Santa Maradona è un film che parla di tutto tranne che di calcio (non è vero: c’è anche quello). E che se hai trent’anni devi vedere
TITOLO ORIGINALE: Santa Maradona. GENERE: commedia. NAZIONE: Italia. REGIA: Marco Ponti. CAST: Stefano Accorsi, Anita Caprioli, Libero De Rienzo, Mandala Tayde. DURATA: 96 min. DISTRIBUTORE: Mikado Film. USCITA CINEMA: 2001.
Era il 2001, un 30enne attore bolognese di nome Stefano Accorsi, reduce da L’ultimo bacio e oggi attore pluripremiato, riceve il copione di un film scritto da Marco Ponti, giovane studente della scuola Holden (scuola di storytelling di Alessandro Baricco), della cintura torinese. Accorsi accetta e viene affiancato nel cast da Libero De Rienzo, Anita Caprioli, Mandala Tayde. E tutto ebbe inizio. Ecco a voi la recensione di Santa Maradona.
Trama | Retro-recensione Santa Maradona
Torino, 2001. Andrea e Bart (Stefano Accorsi e Libero De Rienzo) sono due amici e coinquilini laureati in Lettere che abitano a Torino e frequentano l’amica Lucia (Mandala Tayde), giovane indo-napoletana con un ragazzo asfissiante. Andrea fallisce un colloquio di lavoro dopo l’altro, mentre Bart guadagna soldi in maniera estremamente particolare.
A pochi minuti dall’inizio del film, Bart e Andrea sono al bar a parlare dell’ennesimo colloquio fallito, quando quest’ultimo viene raggiunto da Dolores (Anita Caprioli), che gli rivela una terribile verità: per ottenere una parte in una commedia teatrale, è andata a letto col regista. Dal volto attonito di Andrea parte un flashback che racconta le settimane precedenti: la convivenza con Bart, il primo incontro con Dolores, la loro vita alla giornata in attesa della svolta, i problemi familiari di Lucia, raggiungendo infine la scena iniziale per poi…
Quindi di che film si tratta?
Un film romantico? Non del tutto, la storia tra Andrea e Dolores si intreccia con la difficoltà nel trovare lavoro di lui, il precariato di lei, supplente e attrice di teatro, il bislacco modo di recuperare soldi di Bart e le pene d’amore e familiari di Lucia (quest’ultime risolte con un furto).
Parla di calcio? Nonostante il nome Santa Maradona, avviene una sola scena al -fu- stadio Delle Alpi, il riferimento a Maradona è ben spiegato dal regista:
“In una partita con l’Inghilterra, Maradona segnò di mano e riuscì non solo a farla franca, ma anche a prendersi gioco delle regole dicendo che aveva segnato non la sua mano, ma la mano del Signore. I personaggi del mio film vogliono fare anche loro “goal di mano”, in un certo senso trasgredire le regole. Maradona ha fatto il meglio e il peggio, nella vita. Il titolo è una canzone di Manu Chao che mette in contrasto questo personaggio con la parola “santa”. Io preferisco questi contrasti forti, così sono i miei personaggi, positivi e negativi insieme; li definisco nichilisti ottimisti.”
È una commedia? Beh, la pellicola è ascrivibile alla commedia, certo: le sferzanti battute di Bart strappano non poche risate a chi ama l’umorismo caustico (“Quell’essere mitologico? Quello col corpo di uomo e la testa di cazzo?”) che, assieme alle irritantissime risposte di Lucia (da non perdere il dialogo sul fumo), che si ostina a chiamarlo Bartolomeo per provocarlo, fanno venire il nervoso solo ad immaginare di avere amici così; le filosofie sulla vita, tra le più serie e le meno serie (perché è importante leggere Novella 2000), estemporanee; una gara, iniziata chissà quando, tra i due protagonisti a chi trova la notizia più strana; le situazioni al limite del paradossale, inaspettate, nel mezzo delle loro vite, come il ritorno di Pier Paolo a metà della pellicola.
E ancora, gli incredibili colloqui di lavoro di Andrea, fil-rouge della storia, pochi minuti ciascuno di brucianti derisioni dei selezionatori a un giovanotto con molte speranze (“Certo, con un curriculum come il Suo, laurea in Lettere, 107, nessun precedente lavorativo… Certo che non…” – “Non?” – “Non!“).
Ieri come oggi | Retro-recensione Santa Maradona
Santa Maradona riassume una crisi generazionale che stiamo vivendo anche noi, trentenni di oggi, 18 anni dopo le avventure di Bart e Andrea: nati in un decennio di agio, con speranze infantili di un lavoro onesto e appagante, ci ritroviamo soli, a procurarci lavori precari, non soddisfacenti, probabilmente in nero, nati con dei valori morali distrutti durante l’adolescenza e la gioventù, mutazione superbamente sintetizzata dalla boutade sulla morte della Coppa dei Campioni a favore della Champions League (“È il mondo che va in fretta, Andrea!“).
Due laureati in Lettere, un tempo facoltà di prestigio, si ritrovano a trent’anni a non saper cosa farsene della laurea, a causa di un sempre costante aumento dell’età della pensione che blocca il turn-over, e lascia a casa migliaia di giovani neolaureati, problema presente nel 2001 così come oggi (Santa Maradona è uno degli ultimi film in cui si spendono le lire).
La paura e la difficoltà d Dolores nel confessare ad Andrea la verità sulla sua natura, disposta a tutto pur di avere un lavoro (lei prova a dirglielo durante tutta la loro frequentazione, senza coraggio); la costante ricerca dei protagonisti d’un brivido, qualcosa che smuova le loro giornate, culminante in un memorabile scambio di battute sul finale, tra Andrea stanco della banale quotidianità e Bart che lo riporta alla realtà (“E invece ti sentiresti molto più felice a fare, che ne so, un inseguimento con la polizia? A buttarti giù da un palazzo in fiamme, Bruce Willis?“).
Curiosità | Retro-recensione Santa Maradona
Il film potrebbe piacere molto ai fan di Trainspotting per le numerose citazioni allo stesso; vengono esplicitate citazioni a numerosi altri film cult.
Compaiono Fabio Troiano e Giuseppe Loconsole, attori torinesi interpreti rispettivamente del Genio Abù Zazà e di Orco Rubio all’interno della Melevisione.
Per la scena dello stadio Libero De Rienzo, tifoso romanista, ha indossato la maglietta dell’Olanda invece che quella della Juve perché proprio la Roma aveva vinto il campionato (conclusosi poco prima delle riprese).
Nella scena della discoteca si esibiscono davvero i Motel Connection con il loro brano All over.
Premi e riconoscimenti | Retro-recensione Santa Maradona
- 2002 – David di Donatello
- Miglior regista esordiente a Marco Ponti
- Miglior attore non protagonista a Libero De Rienzo
- 2002 – Festival International del Cine di Mar Del Plata
- Premio FIPRESCI
- Miglior attore a Libero De Rienzo
- 2002 – Ciak d’oro
- Miglior opera prima
Colonna sonora | Retro-recensione Santa Maradona
La colonna sonora è affidata alla band torinese Motel Connection. La pellicola inizia con Santa Maradona dei Mano Negra e termina con Nuvole Rapide dei -anch’essi torinesi- Subsonica.
Commento finale
Una volta mostrai questa pellicola ad un amico, che la commentò come “Che film strano!”.
Punti a favore
- Introspettivo
- Filosofico
- Divertente
Punti a sfavore
- N. N.
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