Dal Ravenna Nightmare Film Fest 2020 andiamo a scoprire, con la nostra recensione, il corto The Fall. L’autore è Jonathan Glazer, dietro anche all’ipnotico Under the Skin
TITOLO ORIGINALE: The Fall . GENERE: Horror. NAZIONE: Regno Unito. REGIA: Jonathan Glazer. CAST: Susanne Brown, Lee Byford, Christopher Jupp. DURATA: 7 min. DATA DI PRESENTAZIONE: 7 novembre 2020.
Il Ravenna Nightmare Film Fest 2020 ha avuto l’onore di ospitare Jonathan Glazer e uno dei suoi ultimi progetti, il corto The Fall. L’artista, già da diverso tempo attivo nel campo pubblicitario e dei videoclip, si è fatto notare con la pellicola Under the Skin (2013), con protagonista Scarlett Johansson. L’opera, ipnotica e perturbante, ha conquistato buona parte della critica e ha fatto conoscere al mondo lo stile fortemente autoriale del regista.
Andiamo quindi a scoprire meglio questo The Fall, presentato all’interno della sezione contemporanea del festival (sezione diretta alle più interessanti e innovative opere della produzione attuale).
Trama | Recensione The Fall
Un bosco, un uomo mascherato si trova sulla cima di un albero, al di sotto una folla inferocita e anch’essa mascherata. Così inizia un’angosciante incubo.
Il “solito” Glazer | Recensione The Fall
Jonathan Glazer con il suo Under the Skin non solo si è fatto pienamente conoscere al pubblico cinefilo ma ha anche diviso critica e soprattutto pubblico. Mentre alcuni ritengono l’opera con la Johansson una delle migliori del decennio, altri riconoscono la sua valenza artistica ma la trovano eccessivamente presestuosa. L’aggettivo “pretestuoso” viene infatti spesso usato con autori come Glazer, caratterizzati da un cinema particolarmente lento, statico, volto a far riflettere in maniera ossessiva lo spettatore. Il corto The Fall, di fatto, si inserisce pienamente in questo filone. Le inquadrature sono poche, i personaggi tutti identici a causa della maschera che indossano, i dialoghi assenti e tutto viene lasciato alla potenza del mix immagine-suono.
Un corto ricco di spunti | Recensione The Fall
Le sensazioni che ci rimangono sono quindi di ansia, di paura ma è tutto estremamente astratto. Il fatto che un gruppo di uomini voglia ammazzare un loro simile , porta un messaggio che è al contempo chiaro e criptico, poichè articolabile in tantissime situazioni che ritroviamo nella vita reale. Lo stesso Glazer si è ispirato a un fatto di cronaca, ovvero un immagine che ritravea due figli dell’ ex presidente Donald Trump mentre trasportano un leopardo appena ucciso. Insomma, in questo corto possiamo trovare di tutto, dal populismo alla discriminazione verso il “diverso” fino all’ossessione moderna di condividere ogni nostro gesto. Sì perchè il violento gruppo di mascherati avrà pure il tempo per un selfie con l’uomo catturato. Proprio come nel fatto ispiratore del corto…
Messaggi chiari ma anche criptici | Recensione The Fall
Il finale è poi terribilmente drammatico ma lascia comunque una flebile speranza (casuale ma curioso che il corto sia stato presentato proprio il giorno della sconfitta di Trump a favore di Biden). Anche qui il messaggio è interpretabile in diversi modi, così come criptico è il motivo di questa strana “uccisione”. Capirete infatti guardando il corto che il gruppo avrebbe potuto uccidere l’uomo molto più facilmente. Superstizione, riti particolari oppure semplice ignoranza? Insomma, come dicevamo, parliamo di un corto che è al tempo stesso chiaro e criptico. Il problema principale di quest’ opera potrebbe però proprio evidenziarsi nell’eccessiva ricerca dell’immagine simbolica.
Pretestuoso? | Recensione The Fall
In poche parole il rischio è che l’ossessione di ricercare l’immagine metaforica possa indurre lo spettatore a provare noia, piuttosto che ansia o angoscia. Si tratta però di una caratteristica tipica dell’autore, che appunto già molti hanno definito “pretestuoso”. La cosa migliore sarebbe quindi farsi un’idea personale guardando il corto, proprio perchè Glazer fa un cinema puramente d’autore che può non incontrare alcuni gusti. In questo senso lo stile di Glazer si avvicina molto a quello di Refn, altro autore caratterizzato da un grande talento ma forse a volte fin troppo autocompiaciuto.
Conclusione
A livello tecnico non si può dire nulla a questo corto; basta pensare a un’incredibile e tensiva sequenza legata alla corda che viene usata per uccidere l’uomo solitario. Che Glazer sia caratterizzata da una messa in scena elegante ed ipnotica è ormai un dato di fatto (senza dimenticare le perturbanti colonne sonore delle sue opere). Tuttavia, come in Under the skin, sembra sempre rimanere una sensazione di eccesso di ricercatezza (formale e simbolica). Forse è anche per questa “velleità artistica” che Glazer si dedica spesso alla produzione di corti, proprio perchè è consapevole che una maggiore durata potrebbe inficiare non tanto la qualità dell’opera quanto piuttosto la presa sul pubblico.
Punti a favore
- Lato tecnico (regia, fotografia, colonna sonora...) eccelso
- Messaggio al tempo stesso chiaro e criptico
- Sensazione di angoscia costante
Punti a sfavore
- Per alcuni potrebbe sembrare pretestuoso
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