Immergiamoci in un mondo blu di nostalgia e ricordi riassumendo cosa serve sapere prima di iniziare a giocare A Memoir Blue, poema interattivo di Annapurna
Il prossimo febbraio si conferma un mese particolarmente intenso e generoso in termini di uscite. In mezzo a tanti titoli più o meno noti, tra produzioni enormi come Horizon Forbidden West a titoli un po’ più di nicchia come OlliOlli World, c’è l’opportunità di scoprire nuove perle rare che fanno della ricerca espressiva e poetica il loro punto di forza. Questo è il caso di A Memoir Blue, un’avventura interattiva sviluppata da Cloisters Interactive e distribuita da Annapurna. Andiamo a scoprire in questa guida cosa serve sapere di A Memoir Blue prima di cominciare a giocare.
Rapsodia in Blu
Sulla scia di titoli “alla Playdead“, A Memoir Blue si presenta come un gioco fortemente sperimentale nel linguaggio poetico. Dalle informazioni rilasciate durante i trailer di presentazione ai TGA 2021, ma soprattutto dal lungo articolo all’interno del PlayStation Blog, possiamo tentare di fornire un quadro un po’ più completo sul titolo prima della sua uscita ufficiale il 10 febbraio. Andiamo dunque a scoprire cosa è necessario sapere di A Memoir Blue nel proseguo di questo articolo, dalle intenzioni degli autori all’innovatività nelle modalità di racconto, passando per le scelte estetiche e musicali.
Un’autobiografia – A Memoir Blue: cosa sapere prima di giocare
Questo particolare esperimento narrativo, possiamo identificarlo così, è frutto del lavoro dei creativi riuniti nello studio di sviluppo chiamato Cloisters Interactive. Lo studio, originario di New York e ora internazionale, è specializzato in indie games. La vision dello studio è quella di realizzare profonde esperienze videoludiche attraverso la sperimentazione nello storytelling e nella stilizzazione visiva e grafica. Da queste premesse possiamo subito identificare il tipo di esperienza che sarà A Memoir Blue.
L’idea del concept di gioco nasce da Shelley Chen, CEO della compagnia e Game Designer a capo del progetto. Shelley racconta, nel suddetto articolo, che l’origine di questa particolare avventura nasce da uno spunto autobiografico. La storia è infatti basata dalle memorie personali di Shelley, in cui lei ricorda un particolare viaggio compiuto insieme a sua madre verso una località di mare. Solamente una volta cresciuta però, Shelley realizzò che sua madre la stava portando con lei fuggendo, per qualche motivo, dalla propria casa.
Il mare dei ricordi – A Memoir Blue: cosa sapere prima di giocare
Il gioco contiene nel suo nucleo, una riflessione sul rapporto tra Miriam (in questo caso avatar dell’autrice) e sua madre. Tuttavia, man mano che si proseguirà nell’avventura, il respiro della storia si farà più grande e il giocatore potrà esplorare un intero mondo ricostruito nel dettaglio. La componente autobiografica è particolarmente presente tanto che l’autrice ammette di aver costruito intere scene del gioco semplicemente richiamando alla memoria i suoi ricordi di bambina. Come ad esempio la scena del treno nel quale le due cominciano il loro viaggio.
Sperimentazione di linguaggi
La narrativa del titolo è sorretta da una sostanziosa sperimentazione nei linguaggi, in quanto l’intera storia è raccontata senza l’utilizzo della parola, che sia scritta o orale. Il linguaggio visivo ottiene dunque un ruolo primario nella comunicazione con il giocatore e rende i colori, i suoni e le animazioni dei personaggi, i veicoli principali sui quali viaggiano le emozioni. In particolare i dialoghi vengono sostituiti dalle animazioni dei personaggi e dalle musiche, rendendo A Memoir Blue, di fatto, una storia visiva. Inoltre, il comparto artistico fa uso di una tecnica mista, dove questa assume significato nella separazione del tempo.
I disegni e le animazioni in 2D rappresentano il ricordo del passato della protagonista, mentre l’utilizzo del 3D avviene per raffigurare la protagonista a come appare al tempo presente, mentre indaga nello “spazio” dei suoi stessi ricordi. La tecnica dunque non è fine a sé stessa ma serve per comunicare in modo più diretto le emozioni che la protagonista si trova a provare indagando la sua stessa memoria. Per concludere, date le promettenti premesse, possiamo solo sperare che questo progetto possa rappresentare qualcosa di nuovo nell’affollato panorama degli indie.
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