Completare un gioco al 100% è una pratica comune, in un certo senso intrinseca alla natura dei videogame: come vi comportate quando un gioco vi rende la vita difficile? Usate guide oppure no? Scoprite come mi sono comportato con The Order 1886!
La pratica del “giocare” a un videogame si compone di molteplici elementi. Uno degli ultimi, in puro ordine cronologico, è relativo al completamento dell’opera. Ottenere il 100%, fare tutti gli extra, platinare, millare: chiamatelo come volete.
Avevamo già parlato dell’ottenimento dei trofei e, ovviamente, non tratteremo l’argomento ancora una volta. Lasciamo da parte il motivo per cui uno desidera fare tutto quello che è possibile con un videogame e vediamo, più precisamente, il “come”.
Nel momento in cui decidiamo di puntare a tutto ciò che non è fondamentale e, di conseguenza, non facilmente ottenibile (ce ne sarebbe da dire anche su questo, vero?), ci ritroviamo di fronte a una serie di sfide di varia natura. Siamo sempre in grado di risolvere il problema con le nostre forze? O finiamo per farci aiutare da sconosciuti che hanno speso tempo per creare una guida al videogame?
Cosa ci spinge a usare una guida?
Questo che stiamo leggendo non vuole diventare un articolo che inneggia all’hardcore gaming, all’essere un vero videogiocatore che non cerca mezzucci o vie facili. Ognuno di noi videogioca come più gli pare e piace, in totale libertà e in totale diritto di fruire dei prodotti che ha pagato come meglio crede. Usare una guida per completare al 100% un gioco non è da incapaci. Non si sta barando, non si “spreca” l’opera in alcun modo.
Dobbiamo indagare su cosa ci spinge a usare una guida, ma non dal nostro lato della barricata; per noi i problemi sono sempre quelli: il poco tempo a disposizione o la mancanza di abilità. No, dobbiamo vedere la questione dal lato del videogame.
Qual è il più grande nemico dei videogiocatori, quell’elemento che i designer insistono a inserire un po’ ovunque, senza alcun tipo di equilibrio? La risposta la sapete: i collezionabili.
Per mia esperienza, è questo il motivo principale per il quale mi ritrovo a googlare “game xyz trophie guide”.
Ho usato spesso guide
Vi ho già rivelato, quindi, che io per primo non mi faccio troppe remore a sfruttare guide ai trofei per completare i videogame. Non è per me un gran problema. Come vi avevo già raccontato, io punto al 100% con quei giochi che mi sono piaciuti e che desidero “vivere” ancora un po’. Avendo bisogno di una motivazione per ripetere per la terza o quarta volta un’opera, uso i trofei come un “lista delle cose da fare”, un insieme di sfide, per mantenere la mia attenzione alta. Nel momento in cui, quindi, una delle sfide risulta veramente noiosa da completare, usare una guida è solo un modo per trasformare un’esperienza non piacevole, in una più godibile.
Non ritengo che il giocatore, in questi casi, abbia colpa. Non è lui che non è in grado di gestire l’opera correttamente, ma è l’opera che non è stata pensata nel modo migliore. Ovviamente questo discorso sta trattando l’argomento in maniera molto generale: è chiaro che non tutti i videogame gestiscono male gli extra.
The Order 1886: quando non ho usato guide o quasi
Nella mia stessa esperienza, mi è capitato di non usare alcun aiuto per completare un videogame. Andando indietro il più possibile, possiamo tornare alla PS2 su cui giocai Kingdom Hearts 2 (la sapete la trama della saga, vero? Fate un ripasso con la nostra guida, allora!). Mi ci dedicai con grande dedizione, soprattutto all’ottenimento di tutti i tesori sparsi nelle varie mappe. Anche quelli, alla fine, era dei collezionabili. Il gioco però proponeva una lista dei tesori disponibili per ogni mondo e, mostrandoti quelli già aperti e quelli ancora chiusi in un ordine preciso, ti permetteva di dedurre la posizione di quelli mancanti. Un giustissimo equilibrio che rendeva godibile il completamento.
Saltando di palo in frasca, parliamo di ciò a cui ho giocato poche settimane fa: The Order 1886. Ci sarebbe molto da dire, in generale, ma per ora limitiamoci all’argomento del nostro articolo.
Ho giocato il TPS di Ready at Dawn in un paio di giornate. Sia perché il gioco è breve, sia perché mi aveva preso notevolmente (story-driven, ovvero la mia debolezza). Finita l’opera, desideravo averne ancora: quindi ho puntato ai trofei. Una seconda run è servita per eseguire alcune kill specifiche, ma non per cercare i collezionabili. Ho volutamente diviso l’esperienza per allungarla.
Alla terza run, quindi, mi sono dedicato alla attenta e lenta ricerca di fonografi, giornali, documenti e fotografie. Per dovere di cronaca, stiamo parlando di 63 oggetti che non sono particolarmente nascosti. Alcuni sono in bella vista sul percorso obbligatorio per avanzare nella trama e gli altri sono ottenibili semplicemente scegliendo la via opzionale davanti ad un bivio.
Ne ho trovati 60 senza alcun aiuto. Purtroppo il gioco non ti dice quanti ne hai e in quale capitolo hai mancato un giornale o una fotografia. Finita la mia terza run, avevo raggiunto il limite che divide il divertimento dall’ossessiva iterazione di un’opera. Perciò ho usato una guida, ancora una volta. Ho scoperto dove si trovavano gli ultimi quattro collezionabili e, nel giro di una decina di minuti, ho platinato il gioco.
Mi domando quindi cosa ne pensate? Ripeto: non importa il “perché” completiamo il gioco, in questo discorso, importa solo il “come”. Voi come portate a termine gli extra, quando vi capita di farlo? Avete un limite di sopportazione oltre il quale smettete di provare da soli? Oppure se non siete in grado di farlo senza aiuti, lasciate perdere?
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