Il soulslike di Koei Tecmo e Team Ninja torna a farci squartare orde di yokai, anche su PS5, grazie a The Nioh Collection, che vi proponiamo nella nostra recensione
Quando l’originale Demon’s Souls arrivò sul mercato, nel lontano 2009, nessuno si aspettava che il genere reinventato da Hidetaka Miyazaki e soci avrebbe fatto strage di cuori (oltre che di calendari), al punto da divenire uno dei più fiorenti degli ultimi anni. L’oscura Boletaria, difatti, è solo stato il principio scatenante di una miriade di emuli, più o meno riusciti, con pochissimi eletti che sono riusciti anche solo ad avvicinarsi al prodotto originale.
Tra questi, però, c’è una serie che riteniamo sia stata capace, per certi aspetti, anche di superare alcuni dei limiti intrinsechi del proprio maestro, riuscendo a bilanciare alla perfezione la sadica bastardaggine di From Software, i ritmi compassati di un soulslike che si rispetti e l’azione frenetica dei combattimenti all’arma bianca.
Di padre in figlio
Figlio di uno sviluppo assai travagliato, il primo Nioh si fece attendere un po’ troppo a lungo (parliamo di ben 13 anni dall’annuncio), ma una volta giunto sul mercato mise subito in mostra il modo perfetto in cui Team Ninja era riuscita a recepire, e rielaborare, la lezione di Miyazaki-san. Ed il fisiologico seguito non fece altro che confermare il tutto, dimostrando come il neonato brand fosse in grado di camminare con forza sulle proprie gambe, avendo oramai acquisito e cristallizzato una propria, peculiare, identità . Un mix di fattori che torna oggi a farci dannare anche su PS5, grazie a The Nioh Collection, che riporta sulla next gen Sony questa accoppiata di brutali avventure, in versione rimasterizzata e comprensiva di tutti i DLC rilasciati.
Tra estetica e velocità – Recensione The Nioh Collection
Parlare nel dettaglio dei due giochi in questione, trattandosi come già detto di una semplice operazione di rimasterizzazione, sarebbe quanto mai inutile e prolisso, pertanto se volete approfondire la conoscenza di meccaniche e gameplay dell’accoppiata in questione, credo sia più corretto rimandarvi alle nostre esaustive analisi (le trovate qua e qua). Giusto per dare una piccola infarinatura a chi si avvicini per la prima volta alla The Nioh Collection, magari spinto da questa recensione, posso solo dire che le due avventure in questione si muovono lungo i binari del genere soulslike, combinando però il tutto ad un combat system decisamente più action e dinamico di quanto visto nelle produzioni analoghe, andando a sposare la storica filosofia di Team Ninja, lo studio responsabile dello sviluppo.
Quello che ne deriva è una serie sicuramente più frenetica, ambientata in due distinti momenti della storia giapponese, in cui per mezzo di letali armi bianche ci troveremo ad affrontare orde di umani e yokai (i demoni del folklore nipponico), con giganteschi e letali boss ad accoglierci alla fine di ogni missione.
Se è vero che a livello puramente strutturale e contenutistico The Nioh Collection non presenti alcuna differenza rispetto alle installazioni originali, il fatto che il tutto sia ora chiamato a sfruttare le potenzialità di PlayStation 5 non ha risparmiato al software di beneficiare di alcuni piccoli accorgimenti aggiuntivi. Il più impattante è sicuramente quello che va ad interessare la risoluzione e la fluidità generale dell’esperienza, che ricalcando le opzioni viste in origine, permette ad entrambi i titoli di beneficiare di 3 distinte impostazioni grafiche.
La prima permette una risoluzione in grado di raggiungere i 4K, con un target di fluidità che mira ai 60 frame al secondo (non sempre stabilissimi, ma si tratta davvero di piccoli dettagli); la seconda renderizza tutto a 1080p, sacrificando leggermente il dettaglio grafico, ma mantenendo più saldo il frame rate indicato in precedenza; l’ultima opzione, a patto di possedere uno schermo adatto, raddoppia il numero di frame, abbassando in modo più marcato l’impatto estetico.
Quest’ultima è sicuramente un’opzione molto stilosa, in grado di esaltare ancora di più il combat system delle produzioni, ma dovendo scegliere, vista comunque la stabilità generale, il nostro consiglio è quello di giocare il tutto in 4K, che pur non raggiungendo vette visive sicuramente in linea con quelli che (ci auguriamo) saranno presto gli standard current gen, risulta comunque gradevole. Non aspettatevi, però, chissà quali miracoli, dato che il tutto è privo di qualunque effettistica aggiuntiva come il ray tracing, e si attesta sui livelli della modalità Film vista su PS4, corroborata però da un frame rate eccellente.
Violenza tangibile – Recensione The Nioh Collection
Al di là dei benefici prestazionali garantiti dal nuovo hardware, The Nioh Collection non ha rinunciato a sposare anche le feature esclusive del DualSense, pur se in maniera tutto sommato marginale: il feedback aptico restituisce sicuramente una fisicità maggiore agli scontri, oltre a sottolineare alcune particolari azioni contestuali, tipo quando si accarezzano gli Scampuss (i piccoli maneki-neko nascosti nelle mappe di gioco). Sicuramente gradevole, ma niente di trascendentale. Più incisivo il supporto ai grilletti adattivi del nuovo pad Sony, capaci di evidenziare in modo eccellente l’utilizzo delle armi a distanza, simulando la tensione della corda di un arco, oppure la resistenza del grilletto di schioppi ed archibugi.
Buona anche l’implementazione dell’audio 3D, ma anche in questo caso si tratta di una feature sicuramente marginale, e che ci riserviamo di testare su titoli pensati ex novo per il Tempest Engine. Un’ulteriore aggiunta rispetto alle installazioni passate, vede l’introduzione del photo mode nel primo Nioh (nel secondo era già presente), che farà sicuramente la felicità di tutti i fotografi virtuali.
Se avete già giocato ad entrambi i giochi firmati Team Ninja, arrivati a questo punto della recensione di The Nioh Collection vi starete sicuramente chiedendo se sarà possibile importare i vostri salvataggi in questa edizione definitiva: la risposta, fortunatamente è sì, anche se non abbiamo apprezzato il modo in cui tale meccanica è stata gestita. I titoli, difatti, non vanno a leggere direttamente quanto archiviato su console o nello spazio cloud destinato ai save, ma richiedono che questi siano caricati manualmente tramite la versione PS4 di Nioh e Nioh 2, situazione che porta a dover effettuare il download anche di queste release qualora si desideri continuare a giocare laddove avevamo interrotto.
E considerando che parliamo di 50 gigabyte a gioco, troviamo il tutto decisamente incomprensibile. Così come ci ha lasciato interdetti il modo in cui Koei Tecmo ha deciso di gestire l’upgrade alle versioni PS5 dell’accoppiata di titoli, che qualora si decidesse di non acquistare The Nioh Collection risulterà gratuita per Nioh 2, ma non per il capitolo originale. Situazione abbastanza strana a nostro avviso, e che per certi versi stride anche con il prezzo di vendita di questa raccolta, invero non proprio a buon mercato, considerando anche che parliamo di aggiornamenti tutto sommato abbastanza marginali.
Commento finale
Giunti a questo punto della recensione di The Nioh Collection, viene più che lecito chiedersi a chi sia principalmente rivolta questa raccolta omnicomprensiva dei soulslike Team Ninja. Se avete già sviscerato in ogni sua forma entrambe le avventure (DLC compresi), il nostro consiglio è quello di attendere magari un ritocco del prezzo, limitandovi ad aggiornare gratuitamente Nioh 2 e vedere se le piccole novità introdotte siano sufficienti a farvi aprire il portafogli.
Qualora sia questo il vostro primo incontro con gli yokai partoriti dal team nipponico, invece, l’acquisto non può che è essere sicuramente consigliato, dato che seppur in assenza di elementi smaccatamente next gen, quello che vi troverete tra le mani sarà un binomio di avventure longeve ed appassionanti, capaci di intrattenere per 200 e più ore tutti coloro che non hanno paura di incenerire calendari a suon di imprecazioni, a patto di essere consapevoli del fatto che ci troviamo al cospetto di due remaster sin troppo essenziali.
Fateci sapere cosa ne pensate e rimanete sintonizzati su tuttoteK per ulteriori novità e aggiornamenti dal mondo videoludico e non solo.
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Punti a favore
- I due titoli originali più tutti i DLC
- Buona varietà di opzioni grafiche
Punti a sfavore
- Nessun aggiornamento davvero next gen
- Gestione del cross save rivedibile
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