Il frutto della tarda estate è un film che dalla Tunisia sta conquistando il mondo attraverso i Festival del cinema più importanti: ecco la nostra recensione dopo averlo visto in anteprima in occasione del FESCAAAL 2023
TITOLO ORIGINALE: Under the fig trees. GENERE: drammatico. NAZIONE: Tunisia, Svizzera, Francia. REGIA: Erige Sehiri. CAST: Abdelhak Mrabti, Fedi Ben Achour, Gaith Mendassi, Hneya Ben Elhedi Sbahi, Leila Ouhebir DURATA: 92 minuti. DISTRIBUTORE: Trent Film. PRODUTTORE: Henia Production, Maneki Films, Akka Films. USCITA: 23/03/23
Il frutto della tarda estate è un film drammatico di impronta documentaristica proveniente dalla Tunisia che sta lentamente conquistando i Festival del cinema internazionali più importanti. Un film che è stato infatti presentato in anteprima mondiale alla Quinzaine des Réalisateurs al Festival di Cannes 2022 ed è stato premiato workshop Final Cut in Venice alla 78° edizione della Mostra del Cinema di Venezia. Si aggiunge anche l’aver quasi sfiorato una partecipazione agli Oscar 2023 perchè selezionato dalla Tunisia per la sezione miglior film internazionale. Un film che è stato scelto per l’apertura del FESCAAAL 2023, il Festival del Cinema Africano, d’Asia e America Latina, che si è tenuta a Milano il 16 marzo 2023.
Il trailer e la sinossi| Recensione Il frutto della tarda estate
Alla fine dell’estate, in un frutteto nel Nord-Ovest della Tunisia un gruppo di ragazze e donne lavora per raccogliere i fichi. Sotto lo sguardo di lavoratori e uomini più anziani, le ragazze flirtano, si prendono in giro, discutono di uomini e litigano. Durante la giornata, il frutteto diventa teatro di emozioni, un luogo dove transitano i sogni e le speranze di una generazione moderna più libera, accanto ad una più ancorata alle tradizioni.
Un docu-reality sotto l’occhio degli alberi di fico | Recensione Il frutto della tarda estate
Ci troviamo in un frutteto circondati dagli alberi di fico, e vediamo giovani donne, donne più enziane e uomini intenti a raccogliere i fichi per una paga lavorativa che comunque non è in grado di compensare il loro duro lavoro. La sensazione è di trovarci quasi in un documentario, con l’approccio di un reality show. Ma non quello che i reality show sono diventati ora, quello che era la loro essenza di esperimento sociale: uno spaccato vero di quello che ci troviamo davanti, senza orpelli. I fichi diventano tante piccole telecamere che ci mostrano le dinamiche che si instaurano tra i colleghi, soprattutto quelli più giovani. C’è molta sintonia tra le ragazze, anche quando nascono dei dissapori, c’è anche la voglia di innamorarsi, di avere relazioni e di provare sentimenti. Allo stesso tempo, c’è anche la forza di ribellarsi a certi poteri, anche quando questo comporta il rischio di perdere un lavoro sicuro.
Il regno della delicatezza | Recensione Il frutto della tarda estate
Alla vista appare tutto molto delicato, sia lo sguardo sui protagonisti, sia le loro azioni: per fare un buon lavoro i fichi vanno colti con molta delicatezza e così anche i loro rami, devono essere movimentati in modo da non farli spezzare. Così, le donne e gli uomini di questo frutteto si muovono con delicatezza anche tra di loro: parlando a sottovoce, rubandosi degli sguardi, muovendosi lentamente. Questa delicatezza ci avvicina alle dinamiche relazionali che ci sono nel loro mondo al di fuori del frutteto, dalle liti, agli amori finiti o quelli appena iniziati, ai giochi di potere.
Un film da ascoltare | Recensione Il frutto della tarda estate
Il frutto della tarda estate è un film con un disegno di regia ben preciso da parte della talentuosa Erige Sehiri: la telecamera è in continuo movimento, con un approccio “sporco” che serve a dare maggior realismo ai personaggi e a quello che provano. E oltre le immagini, quello che viene catturato con molta attenzione sono i suoni: i suoni dei passi nei campi, dei rami degli alberi, delle risate e delle parole sottovoce. La colonna sonora musicale c’è, ed è anche interessante, ma i suoni sono i protagonisti, tali da rendere Il frutto della tarda estate un film principalmente da ascoltare. I fichi si vedono nelle riprese e si sentono con i loro rumori, anche quando vengono rubati o quando vengono calpestati per sbaglio. La scelta della regista di ambientare la storia proprio in una piantagione di fichi rientra in un’attrattiva che questo frutto ha da tempo per il mondo del cinema e della fotografia forse molto legato anche al fascino estetico dei luoghi in cui solitamente questi frutti vengono coltivati.
Un’efficace semplicità che vi conquisterà
Nel complesso, Il frutto della tarda estate con la sua delicatezza e semplicità, riesce a conquistare, perché ha un ritmo lento, ma costante e soprattutto appare proprio sempre onesto nei confronti dello spettatore. Il suo successo internazionale è sicuramente giustificato e ora che uscirà anche in Italia sarà apprezzato sicuramente anche qui.
Il frutto della tarda estate esce nelle sale italiane il 23 marzo 2023 dopo che è stato presentato in anteprima all’apertura del FESCAAAL 2023, il Festival del cinema Africano, d’Asia e d’America Latina. Fateci sapere cosa ne pensate dopo averlo visto e continuate a seguire tuttotek.it per tutte le notizie su cinema e serie TV.
Punti a favore
- Un film molto delicato
- Una regia molto semplice ma efficace
Punti a sfavore
- Ritmo di regia troppo lento in alcuni passaggi
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