Come di consueto ecco il nostro appuntamento con i film di non recente uscita. Questa settimana nella nostra retro-recensione vi parleremo di The Hateful Eight il terzo e conclusivo film della trilogia “storica” firmata Quentin Tarantino
TITOLO ORIGINALE: The Hateful Eight. GENERE: western. NAZIONE: Stati Uniti. REGIA: Quentin Tarantino. CAST: Samuel L. Jackson, Kurt Russell, Jennifer Jason Leigh, Walton Goggins, Tim Roth, Zoe Bell, Bruce Derne. DURATA:187 min. DISTRIBUTORE: 01 Distribution. USCITA: 2015.
The Hateful Eight con i suoi 187 minuti è il film più lungo di Tarantino. La colonna sonora è stata interamente composta dal compositore italiano Ennio Morricone, premiato con un Golden Globe per la migliore colonna sonora, un premio BAFTA e un Premio Oscar per la migliore colonna sonora ai Premi Oscar 2016.
La trama |Retro-recensione The Hateful Eight
Dopo la fine della guerra civile il cacciatore di taglie John Ruth e la sua prigioniera Daisy Domergue viaggiano in una diligenza verso Red Rock dove Ruth, noto da quelle parti come “Il Boia”, porterà la donna dinanzi alla giustizia, per riscuotere una copiosa taglia. A causa di una tempesta di neve, i due sono costretti a fermarsi nel cuore del Wyoming e a loro si unisce un gruppo eterogeneo di sconosciuti che ordisce multipli tradimenti e multipli inganni.
Ritorno alle origini | Retro-recensione The Hateful Eight
The Hateful Eight è un film che racchiude tutta l’ironia e il talento di Quentin Tarantino. L’ambientazione è praticamente unica per tutto il film: una locanda, il che rimanda fortemente al primo film del regista, Le Iene, la cui ambientazione è per quasi tutto il tempo un capannone abbandonato. Le tematiche però son decisamente diverse, si affrontano eventi storici con il solito piglio tarantiniano fra il politicamente scorretto e la più tagliente ironia. Come sempre a fare da padrona è la sceneggiatura travolgente e divertente che intrattiene e mantiene il ritmo sempre molto alto. C’è da sottolineare che gli attori non sono stati scelti dopo la stesura, bensì il contrario, ossia ogni ruolo è stato scritto per l’attore che lo ha poi interpretato, fatta eccezione per quello di Tim Roth, che era stato pensato per Christoph Waltz, il quale dovette rinunciare perchè impegnato su un altro set.
Torna la solita scansione in capitoli, che aiuta lo spettatore a seguire la trama, dal momento che, arrivati circa a due terzi del film, inizia un lungo flashback per spiegare come è stato possibile che certi eventi siano accaduti e la voce narrante altri non è che Quentin stesso, che tutto sa e tutto vede.
I momenti cult | Retro-recensione The Hateful Eight
Come in ogni film di Tarantino che si rispetti ci sono dei momenti che rimarranno per sempre impressi nella mente degli appassionati, alcuni volontari altri decisamente meno, basti pensare alla ferita che si procurò Di Caprio sul set di Django. Uno dei passaggi probabilmente più sagaci del film è interpretato da Samuel L. Jackson quando dopo aver svelato alcuni dei misteri nascosti
Un altro dei momenti cult vede protagonista Kurt Russel che interpreta John Ruth ” Il Boia”. Durante il film la sua prigioniera suona una chitarra, una Martin acustica degli anni sessanta del 1800 originale prestata da un museo per rendere la scena ancora più realistica, se non fosse che ad un certo punto Kurt Russel deve prendere la chitarra e distruggerla contro una parete. Ovviamente il ciak si sarebbe dovuto interrompere per permettere di sostituire la chitarra originale con una riproduzione senza valore, se non fosse che nessuno ha fermato la scena e Russel ha di fatto distrutto quella vera, e Tarantino vista la reazione di reale sgomento sul volto di Jennifer Jason Leigh ha lasciato esattamente quella scena nel montato finale.
70mm di perfezione
Il direttore della fotografia Robert Richardson ha utilizzato una pellicola in 70 millimetri. Per 70mm si intende il formato della pellicola che, più largo rispetto al tradizionale 35 millimetri, consente di impressionare un fotogramma più grande conferendo alle immagini una definizione maggiore. Nello specifico, le 5 perforazioni del 70mm permettono una qualità sei volte migliore rispetto alle proiezioni in 35 millimetri.
Quenti ha definito il 70mm
Per cogliere quel desolato paesaggio western, la neve, la bellezza di quelle location, il 70mm sarebbe stato perfetto», dice Tarantino sapendo di poter contare su un maestro della fotografia come Robert Richardson «Sono convinto che questi grandi formati permettano una maggiore intimità, ti fanno stare più vicino ai personaggi, ti portano dentro la scena. Non penso che sia un formato adatto solamente ai documentari di viaggio.
In conclusione The Hateful Eight è uno dei film più personali per la figura di Quentin Tarantino, creato su fondamenta di ironia e western che conclude il cerchio dei film storici e che incarna nella definizione più profonda il tipo di cinema che da sempre il regista ha visto e sul quale si è formato.
Voi cosa ne pensate? Qual è il vostro film di Tarantino preferito? Fatecelo sapere nei commenti e non dimenticate di continuare a seguire tuttoteK!
Punti a favore
- Sceneggiatura
- Cast
- Fotografia
- Regia
Punti a sfavore
- Nessuno di rilevante
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