Dopo aver pubblicato un nuovo titolo motociclistico, ecco che i ragazzi di Milestone si lanciano a bordo di bolidi a quattro ruote da fuoristrada nel neo arrivato Gravel. Il mix proposto è caratterizzato da tanto divertimento alla guida di potentissimi veicoli nelle location più assurde e disparate. Scoprite se ci è piaciuto in questa recensione completa
Terra, fango, dune desertiche, asfalto rovente, sabbia cocente, bolidi a quattro ruote e gare al limite dell’esagerato organizzate da una televisione fittizia. Gli ingredienti proposti da Gravel, nuovo racing game di Milestone, sono quanto mai estremi ma amalgamati sapientemente dall’esperienza della software house.
Nulla di innovativo all’orizzonte ma sicuramente una piacevole novità in un mercato videoludico che vede sempre più il settore dei simulatori di guida assumere toni seri alla ricerca del realismo assoluto. Purtroppo, come si dice in questi casi, non è tutto oro ciò che luccica, ma andiamo per gradi.
Collezionare podi è l’unica cosa che conta!
Avviato il gioco ci siamo fiondati immediatamente nella modalità Off-Road Masters, la campagna single player di Gravel. Tale modalità è composta da svariati eventi (gare ad eliminazione, gare sprint su più giri, time attack ed alcune variazioni sul tema) alternati a vere e proprie “boss fight” in cui siamo chiamati a sfidare dei campioni del settore in avvincenti gare 1v1. Presenti ovviamente anche le modalità classiche: gara libera, time attack e multiplayer. Nulla che arricchisca particolarmente il titolo e, nel caso del multiplayer, non ci ha regalato neppure un giro di pista contro sfidanti reali a causa della totale vacuità dei server.
Vi avevamo promesso un grande spettacolo e noi di Gravel Channel manteniamo sempre le promesse. La formula è quella che piace a noi: auto estreme, location incredibili e piloti scatenati. In una parola: OFF-ROAD MASTERS.
Lo speaker di Gravel Channel ci introduce con queste parole in quello che ci aspetterà nella modalità campagna. L’impatto immediato è riconducibile ad un’atmosfera tipica dei videogame automobilistici che i gamers amavano tanto nei primi anni 2000, con tanto di contatore di acrobazie. Intendiamoci, questo è proprio ciò che ci piace di Gravel! Sentivamo infatti la mancanza da diversi anni di un titolo di questo tipo, che fa della natura arcade il suo punto di forza, a cui approcciarsi senza dover conoscere a fondo ogni componente meccanico delle automobili. Ma Gravel non è solo arcade..purtroppo.
Se solo avessero avuto il coraggio di proporre un sistema di guida totalmente arcade..
Forse è proprio quando Gravel cerca di avvicinarsi ad un minimo di realismo abbandonando l’indole arcade che ci ha convinto meno. Il feeling alla guida, in parte, ci ha ricordato alcune peculiarità già viste in altre famosissime serie come Need For Speed e GRID. Accelerazioni, stabilità dell’automobile e tenuta di strada sono decisamente arcade ma, in curva, i veicoli assumono un comportamento che non abbiamo gradito, tipico di un simulatore realistico. Entrare in curva ad una velocità troppo elevata costringerà l’automobile ad un’infinita ed ingestibile derapata durante la quale la forza g ci spingerà fuori dal tracciato senza possibilità di correzione. A parer nostro non è un connubio vincente, avremmo preferito un comportamento più lineare dei veicoli durante tutto il tracciato così da non dover adattare il nostro stile di guida a seconda del rettilineo o della curva affrontata.
Per il resto, pilotare uno di questi bolidi è un’esperienza divertente ma incredibilmente poco profonda. Se in WRC 7 abbiamo amato infinitamente la differenza nella risposta delle automobili a seconda del terreno, in Gravel non abbiamo potuto apprezzare nulla di ciò. Le differenze di guidabilità delle vetture è limitata alle diverse stazze delle stesse. Passare dallo sterrato all’asfalto o alla sabbia nelle varie fasi di un circuito non ha nessun impatto nel gameplay e si limita quindi ad essere una semplice variazione visiva. Il motore fisico si comporta in modo altalenante alternando collisioni precise ad altre così tanto esagerate da creare rocamboleschi e spettacolari voli dell’automobile.
Gravel: l’Unreal Engine regala una luce tutta nuova ai prodotti di Milestone
Adottare l’Unreal Engine per le proprie creazioni è stato, per i ragazzi di Milestone, più che uno sfizio, una vera e propria necessità. Mandato in pensione il motore grafico proprietario utilizzato fino all’osso, si è potuto fare finalmente quel passo in avanti che permette ai titoli della software house milanese di competere con le ultime uscite in ambito videoludico. L’impatto visivo generale è buono ed i poligoni che compongono i tracciati sono ben rifiniti. Forse, in questo caso, ciò che pesa di più è una certa mancanza di ispirazione che ha reso i circuiti decisamente lineari e con poche vere peculiarità degne di nota. Anche le livree delle auto (davvero tante e di generi diversi) ci hanno convinto fino ad un certo punto. Si passa dalla livrea della Subaru Impreza 555 realizzata in modo magistrale con cura per i dettagli ed un’ottima risposta ai riflessi a livree (perlopiù dei truck) poco rifinite che camuffano una scarsa risposta ai riflessi di luce con una patina opaca superficiale.
Purtroppo l’inesperienza con l’Unreal Engine si nota anche in un framerate bloccato a 30fps su PS4 (che abbiamo utilizzato per la recensione) ma che, durante la nostra prova, si è dimostrato molto altalenante ed ha talvolta raggiunto valori anche molto più bassi (ad esempio sul circuito Stadium Los Angeles). Presente inoltre un fastidioso effetto pop-up dell’erba che altrimenti sarebbe varia e bella da vedere.
Buona invece la campionatura audio delle automobili differente da veicolo a veicolo e decisamente apprezzata la musica di sottofondo in uno stile a metà tra il rock ed il metal che sembra voler accompagnare le nostre gare a ritmo di batteria. Non ci sarebbe dispiaciuta la possibilità di ascoltare il commentatore esplodere di meraviglia alla vista di qualche bel salto, sorpasso o derapata. Davvero un peccato, un’occasione mancata.
Gravel: un’atmosfera godibile ed un buon livello di sfida vi terranno attaccati allo schermo, peccato per quei caricamenti così lunghi
I tracciati presenti in Gravel non sono molti ma alternano le condizioni più improbabili: dall’asfissiante caldo del deserto della Namibia alle strade ghiacciate ed innevate dell’Alaska, passando per enormi stadi colmi di euforici spettatori . Come già detto, invero, i circuiti non risultano particolarmente ispirati a livello artistico/tecnico e trovano nella loro versione notturna la migliore espressione con bellissimi riflessi di luce, in particolare sulla superficie dell’acqua.
Presenti un gran numero di veicoli appartenenti a quattro categorie con caratteristiche di assetto/potenza differenti: Cross Country, Wild Rush, Stadium Circuit e Speed Cross.
Già ad un livello di difficoltà medio il videogame propone un buon livello di sfida, diventando praticamente impossibile arrivare sul podio a difficoltà più alte. In tutto ciò, purtroppo, abbiamo sofferto non poco i tempi di caricamento delle gare che si alternano tra l’essere accettabili in alcuni tracciati ad esageratamente prolungati in altri.
Gravel: sulla giusta strada ad un passo dal traguardo
Ponendo sulla bilancia i pregi e i difetti di Gravel, non possiamo fare altro che promuoverlo, seppur non a pieni voti. Purtroppo ci sono diversi difetti che avremmo preferito non vedere ma nel complesso è innegabile che sia un titolo divertente e ben strutturato, a patto di non avere un approccio troppo serio.
Gravel è disponibile per PlayStation 4, Xbox One e PC dal 27 febbraio a partire da 49,99€.
Punti a favore
- Il piacevole ritorno di un genere ormai scomparso
- Modalità single player con una buona idea di fondo..
- Bella grafica..
- Campionatura audio e sottofondo musicale apprezzabili
Punti a sfavore
- Differenziazione dei veicoli poco profonda
- ..ma ripetitiva e con poco appeal
- ..ma piena di imperfezioni
- Framerate ballerino
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