The Thin Silence non è un grande videogame, ma forse alla volte non è necessario esserlo: vediamo nella nostra recensione come si comporta questa opera che tratta di depressione e morte
The Thin Silence è la prima vera opera di TwoPM Studios, un duo australiano che realizza videogame unicamente nel tempo libero. Prima di The Thin Silence, i due ragazzi si erano occupati di piccole opere a dir poco sconosciute.
Con questo loro quarto gioco, disponibile su Steam dal 27 aprile, Ben Follington (programmatore e grafico) e Ricky James (sceneggiatore e designer) tentano di andare un po’ oltre. Lo fanno raccontando una storia che verte attorno a tematiche forti, come la depressione e la morte, ma anche personali: The Thin Silence nasce da una necessità di James che, dopo aver superato un periodo negativo della propria vita, ha sentito il bisogno di non rimanere in silenzio e ricordare a tutti che i momenti più bui possono essere superati.
The Thin Silence: dall’oscurità verso la luce | Recensione
The Thin Silence è un puzzle-game story-driven. Nei panni di Ezra Westmark dovremo vivere un viaggio di ritorno: al giocatore, il compito di capire cosa è successo a Ezra e al mondo in cui è ambientata l’opera. Si tratta di una storia già conclusa, in una certa misura, che però riverbera dentro il protagonista, come un’eco senza fine o un fantasma che ci perseguita.
In ogni fase di gioco ritroveremo una serie di collezionabili, alcuni piazzati sulla nostra strada, altri leggermente nascosti. Tramite essi e vari filmati arriveremo pian piano a una risposta.
Nel mezzo, il gioco ci chiede di risolvere tutta una serie di puzzle basati su degli oggetti combinabili. Troveremo uno scarpone, utile per calciare oggetti quali casse o massi; troveremo un grosso uncino, perfetto per tirare gli oggetti o aiutarsi a scalare certi punti dello scenario: questi possono essere combinati per creare degli scarponi uncinati che ci permettono di scalare alcune recinzioni.
Gli oggetti non sono moltissimi e le combinazioni sono tutte abbastanza ovvie. Gli enigmi stessi, per quanto man mano più elaborati, non saranno mai particolarmente intriganti o soddisfacenti.
The Thin Silence: una piccola opera per una grande storia | Recensione
In circa quattro o cinque ore arriveremo al finale di gioco, passando attraverso quattro capitoli e altrettante ambientazioni. The Thin Silence, ripetiamolo, è un gioco realizzato da un paio di ragazzi nel tempo libero e, per quanto il salto tecnico rispetto alle precedenti opere sia ben visibile, la grafica risente di questo limite.
Ci troviamo di fronte a una pixel-art minimale, per non dire limitata, che soffre anche di una certa mancanza di stile nella maggior parte delle ambientazioni. The Thin Silence non è certamente un gioco che vorremo acquistare per la pura grafica.
Se lo stile visivo non tiene alto il mood, arriva fortunatamente in soccorso l’OST. La musica, realizzata da LightFrequency, sottolinea con efficacia la solitudine e le difficoltà del protagonista nel corso di tutta l’opera. Il gioco non presenta alcun doppiaggio ed è disponibile unicamente con testi in inglese.
The Thin Silence: una linea sottile | Recensione
The Thin Silence non è un puzzle game molto interessante e la storia stessa non riesce ad arrivare fino in fondo, a far capire del tutto cosa Ezra stia provando. Questo poiché il gioco non parla a tutti, ma si rivolge solo a coloro che sono in grado di sentire le parole delicate di Ezra e delle persone che lo circondano.
The Thin Silence non è un gran videogame, ma se avete bisogno di un piccolo viaggio che possa dirvi di tenere duro, di non mollare, che vi ricordi che si può sperare che le cose vadano meglio… allora potete ignorare il voto e dargli una chance, dopotutto il vostro obbiettivo non è “banalmente” divertirvi.
Punti a favore
- Un messaggio importante…
- Ottima OST
Punti a sfavore
- …ma non per tutti
- Componente puzzle poco intrigante
- Graficamente limitato
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