Uncharted: L’eredità Perduta è stata una scommessa notevole. Si è dato un colpo di spugna ai personaggi storici della saga, che ci hanno accompagnato per 4 avventure principali e qualche spin-off. Il tanto amato Natan Drake è andato in pensione e con lui la bella giornalista
Gli sviluppatori e gli sceneggiatori si sono dovuti rimboccare le maniche. Accantonare i personaggi che ci hanno accompagnato per molti anni non deve essere stata impresa semplice. Avventurieri del calibro di Sully sono difficilmente rimpiazzabili, ma posso dirvi sin da subito che la scelta di protagonisti, antagonisti e personaggi comprimari è stata oculata e impagabile.
La strana coppia. Chloe e Nadine sono vecchie conoscenze di Uncharted, ma non mi sarei aspettato due personaggi tanto carismatici. Addirittura in grado di sorreggere una storia degna dei capitoli principali della saga
La storia di Uncharted: L’Eredità Perduta, ci farà percorrere un viaggio culturale alla scoperta della parte più intrinseca della religione induista. Un viaggio fra dei con la testa di elefante, sfide epiche e storie fantastiche che saranno lo sfondo di una trama diretta e consistente.
La cosa che subito salta all’occhio dei giocatori, amanti della saga, è la strana scelta dei personaggi principali. Da un lato dello schermo troviamo Chloe. Coprotagonista del secondo capitolo di Uncharted. Personaggio molto simile a Natan Drake, carismatica, forte, spiritosa ma fragile e molto emotiva nello stesso tempo. Chloe è stata una scelta a di poco eccellente per ravvivare una saga vissuta e stanca che ha saputo far emozionare, divertire e rattristare milioni di videogiocatori.
Ovviamente per affiancare un personaggio tanto carismatico non gli si poteva affiancare “una bambola di pezza”. Ecco perché vediamo fare la comparsa di Nadine, nella squadra dei buoni.
Nadine è una ex ribelle a capo di una delle più grandi organizzazioni di mercenari. Per motivi che non posso spiegare senza rovinarvi l’esperienza di gioco dei capitoli precedenti, si trova spodestata dal comando. Lo stesso discorso fatto per la sua compagnia di avventure in questo Uncharted, anche Nadine è un personaggio dalle molte sfaccettature emozionali. La ragazza forgiata dalla guerra, dura e spietata di tanto in tanto lascia trasparire ironia e fragilità.
In poche parole siamo davanti ad una strana coppia che è in grado di farci vivere un’avventura piena di carisma, forza, ilarità ed emozione nelle giuste quantità.
Una caccia al tesoro, un duetto di forza tutto al femminile e un’ India tutta da scoprire, sono gli elementi di una storia indimenticabile
In Uncharted: L’Eredità Perduta, si respira appieno la cultura induista. La trama di questo capitolo farà venire voglia di saltare sul primo volo in direzione dell’India. Ovviamente non parlo della parte più turistica di questa nazione ma delle sue parti più ricche culturalmente.
Il tesoro che le bellissime e carismatiche protagoniste stanno cercando è la “zanna di Ganesha” il dio con la testa da elefante. Durante il percorso alla ricerca del tesoro si potranno o meno (vi consiglio vivamente di farlo) ascoltare dialoghi, che arricchiranno la trama con dettagli sul mito di questi Dei, sulla cultura induista e sulle origine di Chloe.
I templi sfarzosi, le ricche distese di vegetazione e la moltitudine di statue, rapiranno i vostri sensi e più di una volta sarete rapiti dai racconti della protagonista
Come è ovvio pensare la trama per quanto contornata di mistero, mito e leggenda non risulterebbe godibile senza un antagonista degno di nota. Ecco allora che fa la sua apparizione Asav. Uno spietato miliziano indiano, che vuole impossessarsi della zanna, in modo da acquisire potere e dare inizio ad una rivoluzione che lo porterebbe al vertice dell suo comando. Chloe e Nadine saranno costrette a combattere con le unghie e con i denti per far sì che Asav e le sue milizie non arrivino alla zanna di Ganesha prima di loro. A complicare le cose ci sono anche i trascorsi fra questo despota, omicida e del tutto psicopatico e Nadine, che in passato ha servito con le sue truppe mercenarie la causa di Asav.
La cura del dei dettagli in casa Naughty Dog è sinonimo di eccellenza. Qualità grafica e spettacolarità sono elementi inopinabili anche di questo capitolo
Naughty Dog ci ha abituato ad esclusive dalla rara qualità grafica. In Unharted: L’Eredità Perduta le cose non sono cambiate. Nonostante il titolo faccia uso di qualche elemeto “riciclato” dalle mappe multiplayer del quarto capitolo, la qualità rimane molto sopra la media dei videogiochi in uscita in questo periodo (su console). Il lavoro, se pur certosino, non raggiunge i livelli di Uncharted 4: Fine di un Ladro oppure dell’ultima fatica firmata Guerrilla Games, Horizon Zero Dawn, ma si attesta comunque di qualità eccelsa.
I templi Indù, le statue di Ganesha, Shiva o Parashurama, sono solo una piccola parte delle perle che ci riserva questa avventura. Cascate in grado di mozzare il fiato, Ninfee e Felci nella loro trasposizione digitale sono una gioia per gli occhi. Le imponenti costruzioni dell’ Impero di Hoysala e le loro maestose capitali, sapranno catturare l’attenzione anche del più scettico e pignolo dei giocatori. Le texture in alta definizione che compongono le mappe di gioco sono spettacolari, dai pendii ma anche da pochi centimetri.
https://www.youtube.com/watch?v=DZaxBHmXpIo
La qualità grafica e il lavoro certosino si rispecchia nei volti dei protagonisti
Da non sottovalutare è l’impegno rinnovato nella ricerca di volti espressivi e dinamici in grado di offrire un valore aggiunto ad una frase o ad un momento di silenzio, che da solo è in grado di fare più rumore che con mille voci che in simultanea gridano un emozione. Lo sguardo di Chloe quando parla di suo padre, i suoi occhi e le sue espressioni raccontano una storia in uno sguardo. Lo stesso vale per Nadine che è in grado di fulminare con lo sguardo e penetrare anche la corazza emotiva più solida. La rabbia e il rammarico mentre parla del suo vecchio esercito trapelano dai suoi occhi, che pur rimanendo di un color nocciola delicato, sono in grado di far immaginare a chi sta al di là dello schermo il rosso vivo del fuoco che prova in quel momento.
Non si esime da questa “trasparenza facciale” anche l’antagonista. Asav infatti si trasforma da perfetto gentiluomo (se pur chiaramente psicolabile) ad uno spietato soldato, in grado di ricorrere alla forza bruta per ottemperare al suo scopo.
Nel complesso la qualità tecnica, il sonoro e la cura del dettaglio sono esemplari. La qualità che si rispecchia in queste produzioni è quella che ci si aspetta da un videogioco che è un’esclusiva, che quindi non vede gli sviluppatori obbligati a scendere a compromessi causati dalla gestione di architetture completamente diverse fra loro. In buona sostanza vorremmo che tutte le esclusive potessero vantare tale qualità grafica e tecnica.
In Uncharted: L’Eredità Perduta si torna indietro nel tempo. La trama e il gameplay hanno il “sapore” dei primi capitoli della saga, ma prende anche il meglio degli ultimi
Finalmente si torna alle origini. Elementi fondamentali come il parkour e gli enigmi tornano ad essere protagonisti indiscussi del gioco. Negli ultimi due capitoli della saga questi due elementi, se pur presenti, erano diventati quasi marginali. In Uncharted: L’Eredità Perduta tornano prepotenti e incisivi. Che vogliate godervi la storia principale o che siate “cacciatori di trofei” potrete fare scorta di scalate indimenticabili ed enigmi divertenti.
Enigmi con statue che ruotano secondo uno schema ben preciso e in grado di causare il game over, riflessi e prismi da utilizzare per poter proseguire verso un’area meno nefasta, non sono altro che una piccola parte di quello che vi aspetta in Uncharted. Oltretutto è possibile completare una sorta di missione secondaria, composta da undici “mini indovinelli”. Missione che consiglio di seguire, in primo luogo perché divertente e illuminante per la trama e in secondo luogo perché darà diritto ad una ricompensa molto utile al completamento del gioco.
Lo schooting è al solito buono, se pur non precisissimo (per essere un gioco action adventure va benissimo). Un consiglio che mi sento di darvi è quello di disabilitare la mira automatica in quanto si rovina (e non poco) l’esperienza di gioco. Con la mira assistita il gioco prende una forma di schooter su binari che non appaga il giocatore. Anche il feed delle armi è buono, sarà divertente scegliere la bocca da fuoco che più fa per voi. Anche se la classica pistola rimane una fedele alleata. Se ne sentirete il bisogno o il desiderio, poterete comunque ricorrere ad un ricco arsenale composto da pistole, mitraglie, fucili a pompa, revolever, lanciamissili, granate ed esplosivo al plastico.
Il “vecchio” si fonde perfettamente al nuovo. Se tornano infatti gli elementi appena citati, non manca anche la spettacolarità degli ultimi capitoli. In particolar modo l’uso del rampino e le sfrenate corse sui mezzi a motore con le spettacolari esplosioni e le corse folli che ne derivano.
Uncharted: L’Eredità Perduta è un videogioco adatto agli amanti della saga, ma anche a chi si vuole approcciare per la prima volta a questo mondo
Questo capitolo di Uncharted unisce il vecchio al nuovo e il sacro al profano. Lunghe scalate, folli corse su treni e auto. Spettacolari scontri e due personaggi femminili che nulla hanno da invidiare ai loro colleghi maschili, fanno sì che questo capitolo appaghi e accontenti in maniera esaustiva ogni palato.
Il pacchetto in oltre è “farcito” con il multiplayer già largamente apprezzato e collaudato di Uncharted 4: Fine di un Ladro.
Qual’ora vogliate saperne di più su questa parte vi invito ad andare a leggere la “porzione di articolo dedicata nella recensione del gioco appena citato. In quanto non c’è nessun tipo di cambiamento, e mi sembra inutile e frivolo riportare le stesse informazioni.
Concludendo, ci troviamo dinanzi ad un ottimo titolo che è sicuramente un primo passo verso la “svecchiata” di un brand che ci ha dato tanto. Inoltre il prezzo budget e l’inserimento del multiplayer, arricchiscono un pacchetto già da sè più che soddisfacente.
Punti a favore
- Ottimo connubio fra vecchio e nuovo
- Due protagoniste affascinanti e carismatiche
- Una qualità tecnica indiscutibile
Punti a sfavore
- Missioni secondarie (quasi) inesistenti
- Scarsa Longevità
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