per paura di sprecare tempo prezioso.
L’esperienza viene anche rallentata dalla scarsità di indizi in certe sequenze, che si rivelano essere poco intuitive. Può capitare di passare più di mezz’ora bloccati un una stanza – spesso un groviglio di luci psichedeliche – semplicemente aspettando di capire cosa voglia il gioco da noi o che si manifesti una qualche azione capace di far progredire la storia. Si ha l’impressione che gli enigmi abbiano l’unico obbiettivo di allungare l’esperienza di gioco e bloccare la narrazione.
Nonostante ciò veniamo catturati completamente dall’atmosfera surreale del gioco e dalla storia, e ci ritroviamo ad andare avanti determinati a svelare il mistero dietro all’improvvisa scomparsa della Pilgrimage e di Ethan.
Elea: un progetto ambizioso | Recensione
Fin dall’inizio si capisce quanto il team di Kyodai si sia impegnato nel comparto grafico e quanto esso sia uno dei punti cardine del gioco e in molte situazioni mi sono ritrovata a fermarmi completamente soltanto per guardarmi intorno. Ogni ambientazione, la casa di Elea, l’astronave e gli irreali spazi creati dal mindscape, è curata alla perfezione e nel minimo dettaglio. Il punto di forza di questo titolo sviluppato con Unreal Engine 4 è dato dai fantastici giochi di luce ed effetti particellari, presenti in ogni momento del gioco. Musica ed effetti sonori sono bel realizzati, ma il doppiaggio lascia un po’ a desiderare e spesso risulta approssimativo, soprattutto nei personaggi secondari.
Il primo episodio di Elea si è rivelato subito in grado di stupire e catturare l’attenzione dei giocatori ed è riuscito a gettare ottime basi per il futuro della serie e portare una ventata di novità nel genere delle avventure in prima persona. Il titolo si è dimostrato un progetto molto ambizioso e complesso a livello concettuale, ma Kyodai ha saputo realizzarlo al meglio e non vediamo l’ora di scoprire come si svilupperanno i capitoli successivi.
Punti a favore
- Atmosfera surreale
- Effetti luminosi
- Intrigante
Punti a sfavore
- Enigmi poco intuitivi
- Doppiaggio approssimativo
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