Il 20 luglio 2000 veniva inaugurato il Museo Nazionale del Cinema presso la Mole Antonelliana di Torino. Ripercorriamone la storia
Il Museo Nazionale del Cinema è un luogo che tutti gli appassionati dovrebbero visitare almeno una volta nella vita. Promotore di progetti e produzioni cinematografiche, da vent’anni è meta di visita anche per semplici turisti, una sorta di Mecca dei cinefili. Ecco perché.
Aula del tempio
Storia del Museo Nazionale del Cinema
La prima idea di un museo del cinema fu nel 1941, da parte della studiosa di storia e cinema Maria Adriana Prolo (1901 – 1991). I primi contributi per l’acquisto di cimeli e documenti della storia del cinema arrivarono grazie alla collaborazione dei pionieri del settore, tra cui il giornalista Francesco Pasinetti e Giovanni Pastrone (1882 – 1959), regista di Cabiria (1914). Per chi non lo conoscesse, Cabiria è stato il primo kolossal muto italiano, girato in provincia di Torino. I primi organizzatori immagazzinarono il materiale in una sala della Mole Antonelliana, concessa dal Comune di Torino.
E poi…
Dopo il secondo conflitto mondiale, nel 1946 avvenne la prima mostra cittadina a tema nella galleria sotterranea a via Roma. Ad essa seguirono altre mostre ed esposizioni temporanee negli anni successivi. Ci fu poi una prima idea di installare il Museo all’interno della Mole, già magazzino dei primi cimeli, ma la tromba d’aria del 1953 danneggiò gravemente l’edificio. Nello stesso anno un gruppo di registi, sceneggiatori ed esperti quali Giovanni Pastrone, Arrigo Frusta, Mario Gromo, Leonardo Mosso, Carlo Giacheri, Bruno Ventavoli fondarono l’Associazione Museo del cinema. La professoressa Prolo venne nominata Presidente. Il Museo sfruttava inizialmente alcuni spazi di Palazzo Chiablese, dietro il Duomo di Torino, con cineteca, biblioteca e sala di proiezione. Nel 1956 Maria Adriana Prolo fu eletta direttrice a vita del Museo, inaugurato il 27 settembre 1958.
Sede del Museo negli anni ’80
Ne 1983 l’incendio del cinema Statuto, a Torino, spinse alla chiusura del Museo per controlli di sicurezza, così l’Associazione spostò alcuni allestimenti presso il Cinema Massimo e al Centro di produzione Rai di Torino, vicini alla Mole. Nel 1991 morì la professoressa Prolo, e l’anno successivo il museo divenne una Fondazione che prese il suo nome. Nel 1995, in occasione del centenario della nascita del cinema, un ultimo spostamento portò l’allestimento del museo presso l’interno della vicina Mole Antonelliana. L’organizzazione della scenografia fu a cura dell’architetto torinese Gianfranco Gritella e dello scenografo svizzero François Confino. Il 20 luglio 2000 si inaugurò l’attuale sede del Museo Nazionale del Cinema. L’attuale direttore è Domenico De Gaetano.
Dopo mezzanotte
Il regista Davide Ferrario girò all’interno della Mole il film Dopo mezzanotte (2004), ambientato dentro la Mole. I protagonisti sono Giorgio Pasotti, Francesca Inaudi, Fabio Troiano, Francesca Picozza e la narrazione di Silvio Orlando. Dopo mezzanotte ha vinto il David ai migliori effetti speciali e varie nomination a più premiazioni.
La Mole Antonelliana come sede del Museo Nazionale del Cinema
Con un’altezza di 167,5 metri, all’epoca della fondazione nel 1889, la Mole Antonelliana di Alessandro Antonelli fu l’edificio in muratura più alto del mondo. Antonelli ne seguì con costanza la costruzione, fino alla morte. Perciò venne costruito un ascensore a manovella per portare il novantenne architetto in alto, a controllare lo stato dei lavori. Originariamente pensata come sinagoga, venne poi acquisita dal Comune come simbolo dell’unità nazionale.
L’opera è ammirata per la caratteristica forma e per la caparbia resistenza nonostante il terreno, i bombardamenti dei conflitti mondiali e due nubifragi che, tuttavia, riuscirono ad abbatterne la guglia, obbligandone la ricostruzione e la sostituzione del precedente Genio alato con una stella (il Genio è attualmente conservato all’interno). Dal 1908 al 1938 fu sede del Museo del Risorgimento italiano, e successivamente di mostre temporanee. Nel 1961 (Centenario dell’Unità d’Italia) si inaugurò un nuovo ascensore panoramico: attraversando in verticale l’Aula del tempio, esso porta i turisti all’esterno, a 85 metri d’altezza. Il rinnovo dell’ascensore è del 1999 in vista della conversione dell’edificio a Museo Nazionale del Cinema.
Il Museo Nazionale del cinema oggi
Fotografia in movimento
Posta in via Montebello 20, a Torino, la Mole Antonelliana oggi ospita reperti dei primi anni del cinema. Dalla “fotografia in movimento” e dal teatro d’ombre, fino a grandi pezzi di scenografia dei kolossal, oggetti di scena, abiti delle star della Settima Arte: questo è il Museo. L’allestimento è sul progetto dallo scenografo svizzero François Confino. L’idea è che il visitatore ascenda a spirale durante la visita. Nel piano dell’Archeologia del Cinema il pubblico visita otto aree tematiche interattive con gli strumenti ottici e i dispositivi arcaici per giochi di luci e ombre. Ecco poi l’Aula del Tempio, centrale, suddivisa nei vari generi cinematografici, in una serie di grandi alcove interattive. Dall’aula si sale alla Rampa elicoidale, pensata come una pellicola cinematografica, che si srotola a salire verso la cupola, fino a permettere la visione dell’Aula dall’alto, spettacolare e mozzafiato.
Una volta raggiunta la fine della rampa, è possibile visitare la Macchina del Cinema. Qui sono conservati a esposizione elementi e costumi a dimostrazione delle diverse fasi dell’industria del film. Ecco gli studi di produzione, la regia, la sceneggiatura, gli attori e lo star system, i costumi di scena, la scenografia, gli storyboard, la sala cinematografica. E infine, la Galleria dei Manifesti, per ripercorrere la storia del cinema, i film e gli autori più rilevanti con l’evoluzione della grafica e della figurazione.
Interno della cupola e ascensore
Torino città del cinema 2020, anno del covid
Con lo slogan #ilcinemanonsiferma, tutte le organizzazioni relative all’anno 2020, ventennale della nascita del Museo Nazionale del Cinema, vengono trasposte anche online tramite i vari canali YouTube, Vimeo, Facebook, Instagram e Twitter, in collaborazione con Rai, Film Commission Torino Piemonte e la rivista di cinema Ciak. Anche in tempi di covid, il Museo continua a sostenere le produzioni cinematografiche cittadine come il Lovers Film Festival e il Torino Film Festival. Nel frattempo il centro cittadino è cosparso di pannelli commemorativi dei film girati a Torino e provincia, tra cui Santa Maradona e ultimo The King’s Man.
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