Vi ricordate di Tombi!, il cacciatore di porcellini dai capelli rosa? Se la risposta è si, vogliamo rassicurarvi: anche se il mondo sembra essersene dimenticato, non siete da soli. Oggi, per la rubrica retrogaming, vogliamo raccontarvi la storia di Tombi!, un eroe apparentemente dimenticato
Nel 1998, fa il suo debutto su PlayStation un platform in 2D particolare, divertente e coloratissimo. Tomba! (trasformato per il mercato italiano in Tombi! per ovvi motivi pubblicitari), si presentava come un gioco innovativo e divertente, pronto a vendere copie su copie. Qualcosa però è andato storto e ora, a distanza di 22 anni in pochissimi si ricordano di lui. Perché Tombi!, oggi una piccola perla del retrogaming, venne dimenticato da un giorno all’altro?
Storie di porcellini ladri
Tombi! parla di Tombi (per l’appunto), uno strano ragazzo dai capelli rosa che vive in un arcipelago fittizio e indossa soltanto dei pantaloncini verdi. L’attività preferita di Tombi era cacciare e mangiare i cinghiali che popolavano l’arcipelago, di cui era particolarmente ghiotto. Un giorno, mentre cercava di proteggere un abitante del villaggio dai perfidi maialini Koma, Tombi venne colpito da un ramo per poi svenire. I porcellini, quindi, ne approfittarono per rubare il prezioso bracciale che gli era stato lasciati in eredità dal nonno.
Una volta rinvenuto il nostro eroe, deciso a riprendersi il bracciale, si mise sulle tracce della gang, spostandosi da una zona all’altra dell’arcipelago. Arrivato da un vecchio eremita, questi gli raccontò che i Koma non erano semplici ladruncoli, ma i servitori di sette terribili stregoni maiali. Questi stregoni avevano lanciato una maledizione sulle isole, che avevano assunto l’aspetto bizzarro che vediamo nel gioco.
Un platform di tutto rispetto – Retrogaming: Tombi!, storia di un eroe dimenticato
Mettendo le mani su Tombi! per qualche ora, è evidente che c’è molto di più oltre l’apparenza da gioco per bambini. Nonostante il gioco possa apparire un po’ infantile e scanzonato, in realtà nasconde molti elementi che ancora oggi vengono ripresi in titoli dello stesso genere, di gran successo. Tombi! è ambientato in un mondo contiguo nel quale si possono affrontare una serie di attività principali o secondarie. Quelle principali permettevano di progredire nella storia, mentre le attività secondarie (facoltative) permettevano di sbloccare oggetti e abilità del nostro eroe, oltre ad approfondire la storia.
Questo fattore in particolare non è assolutamente da sottovalutare. Completando le missioni secondarie, è possibile ottenere oggetti unici e abilità che ci permettono di accedere a posti della mappa precedentemente bloccati o irraggiungibili. Questa meccanica è uno dei fondamenti di moderni platform in 2D di grandissimo successo come Ori o Hollow Knight, per citarne alcuni. Anche il sistema di combattimento resta simile: per sconfiggere i suoi avversari infatti, Tombi può ricorrere a cazzotti, bastoni o boomerang. oppure scaraventandoli contro i forzieri per aprirli.
Ma se Whoopee Camp inserendo queste meccaniche aveva “previsto il futuro” dei platform, e Tombi! è stato preso come esempio da sviluppatori di tutto il mondo ben 15 anni dopo, perché non ha avuto il successo che meritava?
Facciamo un salto indietro – Retrogaming: Tombi!, storia di un eroe dimenticato
All’uscita, nel lontano 1998, Tombi! paradossalmente riscosse un gran successo tra la critica e anche tra gli utenti, nonostante le poche vendite. Il primo problema della sfortuna di Tombi! fu proprio questo: il titolo vendette poco non perché non venne apprezzato da chi ebbe la fortuna di giocarlo, ma perchè trovarne una copia in giro era davvero una missione impossibile. A causa della scarsissima distribuzione del gioco, essendo all’epoca esclusivamente fisica, pochissimi utenti e collezionisti di PlayStation ebbero la fortuna di accaparrarsene una copia.
Visto però il successo riscosso dal gioco, nonostante il problema relativo alle vendite, il team di Whoopee Camp decise di riprovarci con il sequel di Tombi!: Tombi! 2. L’idea di base era di produrre un gioco che manteneva le caratteristiche che tanto erano piaciute di Tombi!, migliorando però il gioco e soprattutto virando su una strategia di distribuzione molto più organizzata. Quindi, nel 1999 in Giappone e Stati Uniti e successivamente nel 2000 in Europa, arrivò Tombi! 2.
Tombi 2!, arriva il riscatto? – Retrogaming: Tombi!, storia di un eroe dimenticato
La storia stavolta raccontava il rapimento di Tabby, un’amica di Tombi, da parte dei perfidi Koma. Tombi! 2 era una sorta di upgrade di Tombi!: le meccaniche che tanto erano piaciute nel primo capitolo vennero riprese in pieno, ma il gioco venne migliorato notevolmente. Il gioco divenne una sorta di 2,5D con personaggi in 3D e una camera che si spostava dinamicamente per dare profondità al gioco. Inoltre vennero introdotti grazie a questa sorta di tridimensionalità dei bivi, tra cui Tombi poteva scegliere per avanzare nella sua avventura.
Com’era prevedibile visti gli sforzi del team, Tombi 2! ebbe un gran successo superando le più rosee aspettative. Se il primo capitolo era servito come banco di prova per migliorare, ora Whoopee Camp era pronta a riparare agli errori commessi in passato, per poi pensare a lanciare un eventuale terzo gioco del brand. Ma, apparentemente, qualcosa andò storto proprio sul più bello.
La fine di un eroe – Retrogaming: Tombi!, storia di un eroe dimenticato
Mentre il team di sviluppo si godeva il meritato successo riscosso da Tombi! 2, nei piani alti dell’azienda si respirava un clima di forte preoccupazione per il futuro del brand. Gli errori fatti con il primo capitolo, a quanto pare, erano più grandi di quanto si era pensato in precedenza. Così, mentre gli sviluppatori pensavano già ad un terzo capitolo di Tombi! Tokuro Fujiwara, il presidente di Whoopee Camp, si ritrovò a fare i conti con gli enormi debiti della società . Così nel 2000, mentre Tombi! 2 vedeva la luce in Europa, la software house dichiarava bancarotta e chiudeva i battenti per sempre.
Era arrivato l’ingiusto e prematuro epilogo di Whoopee Camp e con esso le possibilità di vedere un eventuale terzo capitolo della serie. Da allora, le avventure del nostro eroe in pantaloncini verdi finirono nel dimenticatoio, e il sipario calò su uno dei platform più promettenti della storia dei videogiochi.
Non tutte le storie hanno un lieto fine
Ebbene amici, per la rubrica retrogaming questa era la storia di Tombi!, un eroe apparentemente dimenticato. La speranza che un eventuale acquirente possa comprare la licenza del gioco e rispolverare il nome del brand, è ancora viva in chi almeno una volta ha messo le mani sulle avventure del cacciatori di porcellini. Nel frattempo non possiamo fare altro che incrociare le dita e goderci tutti gli splendidi platform che devono, anche in piccola parte, il loro successo a Tombi!.
Come sempre vi salutiamo, e ci auguriamo di avervi regalato una piacevole lettura. Vi invitiamo a restare connessi su tuttoteK per ulteriori news, aggiornamenti e tanto altro ancora sul mondo dei videogiochi, che siano dimenticati o meno. Ciao!
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