Una delle più interessanti novità in tema di serie tv su Prime Video della quale vi presentiamo la recensione è The Pale Horse, miniserie britannica che prende ispirazione da un racconto di Agatha Christie per dare vita a un thriller teso d’altri tempi
TITOLO ORIGINALE: Agatha Christie’s The Pale Horse. GENERE: giallo, horror. NAZIONE: Regno Unito. IDEATORI: Sarah Phelps. CAST: Georgina Campbell, Kaya Scodelario, Rufus Sewell, Kathy Kiera Clarke, Sean Pertwee, Sheila Atim, Bertie Carvel. DURATA: 60 min. per episodio. DISTRIBUTORE IN ITALIA: Prime Video. USCITA: 13/03/2020.
Le vicende traggono origine dalla misteriosa morte di Jessie Davis. Per fare luce sulla sua morte viene incaricato il detective Lejeune, che convoca lo scrittore Mark Easterbrook. Lui non conosceva la signora Davis, ma a quanto pare c’è qualcosa che lo collega al caso. Tutto sembra essere infatti percorso da un fil rouge, una strana lista di nomi ritrovata in una scarpa del cadavere della donna. Nell’inquietante lista c’è anche il nome dello scrittore che, temendo per la propria incolumità, inizierà ad indagare sulla vicenda, finendo anche per aver a che fare con tre presunte streghe.
In un’epoca di streaming popolato da show che durano ore infinite, la miniserie The Pale Horse si risolve in due puntate. In sostanza è un film della durata di circa due ore, con il quale la regista Leonora Lonsdale cerca di trasporre un racconto di Agatha Christie alla fine del 1961. Trasmessa da BBC One a febbraio, avrà una distribuzione internazionale su Prime Video dal 13 marzo.
Ultimo tassello di una serie di adattamenti | Recensione The Pale Horse
Questo adattamento di The Pale Horse è scritto, ancora una volta, da Sarah Phelps. L’autrice è ormai nota per i suoi adattamenti dei romanzi di Agatha Christie, che dal 2015 non mancano un appuntamento annuale. The Pale Horse arriva dopo ben quattro miniserie nelle quali Phelps ha raccontato a modo suo le vicende classiche, talvolta sovvertendo le aspettative del pubblico, in una new wave che abbandona le formule più collaudate per cercare una sperimentazione su crismi antichi. In ogni caso la qualità degli adattamenti è alta, e il risultato interessante.
Dalla eccellente versione di Dieci Piccoli Indiani (And Then There Were None) del 2015, il mood cupo è quello predominante, mentre si perdono gli elementi più rassicuranti che punteggiavano invece i libri della giallista inglese. Ordeal by Innocence e Witness for the Prosecution esplorano la pervesione nei rapporti familiari, The ABC Murders immagina un background diverso per un personaggio fondamentale come Poirot. In alcuni casi la mando di Sarah Phelps arriva a modificare l’intreccio giallo, a volte addirittura la rivelazione dell’assassino, ammiccando e sfidando in un certo lo spettatore ad abbandonare le proprie conoscenze.
Atmosfere horror per il classico giallo | Recensione The Pale Horse
In effetti, mentre il libro The Pale Horse è per certi tratti una commedia romantica, che si intervalla al thriller donando un contrappeso spensierato alla trama ad intreccio, qui i toni cambiano completamente, assumendo i tratti dell’horror, nella sua particolare categoria del folk horror. Questo canovaccio, in fondo, sta vivendo recentemente un periodo d’oro, con prodotti quali The Witch o Midsommar. Le radici del sottogenere affondano proprio nella televisione e nel cinema britannici, trovando un humus favorevole nella campagna, silenziosa e sconosciuta, che ospita rituali pagani e stregoneria, pervasa da quelle antiche forze mai del tutto dimenticate dal mondo contadino.
Nella fattispecie di The Pale Horse, un personaggio che si autodefinisce “razionale” si confronta con tre streghe, raggiungendo un crollo delle proprie convinzioni in una vicenda che si poggia in larga parte sui canoni dell’orrore. Il dettaglio della processione a cui Mark Easterbrook, tra costumi tradizionali e maschere zoomorfe, che si conclude con la decapitazione di un re di paglia, racchiude una ampia parte del pathos della proiezione. Mark viene turbato da questa manifestazione in un momento chiave, e con lui lo spettatore. Lentamente ma inesorabilmente lo scetticismo ostentato dal suo raziocinio borghese cede il passo alla paura atavica di essere stato condannato da un sortilegio. Qualcosa che, inspiegabilmente, lo blocca.
Un viaggio nella psiche di un insospettabile | Recensione The Pale Horse
Uno degli aspetti più interessanti di The Pale Horse è la caratterizzazione del personaggio principale. La serie in effetti lo segue come un’ombra, mostrando ogni piccolo cambiamento nella sua personalità. Già nelle primissime scene, Mark è definito come moralmente deviato. Dietro l’apparenza borghese di successo c’è quindi qualcosa di più. Sicuramente non è un personaggio “buono”, potrebbe apparire come antieroe. Protagonista e antagonista, già nelle prime inquadrature lo vediamo inoltrarsi con la sua amante in uno scenario notturno illuminato da luci rosse, mentre qualcuno gli urla che l’inferno lo sta aspettando perché è un peccatore.
La sua discesa morale non si arresta mai: più Mark si inoltra nella storia, più si moltiplicano le occasioni per mostrare quanto sia un uomo spregevole. Fedifrago, arrogante, con l’aumentare dello stress diventa sempre più impaurito, mostrando una tempra misera. Si trincera dietro la cattiveria ostentata verso la compagna, ma in realtà è un uomo superstizioso e ceco alla verità. Il finale decreta la sua condanna. Che è, in verità, una condanna all’uomo borghese in genere, tracotante e pieno di sé. Le sue certezze crollano non appena qualcosa sfugge alla sua conoscenza. La condanna si estende poi al suo matrimonio di facciata, in cui la femminilità è colposamente sminuita. La ribellione della moglie Kaya Scodelario rappresenta una valvola di salvezza nei confronti di quotidiani soprusi.
Adattamento coraggioso
In conclusione di questa recensione di The Pale Horse si deve dire che ci troviamo di fronte a un adattamento. La versioni di Sarah Phelps può sembrare controversa per il piglio iconoclasta, ma il tentativo è interessante. Il romanzo nascondeva in fondo già il seme dell’horror che Phelps ha deciso di coltivare. La strada che ha preso, rispettosa del genere, funziona sia come horror che come giallo. Quest’ultimo genere viene forse messo in secondo piano, ma rimane un elemento di vibrante interesse nell’intreccio e nello scioglimento del mistero, atteso per due ore. The Pale Horse però è soprattutto un horror claustrofobico, che affronta la paura della morte e l’incontro dello sconosciuto, in perfetto stile folk horror.
Punti a favore
- L'afflato horror, teso ed efficace
- Le inquadrature, immersive
Punti a sfavore
- La trama gialla, forse poco curata
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