Nell’ultima settimana abbiamo avuto il piacere di provare in anteprima Ghostwire Tokyo per PS5, e dopo averlo spolpato siamo pronti per analizzarlo nella nostra recensione
In una Tokyo deserta, una minaccia direttamente dall’oltretomba prende forma nell’ultima fatica di Tango Gameworks, lo studio dietro il successo di The Evil Within. Nonostante il cambio di rotta dall’IP precendente, il tocco “horror” dello studio è anche qui marcato e palpabile nonostante ci troviamo davanti un action-adventure puro. Tra spiriti, Oni e ondate di folklore giapponese, scopriamo insieme Ghostwire Tokyo per PS5 nella nostra recensione.
Ad un passo dalla morte
State passeggiando nel centro di Shibuya quando un incidente stradale vi lascia in fin di vita. Un’entità spiritica (che si fa chiamare KK) entra nel vostro corpo salvandovi la pellaccia, pretendendo in cambio il pieno controllo ma concedendovi poteri sovrannaturali. Questo è l’incipit di Ghostwire Tokyo, l’ultimo action-adventure di Tango Gameworks edita da Bethesda e analizzato in questa nostra recensione. In una Tokyo (apparentemente) deserta il detective Akito sarà costretto a destreggiarsi tra la vita e la morte, affrontando minacce tutt’altro che umane per ricongiungersi con sua sorella. Fortunatamente, stavolta, non è da solo.
Solo me ne vo per la città – Recensione Ghostwire Tokyo
Come vagamente anticipato, il gioco inizia nel distretto di Shibuya. Mani sul DualSense (di cui parleremo più avanti), dopo aver completato il tutorial su mobilità e combattimento, è lampante quanto gameplay ed esplorazione vadano a braccetto in Ghostwire Tokyo. Il distretto è completamente esplorabile in lungo e in largo, ritrovandosi ad affrontare gruppi di nemici sia in strada che sui tetti, così come nei vicoli bui. Anche l’estensione verticale è ottima, con i tetti raggiungibili sia “a piedi” che grazie al rampino etereo che KK ci concede su richiesta.
Dopo qualche ora di gioco, la struttura della mappa e il modo in cui l’esplorazione è stata organizzata ricorda molto la serie Deus Ex di Eidos Montreal. Parliamo quindi di una mappa impregnata dal folklore locale, non troppo grande o articolata ma con un’ottima esplorabilità (sia orizzontale che verticale). Inoltre, l’ambiente di gioco pullula di attività secondarie e punti d’interesse. Quest’ultimi, in particolare, contribuiscono al sistema di rewarding regalando risorse, potenziamenti o semplicemente punti exp necessari per ottenere nuove abilità. E poi, francamente, chi non comprerebbe delle frecce magiche da un gatto parlante sospeso a mezz’aria?
A caccia di fantasmi – Recensione Ghostwire Tokyo
In un’atmosfera perfettamente costruita dai ragazzi di Tango, bisognerà destreggiarsi tra spiriti più o meno combattivi e minacciosi. Le presenze che ci ritroveremo ad affrontare sembrano uscite direttamente da un anime: tra scolari senza testa, Slenderman, Oni e tanto altro ancora il catalogo dei nemici è tutt’altro che scarno. Per affrontare le numerose minacce avremo a disposizione, come già detto, i poteri magici di KK che prendono ispirazione dagli elementi naturali. Iniziando solo con i proiettili del vento, sarà possibile sbloccare gli altri poteri con caratteristiche differenti procedendo nella storia. Il potere del fuoco ad esempio provoca una grossa esplosione, mentre l’acqua permette di lanciare dei fendenti che oltrepassano i nemici. Una volta storditi è possibile estrarre i “nuclei vitali” dai loro corpi acquisendo punti esperienza e risorse (proiettili o consumabili), oppure finirli con un ultimo colpo mortale.
C’è da dire che il sistema di combattimento non è troppo articolato o complesso, anzi. Ci troviamo davanti un semplice fps mascherato con super-poteri e magia, ma che in realtà non porta troppe novità nel catalogo. Nonostante ciò, grazie anche al feedback concesso dal DualSense, i combattimenti risultano sempre soddisfacenti e mai noiosi. Il pad di PlayStation 5 è stato perfettamente integrato nell’azione in tutte le sue componenti: dall’audio al feedback aptico, passando per i grilleti adattivi, tutte le componenti del gioco rispondono perfettamente con il controller regalando un’enorme immersività nell’azione.
Fattore tecnico – Recensione Ghostwire Tokyo per PS5
Sul comparto tecnico di Ghostwire Tokyo ci sarebbe tanto da dire in questa recensione, ma proveremo ad essere sintetici. Come già anticipato, la città è bellissima da vedere e da giocare. Il distretto di Shibuya, così come le aree circostanti, è fedelissimo alla realtà. Il fatto che il gioco si svolga interamente in notturna, in una Tokyo illuminata dai neon, rende il tutto ancora più magico. Ciliegina sulla torta, un ottimo utilizzo del ray tracing e degli effetti volumetrici. Tecnicamente i ragazzi di Tango Gameworks non si sono posti limiti, ottenendo però alcuni piccoli effetti collaterali.
Se da un lato il gioco è bellissimo da vedere, dall’altro troviamo alcuni piccoli ritardi nel rendering, cali di frame e pop inaspettati. In alcuni frangenti inoltre i riflessi sono stati un po’ troppo “lavati“, conferendo all’estetica totale un’eccessiva gommosità. Alcune superfici, tra ritardi nel rendering e problemi di albedo, restituiscono una vista non troppo coerente con tutto il resto dell’ambientazione. Sperando in un fix, non possiamo fare altro che accettarlo e andare avanti ad esorcizzare spiriti.
Piccole incomprensioni – Recensione Ghostwire Tokyo
Nonostante abbiamo per le mani un titolo di tutto rispetto, Ghostwire Tokyo non è esente da problemi (purtroppo). Oltre ai piccoli side-effects grafici appena descritti, anche il gameplay a volte presenta qualche problemino di troppo. Agganciarsi agli “angeli” per usare il rampino spesso risulta più difficile del previsto ad esempio, così come planare da un tetto all’altro.
Inoltre, per qualche assurdo motivo, il gioco non permette di ruotare la visuale adeguatamente durante lo scatto. Per ruotare la visuale bisogna interrompere la corsa per poi guardarsi intorno. Inspiegabile quanto macchinoso. I problemini riscontrati risiedono quindi principalmente nelle fasi più platform del gioco, lasciando comunque intaccato il sistema di combattimento, che risulta sempre stabile, preciso ed estremamente divertente.
Tiriamo le somme
Al netto di quanto analizzato in questa recensione, Ghostwire Tokyo si conferma davvero un ottimo titolo nonostante qualche piccolo problemino tecnico. Il gioco è bellissimo da vedere e da giocare, Shibuya è una meraviglia per gli occhi e il fattore esplorativo non manca mai di ricompensare i giocatori. Il sistema di combattimento funziona bene, nonostante non sia rivoluzionario, e diverte sempre senza compromessi. Peccato per i problemini tecnici che (ad oggi) intaccano il gioco, confidiamo in una patch di fix il prima possibile. Assolti questi piccoli difetti Ghostwire Tokyo si conferma, come si era mostrato, un ottimo titolo, probabilmente uno dei migliori fino ad ora usciti per PS5. Il gioco sarà disponibile a partire dal prossimo 25 marzo per PS5 e PC.
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Punti a favore
- Ottimo level design
- Tanta tradizione e folklore giapponese
- Combattimento sempre divertente
- Bellissimo da vedere...
Punti a sfavore
- ...con qualche piccola eccezione
- Qualche bug di troppo
- Sistema di movimento da ritoccare
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