Bentornati all’appuntamento dedicato agli anime, e al loro raffronto con i manga: oggi vi presentiamo Fruits Basket di Natsuki Takaya
Chi di voi non è appassionato di astrologia? oggigiorno, quasi nessuno. Scherzi a parte, se nella nostra cultura è vista come una pratica per scaramantici o, addirittura, per i più superstiziosi, in Giappone è una vera e propria arte.Â
Lo zodiaco (in questo caso, quello cinese) rappresenta una meravigliosa storia per bambini, di grande insegnamento anche per gli adulti. Il gatto ingannato dal topo, arriva troppo tardi al consiglio dei 12 animali e perde il posto che gli spetta di diritto all’interno dell’astrologia orientale. Un misticismo ricco di sfumature, carico di significati trascendentali e ottimo alleato nelle sfide quotidiane.Â
Ma in Giappone, come ormai sappiamo, tutto racchiude al suo interno un qualcosa di molto più profondo e significativo.Â
Il manga di cui vi parliamo oggi è la rappresentazione comica e surreale dello zodiaco cinese, raccontata dal punto di vista della giovane Tohru Honda.
Fruits Basket, scritto e disegnato da Natsuki Takaya, venne pubblicato in Giappone sulla rivista Hana to Yume dal 1998 al 2006. Un adattamento anime, prodotto dallo Studio Deen è stato trasmesso su TV Tokyo nel 2001. Dal 2019 viene trasmesso un remake anime della serie in tre stagioni.
Trama | Fruits Basket di Natsuki Takaya
Tohru Honda è una ragazza orfana di entrambi i genitori, che vive accampata nel bosco in una tenda da quando il nonno paterno le ha chiesto di trovarsi una nuova sistemazione in attesa che la sua casa venga ristrutturata. Quando viene invitata a vivere dal suo compagno di classe, Yuki Soma, e i suoi cugini, Kyo e Shigure, scopre casualmente che questi e tutti i membri della famiglia sono affetti da una maledizione: quando vengono abbracciati da una persona del sesso opposto, si trasformano in animali dello zodiaco. Convinta a vivere con loro a patto di non rivelare il segreto a nessuno, Tohru comincia ad incontrare uno dopo l’altro i vari membri della famiglia Soma e decide di impegnarsi per sciogliere la maledizione, più crudele di quanto creda.
Una famiglia “maledetta” | Fruits Basket di Natsuki Takaya
Gran parte della storia ruota intorno ad una leggenda legata allo zodiaco cinese. La trama, che ad una prima lettura può apparire semplice, si rivela essere in ciò che accade e nel modo in cui ogni dubbio trova la sua risposta, curata nei minimi dettagli.Â
La famiglia Soma è vittima di una maledizione: ogni volta che entrano in contatto con un componente del sesso opposto, si trasformano in uno dei 12 animali dello zodiaco cinese. Assolutamente geniale!
A mano a mano, facciamo la conoscenza di quelli che sono i personaggi principali, e alcuni di quelli secondari, ma la cosa che subito salta all’occhio è quanto siano tutti profondamente e meravigliosamente caratterizzati. Tutti, e sottolineo: tutti, hanno una personalità definita e assolutamente diversa da quella degli altri personaggi.
Ogni componente della famiglia è accomunato da un condizione d’essere: la tristezza; vogliono tornare ad essere felici. E questa voglia, spesso disperata, di essere felici provoca una paura talmente profonda da impedire loro di fare un passo in qualsiasi direzione. Un passo che riusciranno a compiere solo quando avranno finalmente trovato il coraggio di affrontare e accettare se stessi, nel bene e nel male.
Tu hai disciolto ogni mio sentimento negativo, ogni pensiero torbido come fango. Li hai disciolti uno a uno. Perché una persona come te sta al fianco di uno come me? Quelle lacrime sono per me? Chissà perché lo spero. Sto desiderando che abbia cura di me e che non mi lasci mai.
L’autrice è riuscita a mantenere sempre lo stesso ritmo nella storia: lento, dolce, a volte un po’ malinconico. Il ritmo perfetto per svelare lentamente il mondo interiore dei personaggi e per dar loro modo di crescere.
Onigiri | Fruits Basket di Natsuki Takaya
Il titolo dell’opera deriva da un semplice gioco per bambini, chiamato appunto Fruits Basket; in pratica, simile a quello che noi in Italia chiamiamo “Il lupo mangia frutta“. Il gioco consiste nel disporsi in cerchio, seduti, mentre al centro il capo assegna a tutti il nome di un frutto che chiamerà in seguito.
Il gioco è strettamente legato al passato di Tohru, e di cruciale importanza per capire lo svolgimento della trama. Quando era all’asilo, le veniva sempre assegnato l’onigiri; Tohru, ingenuamente, accettava non sapendo che non fosse un frutto. Un modo subdolo di escluderla di proposito dal gioco.
Il senso di estraneità e non appartenenza, segna il personaggio di Tohru fin dall’inizio della storia. Con un passato difficile, e un presente niente affatto tranquillo, Tohru si trova a dover prendere in mano le redini della propria vita e affrontare, da sola, tutti gli ostacoli che questa ci pone davanti. Ma la sensazione di non aver alcun appoggio, nessun punto fermo, viene meno nel momento esatto in cui trova la famiglia Soda.
In un modo alquanto bizzarro, accompagnato da gag comiche e sketch divertenti, Tohru riuscirà finalmente a trovare il suo “cestino di frutta”, e sentirsi di nuovo parte di un’unica grande famiglia.Â
Manga e anime
Pur rispettando il fumetto originale, la prima serie animata (prodotta quando il manga era ancora in corso) contiene alcune modifiche alla storia: certi eventi rilevanti sono stati eliminati, altri inseriti in forma ridotta o del tutto nuova. Soprattutto, non viene mai fatto vedere il momento esatto in cui la maledizione si spezza.
Il secondo adattamento animato, invece, riporta fedelmente le vicende del manga (suddivide in tre stagioni).
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