Quando si parla di fantascienza Ridley Scott è una garanzia e lo è soprattutto perchè ha creato capolavori del calibro di Alien e The Martian. Ma il titolo per cui è ritenuto il padre della fantascienza moderna è senza dubbio Blade Runner, dunque era arrivato il momento di proporvi la nostra retro-recensione
TITOLO ORIGINALE: Blade Runner. GENERE: fantascienza. NAZIONE: Stati Uniti. REGISTA: Ridley Scott. CAST: Harrison Ford, Rutger Hauer, Sean Young. DURATA: 118 min. DISTRIBUTORE: Warner Bros. USCITA: ottobre 1982.
Blade Runner è unanimamente considerato uno dei capisaldi della fantascienza, non solo a livello cinematografico ma anche e soprattutto perchè è liberamente ispirato a uno dei romanzi fantascientifici più importanti del secolo “Il Cacciatore di androidi” di Philip K. Dick. Il film non vinse alcun Oscar ma fu candidato quell’anno nelle categorie di miglior scenografia e migliori effetti speciali. Da segnalare è anche il “sequel” diretto da Denis Villeneuve Blade Runner-2049 con Ryan Gosling.
La trama | Retro-recensione Blade Runner
Nella distopica Los Angeles del 2019, Deckard è un cacciatore di androidi, ormai perfettamente mimetizzati fra gli umani. Deckard vorrebbe ritirarsi dal suo lavoro di cacciatore di teste ma gli viene affidato un ultimo incarico: pensionare quattro modelli nexus-6 fuggiti dalle colonie spaziali e arrivati sulla Terra, con pochi giorni di vita rimasti prima della loro scadenza, che scatta dopo quattro anni di esistenza. Deckard sa riconoscere i replicanti grazie al test Voight-Kampff, che valuta le reazioni emotive di fronte a domande provocatorie, e il loro creatore, il capo della Tyrell corporation, lo mette alla prova con una replicante speciale, che non sa di esserlo, Rachel. Lei, sconvolta dalla verità, cercherà Deckard, che decide di proteggerla e non “ritirarla”, perché sogna che al termine della sua missione potrà vivere in pace con lei.
Fondamenta del genere | Retro-recensione Blade Runner
Ciò che salta immediatamente all’occhio è l’atmosfera a cavallo fra il noir e la fantascienza futurista. Stupisce la capacità di scenografi e regista di creare un’opera tanto avanti e curata negli effetti speciali nel 1982, una pellicola che non ha niente da invidiare ad opere molto più recenti che sfruttano la computer grafica. La fotografia è eccellente, quasi tutte le scene sono girate in notturna con riflessi e luci che trasportano lo spettatore nell’azione e nel pathos di una ricerca potenzialmente mortale per il protagonista. L’utilizzo delle luci è magistrale così come lo è ovviamente la regia, capace di far cogliere ogni sfumatura non solo mimica ma anche della storia tramite inquadrature sapientemente studiate. Blade Runner è la perfetta fusione di sapienza tecnica e maestria narrativa. Il cast è eccellente ma è soprattutto la sceneggiatura a rendere i personaggi ben caratterizzati, il faschino di Rachel, la capacità di sedurre semplicemente fumando una sigaretta.
Da non dimenticare il comparto costumi. Retrò, noir, pur essendo ambientati in un futuro distopico, curanti al dettaglio tanto da creare una familiarità nella messa in scena pur trattando argomenti fantascientifici.
Una sceneggiatura da Oscar | Retro-recensione Blade Runner
La vera essenza di Blade Runner, lasciando da parte la potenza visiva, rimane la sceneggiatura. Una storia visionaria e intrigante che raggiunge picchi di perfezione, in particolare con il monologo finale recitato da Rutger Hauer. La cartatterizzazione dei personaggi, l’azione travolgente e soprattutto il conflitto fra sentimenti umani o artificiali che si trovano a dover distinguere e vivere i protagonisti. Il finale è quanto di più forte avrebbero potuto creare con quest’opera, probabilmente Nolan per tutti i suoi finali lasciati allo spettatore si è ispirato all’unicorno origami che da sempre caratterizza questo film.
Riuscire a far combaciare e distinguere umano e artificiale, amore naturale o amore indotto, ricordi che potrebbero esser stati innestati o realmente vissuti. Blade Runner non ha un solo difetto in tutte le sue versioni dal Final Cut al Director’s Cut (le versioni dovrebbero essere sette in totale, tutte con dettagli diversi al loro interno).
Conclusioni
Blade Runner è un capolavoro del genere fantascientifico, raggiunto solo, probabilmente, da 2001, Odissea nello Spazio di Stanley Kubrick. Mai nessun film ha saputo analizzare e scavare tanto a fondo fra le leggi della robotica e della morale innestando il dubbio nello spettatore stesso di quanto sia giusto spingersi oltre nella sperimentazione scientifica e cosa sia moralmente accettabile o meno. Cosa farebbe il genere umano se non fosse più in grado di distinguere chi è artificiale o meno? Cosa è giusto far fare ad un androide che è incosapevole di esserlo? Le macchine sono al nostro servizio o potranno un giorno non solo essere in tutto e per tutto uguali a noi ma addirittura dominarci o ucciderci?
La capacità di Ridley Scott di farci porre queste domande è ciò che fa di Blade Runner il film di culto che è oggi. Perfezione.
Punti a favore
- Scenografia
- Fotografia
- Cast
- Montaggio
- Sceneggiautura
Punti a sfavore
- Niente di rilevante
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