Siamo tornati a versare ben più di una lacrima con un titolo particolarmente breve, ma altrettanto intenso, benvenuti alla nostra recensione di Lost Words: Beyond the Page
Il lutto e la perdita sono concetti connaturati allo stesso essere umano. Sin da tenera età, molti di noi si sono ritrovati a dover fare i conti con il dolore di perdere qualcuno a noi caro. Una spirale di disperazione e sofferenza che, solo col tempo, diventeranno accettazione. Non si supera mai veramente la morte di qualcuno a noi caro, semplicemente si impara a convivere con l’assenza. Nel medium videoludico, l’esperienza più toccante e cronologicamente più vicina che ci viene in mente è Gris di Nomada Studio, di cui vi abbiamo parlato in una recensione per la versione PlayStation 4 e uno speciale più emotivo. Recentemente, però, ci siamo imbattuti in una gradita sorpresa.
Lost Words: Before the Page è uscito circa un anno fa come esclusiva temporale di Google Stadia. Sviluppato da Sketchbook Games e pubblicato da Modus Games. Questa piccola perla vanta, alla sceneggiatura, una firma piuttosto conosciuta da chi bazzica nell’industria videoludica da un po’ di tempo. Se il nome di Rhianna Pratchett non dovesse dirvi nulla vi basti sapere che è la figlia del più noto Terry Pratchett (Mondo Disco) e che ha messo le mani nella creazione di ambientazioni e sceneggiature videoludiche sin dal Prince of Persia del 2008, passando anche per un ben più blasonato BioShock Infinite. Lost Words: Before the Page, al termine della temporalità dell’esclusiva per Stadia, è arrivato anche su PC e console e noi abbiamo approfittato per parlarvene in questa recensione.
La normalità è sottovalutata
Izzy è una bambina che vive in una famiglia terribilmente normale. Mamma, papà, fratellino molto piccolo, gattino e nonna molto energica e profondamente interessante. Una biologa, per giunta, che ha insegnato, nel corso del tempo, moltissime curiosità e perle alla piccola e intelligente nipotina. Non molti di voi probabilmente sono stati così fortunati da vivere un nonno come lo ha fatto Izzy, carpendone preziosi consigli di vita, vivendo con leggerezza tanti piccoli momenti di felicità e ricevendo costruttivi rimproveri. Una seconda mamma, un po’ più attempata e saggia, ma non diteglielo apertamente che potreste ritrovarvi una ciabatta in fronte. Insomma, quel tipo di nonna.
Izzy è una bambina che sogna di diventare una scrittrice. E quale miglior modo per iniziare a dar forma alle proprie capacità se non scrivendo un diario? La nonna di Izzy ovviamente lo sa benissimo, e decide così di approfittare della creatività della bambina donandole un piccolo diario, la sua finestra interiore. E così, Izzy la creativa bambina, inizia a creare una storia e, in questo esatto momento, sia la narrazione sia il gameplay di Lost Words: Beyond the Page prendono due strade completamente distinte.
Due binari – Recensione Lost Words: Beyond the Page
Da un lato abbiamo la vita di Izzy, che procede nella sua monotona normalità, e dall’altra quella di un’avventuriera che potremo personalizzare sommariamente per nome, aspetto e caratteri generali. Non è molto importante in realtà creare un alter ego specifico per Izzy, basta sapersi immergere nella narrazione di una bambina di quell’età. Robyn è il nome che abbiamo scelto per l’avventuriera del mondo di Estoria di cui abbiamo sentito parlare per le circa 6 ore che abbiamo impiegato a completare Lost Words: Beyond the Page, ed è quello che utilizzeremo per questa recensione.
Robyn è una giovane avventuriera, come dicevamo, che vive in un piccolo villaggio del magico regno di Estoria. L’anziana Ava, protettrice della comunità, è ormai stanca e pronta per andare in “pensione”. Coglierà ovviamente l’occasione quando la nostra eroina farà la conoscenza delle Lucciole, piccole entità che da sempre hanno vegliato sul piccolo villaggio, e passerà il testimone alla giovane ragazza. La gioia durerà assai poco perché un terribile drago si abbatterà con ferocia sulle loro teste, distruggendo qualsiasi cosa si trovi sul suo cammino e rapendo le lucciole.
Dramma – Recensione Lost Words: Beyond the Page
Questa svolta drammatica nella narrazione è ovviamente dovuta a un repentino turbamento nell’animo della giovane Izzy. Una malattia improvvisa, infatti, la separerà dall’amata nonna e, nonostante la piccola cercherà di essere forte il più possibile sia per sé, sia per sua mamma, un vortice di disperazione la avvolgerà e la porterà a vivere il periodo più buio della sua intera esistenza. Robyn e Izzy iniziano quindi un difficile viaggio di consapevolezza ed accettazione: non tutto si può sanare. Alcune cose sono ineluttabili, in primis la morte.
La narrazione prosegue quindi su due binari ben distinti e questo accade anche sul versante gameplay. Se infatti di base ci troviamo comunque di fronte a un platform 2D con qualche enigma veramente (troppo) semplice da affrontare, dall’altra le due ragazze vivranno esperienze completamente diverse. Izzy, nel mondo reale, continuerà a scrivere nel suo diario non solo le vicende del mondo di Estoria, ma anche aneddoti, ricordi e sensazioni che l’improvvisa malattia della nonna le riporta alla mente. Le parole che la ragazza usa possono essere utilizzate come scalini per raggiungere lo spiraglio che ci permetterà di girare pagina. Lungo il percorso, saranno presenti numerose luci azzurre che sveleranno alcune note a margine, utili per conoscere ancora meglio i pensieri e le sensazioni della stessa Izzy.
Puzzling – Recensione Lost Words: Beyond the Page
Le parole scritte da Izzy possono essere poi utilizzate, trascinandole con il nostro puntatore, per rievocare ricordi attraverso fotografie, o risolvere semplici puzzle ricomponendo le frasi che la nonna era solita pronunciare. Potremo anche preparare il tè, riordinare la camera della bambina o altri piccoli compiti: niente di mai eccezionalmente complesso e utile esclusivamente a gettare le basi emotive necessarie. Lo stile con cui però queste meccaniche vengono proposte le rendono estremamente d’impatto e pregne di significato. Ispirate, questo forse è il termine più giusto.
Le fasi che invece vedono coinvolta Robyn nel mondo di Estoria ci hanno colpiti molto di meno per lo stesso motivo: l’ispirazione. Se infatti il pretesto del diario di Izzy viene sfruttato in modo elegante, semplice ed efficace, l’ambientazione del mondo fantasy creato dalla bambina è quanto di più cliché e classico si possa immaginare. Villaggio, deserto, foresta, montagna, cava, montagna. Niente di più banale e scontato. Seppur sia vero che si tratta di una storia narrata da una bambina piccola, ci sarebbe piaciuto vedere qualcosa di più suggestivo e particolareggiato, ma così non è stato.
Dualismo dinamico – Recensione Lost Words: Beyond the Page
Quel che invece abbiamo saputo apprezzare davvero è la parte di gameplay nel mondo di Estoria, sicuramente più dinamico e più platform rispetto a quello reale. La giovane Robyn dovrà interagire col mondo che la circonda tramite la forza delle parole che sono racchiuse nel libro che la saggia Ava le ha donato. Con il comando “sollevare” potremo alzare delle piattaforme, con “spezzare” potremo distruggere le rocce che ci bloccano la strada e così via. Le parole totali sono relativamente poche e, nel corso dell’avventura, si avvertirà una ripetitività di fondo che forse avremmo voluto poter evitare vista la scarsa longevità del titolo. Non diventa però mai qualcosa di fastidioso e il focus sulla narrazione e sull’emotività non cede mai il passo alla noia.
Se dobbiamo però essere onesti e concludere il giro delle “sensazioni”, Lost Words: Beyond the Page è un titolo che non riesce a concretizzarsi. Dura troppo poco, è troppo semplice e non offre un grado soddisfacente di rigiocabilità da dire “dai, riprovo questo livello”. La raccolta delle lucciole è molto fine a se stessa e una volta completato il titolo, una volta che Izzy sarà giunta alla sua accettazione, non troveremo spunti particolari per riprendere in mano il controller.
La nostra prova per questa recensione di The Lost Words: Beyond the Page è avvenuta su Nintendo Switch. Non abbiamo problematiche tecniche particolari da segnalare, se non qualche sporadico lieve tentennamento del frame rate e uno strambo glitch grafico che blocca l’animazione di camminata da accovacciata di Robyn, pur facendo continuare a muovere il modello. Assolutamente nulla che vada a spezzare l’emotività della narrazione, coadiuvata sapientemente con una colonna sonora sicuramente non epocale, ma che sa quali corde toccare.
Un qualcosa di difficile in realtà c’è
Concludiamo questa recensione di Lost Words: Beyond the Page riprendendo un concetto che abbiamo già espresso per altri titoli votati alla narrazione e all’empatia. Non è semplice affibbiare un voto al titolo di Sketchbook Games, perché ciascuno di noi lo vive e ne fa esperienza in modo completamente diverso. Rimane che la piccola perla del piccolo studio è un grande indizio di cosa si possa fare quando si raccontano bene sensazioni, emozioni, paure e dolori dell’animo umano. Peccato perché dura davvero troppo poco e non offre grandi spunti per continuare a vivere le avventure di Robyn e la crescita di Izzy. Consigliato a chiunque abbia voglia di versare qualche lacrima senza impegnarsi particolarmente.
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Punti a favore
- Semplice, emozionante e universale
- Esteticamente ispirato
- Dualismo dinamico e divertente sia nella narrazione sia nel gameplay
Punti a sfavore
- Difficoltà troppo bassa
- Manca di rigiocabilità
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