Bentornati all’appuntamento dedicato agli anime e al loro raffronto con i manga: oggi vi presentiamo Lovely Complex, di Aya Nakahara
Se quello di cui avete bisogno è un concentrato di divertimento, sketch e gag comiche siete sulla strada giusta. Il tutto condito da profondi legami di amicizia, primi amori, e la spensieratezza dell’adolescenza vissuta tra i banchi di scuola.
In Lovely Complex è tutto molto leggero. Trattandosi di un anime scolastico sentimentale, il rischio di ritrovarsi adolescenti complessati alle prese con l’amore è scontato, ma il pregio è di aver raccontato la loro storia con semplicità. Anche laddove i temi toccano questioni spinose, la caratterizzazione dei protagonisti rende verosimile la storia, non sconfinando mai nel ridicolo o nell’eccessivo romanticismo.
Lovely Complex, scritto e disegnato da Aya Nakahara, è un anime realistico ed esilarante; capace di raccontare l’adolescenza senza troppe concessioni alla finzione romanzesca o ai risvolti melodrammatici.
Pubblicato in Giappone sulla rivista Bessatsu Margaret di Shūeisha dal 2001 al 2006, arriva in Italia nel 2007 grazie a Planet Manga. Nel 2004, l’opera vince il Shogakukan Manga Award nella categoria shōjo.
Un anime, di 24 episodi, viene prodotto nel 2007. In Italia arriva, edito da Dynit, prima su MTV e poi su Rai4.
Trama | Lovely Complex di Aya Nakahara
Risa Koizumi è una ragazza che frequenta le scuole superiori a Osaka ed è la più alta nella sua classe; Atsushi Otani è un ragazzo relativamente basso rispetto ai suoi compagni, anche se ciò non gli impedisce di far parte della squadra del club di pallacanestro. Questa notevole differenza d’altezza li rende un po’ complessati e, tanto per aumentare la già precaria situazione psicologica, fin dal primo giorno di scuola vengono soprannominati come un famoso duo comico giapponese. Ciò è avvalorato dal fatto che entrambi hanno un carattere focoso, nient’affatto conciliante, che darà origine a situazioni comiche.
Malgrado questo rapporto burrascoso, i due si rivelano molto simili riguardo a gusti e carattere. L’insicurezza impedisce loro d’aprirsi completamente e la mancanza di fiducia in sé stessi preclude loro la via ad una relazione matura. Insieme, però, decidono di mettere da parte le loro differenze e aiutarsi per superare le difficoltà…dando vita a qualcosa di diverso dall’amicizia.
Uno shōjo diverso | Lovely Complex di Aya Nakahara
Sarà successo anche a qualcuno di noi di essere rinchiuso dai compagni di classe nello sgabuzzino della palestra con la ragazza o il ragazzo che ci piaceva; di ritrovarsi in un triangolo con l’ex di lui, di dover gestire un rapporto a distanza o di parlare francamente dei propri sentimenti. Insomma, i tipici cliché romantici presenti nei manga shōjo.
Ma ciò che diversifica Lovely Complex da altri manga simili, sono i due protagonisti: Koizumi e Otani sono personaggi veri inseriti in una quotidianità credibile, spensierata e provinciale. Non troviamo l’incanto, lo struggimento, la nostalgia, il senso di rimpianto per le occasioni perdute. Ma, senza dubbio, la capacità di saper intrattenere lo spettatore senza mai annoiarlo con puro e semplice divertimento. Infatti, troviamo una comicità a tutto tondo, dallo stile di disegno “super deformed”, all’ottimo doppiaggio che valorizza gli stati d’animo dei protagonisti attraverso continue variazioni di voce.
A guardare Lovely Complex, il tempo scorre veloce. Nei 20 minuti di puntata, i tormenti adolescenziali, le pena d’amore e gli insuccessi scolastici vengono rappresentati come un gioco, non sminuendone l’importanza, ma riportando in pieno quella che è l’essenza dei sedici anni.
Il lato romantico | Lovely Complex di Aya Nakahara
Contemporaneamente viene presentata anche l’altra faccia della storia: il romanticismo, sebbene sempre mostrato all’interno della cornice comica. Non mancano, tuttavia, momenti profondi ricchi di dialoghi che arrivano dritti al cuore, tanto è vera la potenza delle parole pronunciate.
Risa è intraprendente, determinata, spesso volubile e lunatica; è capace di sprofondare nella depressione per una delusione d’amore. D’altro canto, Otani è molto tonto, orgoglioso e testone ma con un carattere pronto ad aiutare chiunque ne abbia bisogno. Si renderanno conto solo con il passare degli episodi di quanto le differenze li rendano più simili dei punti in comune. Trarranno forza dalla parte negativa dei loro caratteri, fidandosi reciprocamente dell’altro, arrivando a scoprire che al di là dei giudizi degli altri e dei proprio complessi, può senza dubbio nascondersi un sentimento più grande dell’amicizia.
I temi delicati sono affrontati con purezza e semplicità, fregandosene dei giudizi della massa, arrivando a capire che negare i propri sentimenti equivale a negare se stessi.
Il gruppo di amici
Un altro elemento che spicca subito agli occhi, è la presenza forte e costante del gruppo di amici. Solitamente, negli anime shōjo, gli amici sono un po’ delle controfigure, poco caratterizzati e utili solo in alcuni frangenti. In Lovely Complex sono una presenza fondamentale, in grado di dare il giusto pizzico di brio alla storia e di rendere ancora più divertenti e comiche le gag dei due protagonisti.
Conclusioni
La realizzazione tecnica è ottima, con delle musiche molto azzeccate. Così come il doppiaggio italiano: assolutamente uno dei migliori di sempre, che non fa affatto rimpiangere la versione originale (unica pecca, la non traduzione delle scritte che spesso figurano durante le puntante).
Tra manga e anime non ci sono molte differenze, se non sul finale. L’anime è stato concluso prima della fine del manga, arrivando a coprire la storia fino al volume 12 (mentre il manga arriva al volume 17).
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