Il remake del classico film horror Pet Sematary torna al cinema per la regia di Dennis Widmyer e Kevin Kölsch, ma, come i suoi protagonisti resuscitati, è un film senz’anima, che si affida ai jumpscare piuttosto che all’atmosfera e alla psicologia per spaventare. Eccovi la nostra recensione
TITOLO ORIGINALE: Pet Sematary. GENERE: Horror. NAZIONE: USA. REGIA: Dennis Widmyer e Kevin Kölsch. CAST: Jason Clarke (Louis Creed), Amy Seimetz (Rachel Creed), Jeté Laurence (Ellie Creed), Hugo Lavoie (Gage Creed), John Lithgow (Jud Crandall), Obssa Ahmed (Victor Pascow), Alyssa Brooke Levine (Zelda). DURATA: 101 minuti. DISTRIBUTORE: 20th Century Fox. USCITA: 09/05/2019.
Che il genere horror stia vivendo una seconda giovinezza è un fatto ormai assodato. Non c’è un mese in cui tra le uscite filmiche non ci sia almeno un film dell’orrore (controllate i film di aprile e maggio come esempio). A riportare in auge questo genere, che era finito nel dimenticatoio dopo essere stato ruggente negli anni ’80, decadente nei ’90 e fortemente votato all’oriente nel decennio 2000-2010, ci sono state una serie di buone pellicole che ci hanno regalato un mix di idee nuove e ottimi remake di vecchie glorie. Scappa – Get Out ed il più recente Noi sono due esempi piuttosto calzanti, ma potremmo citare anche la saga di The Conjuring ed i suoi fortunati spin-off, arrivando ai remake di Halloween ed IT.
Arriviamo così al remake di Pet Sematary, forte del nome di Stephen King come autore del romanzo da cui sono tratti entrambi i film: il classico del 1989 di Mary Lambert e l’attuale di Dennis Widmyer e Kevin Kölsch. La trama di base è sempre la stessa: la famiglia Creed, composta dal padre Louis, la moglie Rachel e i due figli Gage ed Ellie, si trasferisce dalla frenetica Boston in una tranquilla casa di campagna nel Maine, per avere una vita più rilassata e poter crescere meglio i figli. Qui incontrano l’anziano vicino Jud e vengono a sapere che la loro proprietà comprende anche il cimitero degli animali, che dà il nome al film, dove gli abitanti del paese sono soliti seppellire i loro animali domestici scomparsi. Un giorno, Louis e Jud trovano Church, il gatto di Ellie, morto. Per evitare il dramma della morte alla piccola, Jud conduce Louis nel profondo della foresta, dove gli fa seppellire il gatto e gli confida che c’è qualcosa in quella terra in grado di riportare indietro i morti. Ma Church non sembra più lo stesso, qualcosa in lui è cambiato… E questo è solo l’inizio di una tragedia molto più grande.
Pet Sematary – Ecco il trailer del film horror | Recensione
Pet Sematary – Un film horror senz’anima | Recensione
Le premesse per un buon film, quindi, c’erano tutte: una solida storia creata da un romanziere di tutto rispetto, quale Stephen King, ed una prima trasposizione cinematografica che aveva avuto all’epoca un buon riscontro di pubblico ed era diventata rapidamente un classico. Il da farsi era piuttosto lineare: sarebbe bastato trasportare la storia originale ai nostri tempi. L’atmosfera generale del film si sarebbe potuta utilizzare senza particolare ritocchi, ma chiaramente si sarebbero dovuti abbandonare gli espedienti horror tipici degli anni ’80, che ad oggi sarebbero risultati assolutamente anacronistici. Purtroppo Pet Sematary non riesce in questa operazione in maniera efficace.
Il film di Dennis Widmyer e Kevin Kölsch risulta purtroppo ancorato al passato. Non che ci troviamo di fronte i fiumi di sangue tipici degli anni ‘80, però neanche stiamo guardando un film horror come ci si aspetterebbe dai canoni moderni. La storia di base del film è emotivamente molto forte: si parla in definitiva della morte di un proprio figlio, una delle tragedia più grandi che si possano immaginare nella vita di una persona. Purtroppo l’approfondimento psicologico della vicenda e dei personaggi coinvolti è assolutamente tralasciato, per non dire quasi assente. Il film preferisce limitarsi a proporre situazioni “spaventose” per via di rumori improvvisi, apparizioni dal nulle e così via. In pratica, l’aspetto orrorifico del film si limita ai classici e quanto mai deprecabili jumpscare, piuttosto che dedicarsi alla creazione di un’aura psicologicamente disturbante per la semplice natura della storia narrata.
Pet Sematary – Poca atmosfera e tanti jumpscare | Recensione
Alcuni espedienti visivi e narrativi sono effettivamente efficaci e lodevoli. Purtroppo alcuni di questi sono trasposti meramente dalla storia originale (il bisturi) ed altri, pur essendo originali, vengono lasciati in sospeso e risultano quindi, in definitiva, inutili (le maschere da animali dei bambini in processione).
Dal punto di vista recitativo ci troviamo di fronte ad una prova soddisfacente da parte di tutto il cast. A livello tecnico abbiamo, invece, l’utilizzo degli espedienti più tipici dei film horror: immagini scure ed inquadrature strette a nascondere l’immancabile “spavento”.
In conclusione, Pet Sematary è un film horror che non riesce ad modernizzarsi in maniera efficace, rimane ancorato ad un modo di fare paura “semplice” ed antiquato. Ci sono alcuni elementi visivi e narrativi efficaci, che però non vengono poi portati avanti, risultando quindi fini a sé stessi. La mancanza di approfondimento psicologico ed emotivo della storia è il suo punto più debole e mette in ombra qualunque altra cosa di buono ci sia. Il tentativo di distinguersi, attraverso l’utilizzo di un finale diverso dall’opera letteraria e dal primo film, non riesce e, anzi, banalizza ancora di più il tutto. Sarebbe stato meglio lasciarlo sepolto.
E voi cosa ne pensate di questa nuova iterazione di Pet Sematary? Fatecelo sapere nei commenti e non dimenticate di continuare a seguire la nostra sezione dedicata ai film e serie TV per essere sempre aggiornati.
Punti a favore
- La storia di base
- Alcune soluzioni visive e narrative
Punti a sfavore
- Uso di jumpscare
- Lato emotivo e psicologico tralasciato
- Mancanza di atmosfera
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