Noi, l’ultimo film di Jordan Peele, è attualmente nei cinema: riuscirà a far discutere e a replicare il successo di Scappa – Get Out?
TITOLO ORIGINALE: Us. GENERE: Horror. NAZIONE: Stati Uniti. REGIA: Jordan Peele. CAST: Lupita Nyong’o, Winston Duke, Elisabeth Moss, Tim Heidecker, Yahya Abdul-Mateen II, Anna Diop, Evan Alex, Shahadi Wright Joseph, Madison Curry. DURATA: 116 min. DISTRIBUTORE: Universal Pictures. USCITA CINEMA: 04/04/2019.
1986: uno spot in tv pubblicizza l’iniziativa Hands Across America, nella quale sei milioni e mezzo di americani si tennero per mano e donarono somme in beneficenza. L’immagine che colpisce la piccola Adelaide (Madison Curry) che però poco dopo subisce un evento traumatico, che la cambierà per sempre: i genitori la perdono d’occhio e lei rimane intrappolata per diversi minuti in una casa degli specchi al Luna Park. Oggi: Adelaide (Lupita Nyong’o) è cresciuta e ha una famiglia, con la quale si appresta a fare una vacanza proprio vicino a quel Luna Park. Ma presto l’occasione di svago si rivelerà un incubo.
Jordan Peele è in questo momento uno dei registi che più suscitano interesse nel panorama horror, benché paradossalmente nel suo curriculum ci sia un solo horror (Scappa – Get Out) in mezzo a una miriade di commedie. Eppure con quel film e quell’Oscar, Peele ha chiaramente dimostrato di avere molto da dire, al di là del genere cinematografico. Noi conferma questa sensazione. Vediamo insieme perché.
La personalità doppia del film: horror o commedia?
Già prima di entrare il sala si è a conoscenza di un dato della trama: la famiglia di Adelaide deve vedersela con delle “copie” spaventose e letali di loro stessi. Queste persone, definite ombre, sono vestite di rosso, ma più rozze e selvagge degli originali. Sicché ogni persona ha un suo clone oscuro. Questa dualità è un tema centrale all’interno del film, e lo si ritrova anche al suo esterno, quando si cerca di capire a quale genere appartenga.
La pellicola è ricca di suggestioni e scene realmente spaventose, ma non rinuncia mai all’ironia. Questo ce lo aspettiamo da Peele, ma se in Scappa – Get Out tale ambiguità era sfruttata in sordina, in Noi è palese. Per lo più è il padre (Gabe Wilson), imbarazzante maschio americano modello, a spezzare la coltre di serietà. Non mancano però altri momenti comici. Questo tratto è un’arma a doppio taglio: il progetto è ambizioso e spavaldo, ma proprio per questo potrebbe risultare pacchaino.
Qualunque sia la visione, personalissima, che si vuole dare, l’ambiguità rende il film memorabile: non facile e per tutti i palati, ma sicuramente un grandissimo risultato per quello che, oggi, si conferma come un autore genuino e originale.
Noi: un’ottima prova di Jordan Peele
In fin dei conti Jordan Peele è il vero valore aggiunto di questo film: sceneggiatore, regista, produttore. Noi è autenticamente una sua opera e questo si vede nella intelligenza con cui i nodi della trama vengono parsimoniosamente rivelati. Il film è ricco di allegorie e significati nascosti, a partire dall’iconica immagine delle forbici presente già dal primo poster. Nessun dettaglio dà l’impressione di essere casuale, ma la cosa che più sorprende è che tutti, quasi come in uno spettacolo di magia, trovano un senso nella rivelazione. Un numero, un suono, un animale domestico: tutto cade nel puzzle alla perfezione, e fa trasalire lo spettatore nel momento in cui scopre il disegno finale.
Lo stesso titolo trova una metacollocazione durante la proiezione con rara nonchalance : nel suo originale è “Us”, che oltre a essere un pronome in inglese, è anche l’acronimo di Stati Uniti (U.S.). Ebbene, quando nel film alle copie viene chiesto di identificarsi, queste rispondono: “siamo americani“.
In questa ricchezza può essere individuata un’altra arma a doppio taglio: Peele sfida costantemente la concentrazione dell’astante. Perdere un dettaglio significa perdere una parte di film. Ciò può risultare intrigante per alcuni, frustrante per altri. Ma questo fa parte del gioco, e sembra che Peele accetti l’effetto collaterale. Anche in questo si vede la bravura di un cineasta consapevole dei propri mezzi e che non ha paura di spaccare in due il suo pubblico.
Le linee narrative si legano alla perfezione, le citazioni a film e simboli della cultura pop arricchiscono il narrato. Il regista dimostra una volta per tutte anche il suo grande talento dietro la macchina da presa confezionando non una, ma tante sequenze affascinanti e memorabili, in grado di ipnotizzare lo spettatore, terrorizzarlo nel profondo (senza per questo mai ricorrere a facili mezzucci quali i jump scares) e soprattutto lasciandogli addosso un’angoscia e una sensazione di inquietudine destinata a perdurare anche dopo il termine della visione.
Noi: un cast doppiamente spaventoso
La voce, la postura, lo sguardo delle copie fanno gelare il sangue. In questo un merito lo hanno senza dubbio, oltre al regista, gli attori. Il sorriso di Shahadi Wright Joseph è mille volte più inquietante di quello della maggior parte dei Joker passati sul grande schermo. E di nuovo, una tranquilla famigliola si trasforma in qualcosa di raro orrore. Merita una menzione anche alla colonna sonora, tutt’altro che un mix casuale di musica afro. È un abito sartoriale che si adatta ad ogni scena e accresce il senso di alienazione.
Noi è anche una brillante allegoria della società contemporanea. Se Scappa – Get Out affrontava frontalmente il tema del razzismo, Noi è un film sui “diversi”, coloro che vivono nella miseria e sono emarginati dalla società. Non è un caso che inizi (e finisca) con Hands Across America: ideato per supportare le organizzazioni benefiche americane, raccolse qualcosa come 35 milioni di dollari ma ai bisognosi ne furono ridistribuiti solamente 15 milioni. Un episodio che dimostra come la forbice (sociale) tra chi ha molto da chi ha poco si sia allargata a dismisura, fino a far pensare di aver raggiunto un punto di non ritorno.
In conclusione, Noi non è un semplice horror. Prima illude che l’apparato orrorifico sia da ritrovare, dopo aver attraversato la coltre di ironia, nelle efferatezze dei doppi. Poi spiazza, offrendo qualcosa di diverso di quelle che erano le aspettative iniziali. È un film che divide, come i suoi personaggi: ad alcuni sembrerà un capolavoro, ad altri farà storcere il naso. Probabilmente non è dato individuare una mezza misura.
Punti a favore
- La complessità della trama
- I doppi ruoli perfettamente incarnati da tutto il cast
- Il colpo di scena finale
Punti a sfavore
- I momenti comici possono risultare fuori luogo
- Non è un film per tutti i palati
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