Nonostante i dubbi sulla salubrità e un’alta tassazione, il pur giovane mercato delle sigarette elettroniche sta vivendo un boom che non sembra attenuarsi. E non è un fenomeno solo italiano
Negli ultimi anni il mercato della sigaretta elettronica ha registrato una crescita costante, praticamente senza interruzioni. Secondo gli esperti, poi, il trend continuerà ad avere segno positivo anche nel prossimo futuro; per il periodo di previsione 2022-2027, infatti, si stima un tasso di crescita annuale composto (CAGR) del 13%.
Del resto, girando per le piazze italiane capita spesso di incontrare utilizzatori di e-cig, che sono facilmente riconoscibili dalle dense nuvole di vapore profumato che li circondano. Si calcola che ad oggi siano circa un milione gli utilizzatori di questo prodotto in Italia.
Grazie soprattutto a Internet e agli eCommerce, l’offerta di questi prodotti si è ampliata a dismisura con una continua ricerca di nuovi aromi da offrire ai consumatori. Ad oggi, ad esempio, si possono acquistare liquidi sigaretta elettronica su Terpy, tra i principali e-shop a livello europeo, che propone aromi innovativi e sicuri, i quali possono essere fruttati o cremosi, con o senza nicotina.
Gli utilizzatori di sigarette elettroniche: i numeri in Italia e nel mondo
Con riferimento all’Italia, l’Associazione ANPVU, che rappresenta i Consumatori Italiani di vaporizzatori personali (più comunemente noti come e-cig), ha reso pubblici i dati raccolti da EcigIntelligence, la quale ha stimato in più di un milione i consumatori di questo prodotto.
Più nel dettaglio, nel report pubblicato (in data 30 maggio 2022) dall’Istituto Superiore di Sanità, in occasione della Giornata mondiale senza tabacco promossa dall’OMS, viene evidenziato come il numero di consumatori italiani di e-cig sia triplicato negli ultimi anni, passando dall’1,1% nel 2019 al 3,3% della popolazione nel 2022 (quantificabile in circa 1.700.000 persone).
L’inarrestabile crescita del mercato dei prodotti senza combustione non è però una peculiarità italiana.
Secondo il Global State of Tobacco Harm Reduction, paper pubblicato dall’agenzia sanitaria britannica Knowledge Action Change (Gsthr), a livello globale sono stati 82 milioni gli utilizzatori di sigaretta elettronica nel 2021 (contro i 68 milioni registrati nel 2020, con un tasso di crescita annuo del 20%).
Per avere un termine di paragone, basti pensare che i fumatori di sigarette tradizionali globalmente ammontano a più di un miliardo di persone.
Crescono, dunque, i consumatori di e-cig nel mondo e questo trend è confermato anche in Europa, come testimoniato dal rapporto Eurobarometro pubblicato nel 2021. Quest’ultimo prende in esame “l’atteggiamento degli Europei nei confronti del tabacco e della sigaretta elettronica”, passando in rassegna ogni singolo Paese europeo, più il Regno Unito.
Rispetto alla rilevazione precedente (2017), il rapporto registra una riduzione complessiva, pur lieve (tre punti percentuali), dei fumatori di sigarette tradizionali e viceversa un incremento nella diffusione dei prodotti senza combustione: questo tipo di prodotti ha superato il 2,5% delle vendite totali di prodotti del tabacco.
Tra i Paesi in assoluto più virtuosi rientra il Regno Unito, la cui politica sulla salute pubblica prevede, tra l’altro, una costante attività di sensibilizzazione sui danni provocati dal tabacco e l’impiego alle sigarette elettroniche come misura per la riduzione del danno.
Le autorità britanniche, spinte dalla ricerca scientifica e dai gruppi di pressione (come l’Action on Smoking and Health), hanno ritenuto che questi dispositivi siano un mezzo efficace per consentire alle persone di smettere di fumare e i numeri sembrerebbero dar loro ragione.
Così, se in Italia crescono gli utilizzatori di e-cig, il Regno Unito corre ancora più forte. È il primo Paese in Europa, mentre nel mondo è secondo solo agli Stati Uniti (che vanta più di dieci milioni di vaper) per il numero di consumatori di questa tipologia di prodotti.
Ciò è anche dovuto al fatto che il governo inglese adotta una politica attiva in materia, volta a supportare chi cerca di smettere di fumare finanziando l’acquisto di dispositivi a tal fine (come appunto le sigarette elettroniche) e promuovendo programmi per favorire la cessazione del fumo.
I risultati della politica antiproibizionista del Regno Unito non si sono fatti attendere. Dalle recenti ricerche condotte dall’agenzia Knowledge Action Change sulla popolazione inglese, infatti, emerge che tra i fumatori intenzionati a smettere, quelli che utilizzano le e-cig hanno più probabilità di successo di quelli che cercano di riuscirci da soli.
Come spiegare l’inarrestabile crescita del mercato delle sigarette elettroniche?
La ragione principale per cui si ricorre al vaping è chiaramente quella di smettere di fumare. Ma ciò che alimenta il mercato riguarda piuttosto i vantaggi che l’e-cig può apportare ai fumatori tradizionali: la sigaretta elettronica comporta effetti collaterali meno gravi rispetto alla classica combustione di tabacco che, come è noto, può implicare, tra l’altro, l’insorgenza di patologie dell’apparato respiratorio e cardiovascolare.
Non dimentichiamoci, infine, che, essendo la e-cig un prodotto relativamente giovane, non si conoscono ancora gli effetti di lungo termine sulla salute. Pertanto, solo il tempo ci dirà se i prodotti senza combustione non sono così innocui come molti pensano.
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