Molto spesso il nostro primo approccio con un videogame avviene attraverso un trailer: “falsi” o “reali” che siano, i trailer dei videogame ci fanno sognare, sperare e desiderare una nuova esperienza di alto livello. Vediamo insieme quali sono stati i trailer dei videogame che più ho amato nel corso degli anni!
Ve la ricordate? Quella conference che vi ha costretti a rimanere svegli fino a notte tarda? Quel momento in cui, con gli occhi arrossati dal sonno e dalla stanchezza, avete iniziato a vedere la presentazione del nuovo gioco che aspettavate o di cui, ancora meglio, proprio non sapevate nulla?
Eh, come un fulmine a ciel sereno, un trailer potrebbe farvi sognare per mesi e mesi: non conta come sarà il vostro primo appuntamento (ludico), l’attesa di un videogame non è forse il videogame stesso?
Scopriamo quali sono i trailer che, negli ultimi anni, mi hanno fatto innamorare del mondo dei videogiochi!
Trailer dei videogame: The Last of Us Part II
Ammettiamolo, iniziare con questo trailer è come barare. A chi non piace? Chi non è rimasto a bocca aperta nel vedere il simbolo delle Luci (Fireflies, in originale, molto meglio) su quel cartello stradale? L’emozione che scaturisce da questo trailer inizia ben prima, però: dobbiamo tornare al 2013, anno di uscita del primo The Last of Us. Quella che ritroviamo nel trailer è una Ellie cresciuta, ma nemmeno troppo. Non è più “kiddo”, la bambina che Joel, il protagonista, doveva proteggere a tutti i costi, al tempo stesso però non è ancora una vera e propria adulta, sebbene la vita l’abbia di certo spinta a crescere molto più rapidamente del normale.
Questo trailer è bellissimo da vedere ma anche da sentire: le musiche di Gustavo Santaolalla ritornano, ma è soprattutto Ellie che ci stupisce con una canzone southern gothic. Proprio da questa dobbiamo partire per dire un altro paio di cose: il trailer non è solo magnifico ma, ovviamente, ci permette di dedurre alcuni dettagli su quello che è il presumibile futuro narrativo dell’opera.
Le Fireflies sono andate (il simbolo su un cartello dello “Stop” mezzo distrutto?), Ellie e Joel non sono esattamente in sintonia (lui arriva ben dopo che lei ha presumibilmente ammazzato un intero gruppo di persone, quando l’idea del primo gioco è che non devono mai separarsi), Ellie non si è difesa da quelle persone ma è lei stessa che è andata a caccia di loro: non solo lo dice alla fine, quando trasforma il “the last of us” in “[every] last [one] of them”, ma lo si capisce dalla canzone stessa “because i’m wrong”. Un percorso di violenza e morte, inevitabile e desiderato, ma comunque moralmente riprovevole.
Infine, il nome del gioco, scoperto con questo trailer: non The Last of Us 2, ma The Last of Us Part II. Forse per alcuni non farà differenza, ma questa scelta la dice lunghissima su cosa sia per i creatori questo videogame. Non è una nuova versione del primo capitolo, ma ne è la ovvia e naturale continuazione, come se non potesse accadere altro. Evitiamo cinismi della serie “lo fanno solo per i soldi” e amiamo questo trailer ancora un volta.
I più attenti staranno però penando: “Questo trailer è fasullo, non sarà inserito nel gioco!“. Sapete cosa vi dico? Ancora meglio! Mi piacerebbe un futuro in cui tutti i primi trailer dei videogame siano creati ad hoc, solo per le presentazioni, con lo scopo di farti capire come sarà il gioco, evitando però di spoilerarti una scena importante.
Trailer dei videogame: Little Big Planet 2
Torniamo indietro di diversi anni per riscoprire questo trailer che credo non venga ricordato poi da molti giocatori.
Io, sappiatelo, sono un gran fan dei primi due Little Big Planet (aka quelli di Media Molecule, visto che le versioni PSP, PS Vita e LBP3 sono state sviluppate da altre software house). Ai tempi del primo capitolo, che avevo platinato con grande soddisfazione, attendevo l’annuncio di un secondo gioco e, quando vidi questo trailer, me ne innamorai. Era un’epoca in cui cedevo ancora molto all’hype e rividi questo trailer decine di volte: non solo, estrapolai l’audio e me lo misi su iPod. Non mi interessava trovare l’effettiva canzone usata di sottofondo (Sleepy Head, dei Passion Pit): volevo sentire gli effetti sonori del gioco, l’albero elettrico che mette radici, il “ooh” di Larry Da Vinci (lo trovate a 1’05”).
Questo trailer, al di là della sua bellezza visiva e sonora, mi piace molto anche per il modo in cui comunica: esattamente come Media Molecule, questo filmato è allegro, energico e parla direttamente ai giocatori. Parafrasando: “Avete creato un sacco di livelli, siete fichissimi! Dai, vi diamo mille altri strumenti più avanzati: che cavolo riuscirete a creare!!?!?!? Oh, i tre gozzigliardi di livelli già creati? Ma sono ancora lì, tranqua!“. Okay, ho parafrasato molto, ma nella mia testa è sempre suonato in questo modo.
Media Molecule è una delle mie software house preferite: non solo perché ha creato Little Big Planet e quella meravigliosa e dolce avventura chiamata Tearaway, non tanto perché Dreams sembra a dir poco promettente, ma perché è uno studio pieno di persone che voglio creare, prima ancora di produrre. Ancora una volta, non cadiamo nel cinismo: ovviamente devono lavorare per mangiare, ovviamente non lo fanno solo perché sono bravi e belli e ci vogliono bene, ma sfido chiunque a scoprire il team di sviluppo (tramite la pagina Facebook e le loro live) e a non provare simpatia per Media Molecule.
Trailer dei videogame: The Witcher 3
Concludiamo con un filmato dall’immagine d’anteprima a dir poco clickbait. Dopotutto, anche l’occhio vuole la sua parte e, in questo trailer, da vedere c’è molto. No, non le grazie della signorina (come ben sappiamo non è un bello spettacolo, in verità), ma la magnificenza di questa CG. Sì, la CG vale fino ad un certo punto, ma non tutto deve essere gameplay, in questo mondo.
Ancora una volta, la canzone iniziale non è solo stupenda, ma ci permette di capire subito che quella non è una donna normale. È una canzone antica, dimenticata, che solo un Witcher ricorda. La donna è infatti una bruxa, un tipo di vampira. È più importante, però, ciò che arriva dopo.
Adoro come questo trailer sia una summa dell’essenza di The Witcher 3. Il medaglione che trema, il combattimento con la spada, le pozioni preparate in anticipo, l’utilizzo dei segni, l’idea che Geralt agisca sotto contratto. Ancora, il contrasto tra la notte, che si concentra su un fienile malconcio nel mezzo del gelido nulla, e il giorno, con la grande e libera città di Novigrad all’orizzonte.
E poi? Poi succede che, anni dopo, giochiamo a The Witcher 3 Blood and Wine e incontriamo Orianna. La donna canta la stessa canzone e capiamo che è lei, la vampira di questo trailer. Infatti Geralt le dice “I’ll come back for you one day. You realize that, right?“.
CD Project Red, signori, un’interno mondo in poche parole.
Questo sono i trailer, per me: ricordi, speranze e pezzi d’arte che rimarranno nella storia.
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