The Bear è la nuova serie TV su Disney Plus che ha riscosso un grande consenso di critica, perchè il suo modo di raccontare la cucina, ha spiazzato positivamente il pubblico. Vediamo insieme come nel corso degli anni il mondo della cucina professionale è stato rappresentato in TV e al cinema.
The Bear, la nuova serie TV di Disney Plus, porta il mondo della cucina sul piccolo schermo e spiazza pubblico e critica riscuotendo un grande successo. Una serie TV ruvida, sporca, che viene classificata come comedy, per i suoi momenti chiaramente esilaranti, ma che lascia molta malinconia e amarezza lungo tutto il corso degli episodi. The Bear è una serie che si serve del mondo della cucina per raccontare in realtà la vita, le sue difficoltà e le sue fatiche. Qui, sta il vero successo della serie: la cucina che si allontana da una certa estetica che siamo abituati a vedere nel cinema e nelle serie TV e diventa un mezzo realistico di racconto.
The Bear: un nuovo modo di vedere la cucina nel mondo del cinema e delle serie TV
Il mondo del cinema ci ha fatto immergere in storie che utilizzano il cibo e la cucina per incantare, creare magia tra le persone attraverso le creazioni culinarie. Il cibo è sempre stato quell’ingrediente di delicatezza in più da aggiungere ad una storia d’amore, ad un’amicizia e confezionare per lo spettatore un’esperienza che coinvolge tutti i sensi. Viene subito in mente Chocolat, in cui Juliette Binoche incanta una cittadina intera sotto quaresima con le sue creazioni di cioccolato, ma anche il delicatissimo Amore cucina e Curry in cui la cucina unisce due famiglie rivali oltre che due culture diverse.
In questi due casi, il regista è sempre Lasse Hallström, che sceglie la formula della favola per mettere al centro il cibo che unisce e concilia. Qui, il cibo proviene da spazi di lavoro dove regna la calma e la concentrazione e dove cucinare è un momento mistico in cui la passione viene trasmessa in ogni piatto.
Però sappiamo che il mondo della cucina è diverso, sappiamo che sono ambienti dove non è ammesso margine d’errore, dove esiste una gerarchia ben precisa, dove il calore dei fuochi, gli spazi piccoli, la pressione di essere perfetti a volte schiaccia, fa mancare l’aria e rende tutto ben lontano dalla favola.
The Bear: da che immaginario proviene la serie di Disney Plus
Questo aspetto riesce a raccontarlo negli anni più recenti, Il sapore del successo film con Bradley Cooper affiancato da un grande cast. Qui, il protagonista è ossessionato dal cibo, dalle ricette da seguire nel minimo dettaglio, dal rasentare la perfezione di gusto e di estetica in ogni piatto. E questa ossessione lo porta ad essere un despota insopportabile con tutto il suo personale, di brigata e di sala, oltre che lo ha portato in passato sull’orlo del precipizio. I suoi piatti escono dalla cucina che sembrano delle opere d’arte e hanno una perfetta armonia nel sapore e nel gusto. Un’armonia che è totalmente assente nel protagonista e anche nel suo modo di concepire la cucina, ovvero come un mezzo per raggiungere la perfezione e per redimersi da tutti i suoi errori del passato.
Lo stesso Bradley Cooper è stato protagonista di un gioiello seriale pressochè sconosciuto: Kitchen confidential. Si tratta di una serie TV del 2005 ispirata all’omonimo libro dello chef Anthony Bourdain. Una serie HBO che dopo quattro episodi trasmessi venne cancellata per bassi ascolti e solo grazie a Hulu fu possibile vedere i restati nove episodi. Un vero peccato, perché in questi pochi episodi, si poteva toccare con mano una cucina frenetica, con degli chef sconclusionati e instabili nella vita privata, il tutto grazie ad una scelta di regia da documentario con una camera singola.
Questi due ultimi titoli sono fondamentali per condurci verso The Bear. Qui, ci troviamo in una cucina piccola, piena di cuochi che si chiamano tra di loro chef e lo ripetono in modo continuativo e ossessivo al termine di ogni frase o parola che si rivolgono. Una ripresa che sta sempre stretta sul cibo che stanno cucinando, sui volti, sulle azioni e quasi mai ci fornisce una visione d’insieme: non sappiamo realmente quanto sia grande il ristorante e quanti coperti fanno al giorno o quante prenotazioni hanno.
E tutte queste informazioni ai fini della serie non servono, perché The Bear vuole raccontare uno chef che porta nel cuore un’enorme tristezza per la perdita del fratello, una rabbia repressa per come lo ha perso e per il fatto che gli abbia lasciato in eredità un fast food pieno di debiti. Il desiderio di rivalsa del protagonista Carmy si fa sentire, ma così anche tutto il suo dolore, che si riversa nel modo di cucinare e anche di rapportarsi con lo staff. In questa serie i dialoghi sono strettissimi e sono delle frasi che i protagonisti si passano tra di loro, totalmente prive di comunicabilità . Infatti, dell’ultimo episodio, i protagonisti non riescono a comunicare realmente tra di loro, ma ci provano attraverso la cucina e l’amore che ognuno di loro a suo modo ha nei confronti di quel luogo.
Disney Plus ci porta ad un nuovo modo di concepire la cucina
Con tutti questi elementi, The Bear è stato un enorme successo, acclamato, considerato una delle migliori serie dell’anno. Il motivo di questo successo, oltre il fatto che si tratta sicuramente di un ottimo prodotto seriale sta anche in questo nuovo modo seriale di presentare il mondo della cucina, che forse è quello che il pubblico vuole: il luogo della cucina come dispensa di fatiche, ingiustizie, soddisfazioni che arrivano a tratti e racconto realistico delle nostre vite. Forse il pubblico è stanco delle cucine luminose, delle ricette di cuochi sorridenti, della favola del cibo che crea magia. Forse il pubblico vuole vedere anche il dietro le quinte di questa favola e The Bear glielo serve bollente e su un piatto di carta.
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