Unire la fantascienza e Lovecraft non è cosa facile. Scopriamo in questa recensione se Moons of Madness riesce nell’impresa
Marte ha sempre esercitato un grande fascino su tutti noi e la narrativa non ha mai smesso di renderla protagonista di molti racconti, da La guerra dei mondi al più recente The Martian. I videogiochi non fanno eccezione e in questa recensione andiamo ad analizzare nel dettaglio Moons of Madness. Si tratta del titolo sviluppato da Rock Pocket Games, che cerca di portare le atmosfere di lovecraftiana memoria sul pianeta rosso. Il gioco è disponibile da qualche mese su PC e di recente è arrivato anche su PS4 e Xbox One.
La forza di distinguersi
Come andremo a vedere nel dettaglio in questa recensione, Moons of Madness è essenzialmente un horror in prima persona sulla falsariga del filone nato dopo il successo di Amnesia: The Dark Descent. Si tratta quindi di un gioco in cui il protagonista è pressoché indifeso, con una bassa interazione ambientale e principalmente basato sulla narrazione. Negli anni abbiamo visto numerosissimi giochi di questo genere ed è difficile riuscire ad imporsi sulla massa.
In questo caso il gioco prova ad avere un’identità propria cercando di unire elementi tipici della fantascienza al terrore onirico dell’autore di Providence. Eccoci quindi a bordo della stazione marziana Trailblazer Alpha, dove un qualche tipo di presenza sta portando alla follia i suoi abitanti. Tocca al nostro protagonista indagare sull’accaduto e scoprire la terribile verità che si cela dietro la costruzione della base.
Un miscuglio poco amalgamato – Recensione Moons of Madness
La sensazione che risulta giocando Moons of Madness è che si fatichi nel raggiungere una buona sintesi tra i due temi trattati. L’aspetto fantascientifico e quello lovecraftiano risultano scollati all’interno della narrazione. Ne risulta una storia che cerca di essere criptica, ma riesce ad essere solo confusionaria e difficile da seguire. Inoltre vista la grande quantità di elementi messi in gioco in poche ore, nessuno riesce ad essere approfondito come si deve.
Molte delle spiegazioni vengono affidate ai numerosissimi testi sparsi in giro per l’ambientazione. Questo causa una gestione dei ritmi di gioco altalenante, non capita di rado infatti di fermarsi molti minuti per leggere mail o lettere scritte da altri personaggi. In alcune occasioni l’eccessiva lunghezza dei testi spezza l’azione nei momenti più concitati che, proprio per la natura horror del titolo, dovrebbero lasciare senza respiro il giocatore.
Tanta follia, ma poca paura – Recensione Moons of Madness
A causa di questa struttura la componente horrorifica viene sacrificata. Moons of Madness infatti spaventa molto di rado, relegando i momenti di tensione a qualche jumpscare qua e là . Complice anche una prima parte in cui si fatica a capire cosa succede e si perde qualcosa in termini di coinvolgimento emotivo.
L’interazione con i mostri è piuttosto scarna, ma dona qualche attimo dal ritmo più concitato nel corso della partita. L’unica cosa che potremmo fare sarà fuggire per non essere catturati. Non avremo infatti nessuna arma con noi e nessun altro modo per difenderci dalle minacce. Si tratta però quasi sempre di eventi scriptati, ma non mancheranno una o due fasi stealth in cui nascondersi.
Il rosso deserto che ci fa sognare – Recensione Moons of Madness
Non tutto è da buttare però. Uscire dalla stazione per ritrovarsi sulle rosse terre di Marte è innegabilmente affascinante. Per quanto l’ambiente di Marte sia sulla carta semplice, gli sviluppatori hanno fatto un ottimo lavoro nel farci sentire su un pianeta che non è il nostro. Molto apprezzato il lavoro fatto sulla gravità del pianeta rosso, leggermente inferiore a quella terrestre, con tutte le conseguenze del caso.
Intervallate nella trama inoltre sono presenti numerose sezioni con puzzle ambientali. Non si tratta mai di enigmi troppo complessi, ma la varietà di questi ultimi è ottima. Raramente si dovrà ripetere per due volte lo stesso puzzle in tutto il gioco. Si passa dai più classici puzzle fino ad alcuni più originali e ben inseriti nell’ambientazione. Questo è sicuramente il punto più alto di tutta la produzione.
Mancanza di ottimizzazione – Recensione Moons of Madness
Arriviamo però a quello che è il problema più grande del gioco, almeno su PS4 base (versione provata in sede di recensione). Il gioco gira ad un frame rate mediamente basso, intorno ai 20 fps, che vanno a calare ulteriormente nelle fasi più concitate e durante i caricamenti. Questa instabilità mina la godibilità del titolo che risulta “scattoso” anche durante delle semplici camminate. Probabilmente il motivo è dovuto ad una scarsa ottimizzazione della versione provata.
Infatti la qualità visiva non giustifica la scarsa fluidità del prodotto. Il dettaglio grafico è buono e sa regalare degli scorci apprezzabili, ma niente che la console non possa gestire con tranquillità . Non manca inoltre qualche texture di troppo in bassa definizione che va a sporcare un po’ la qualità complessiva. Ci auguriamo che una patch possa risolvere presto il problema. Infine sul fronte dell’audio il gioco si comporta bene. Moons of Madness inoltre presenta un doppiaggio inglese con sottotitoli in italiano.
Sarà per la prossima volta
Come avrete capito dalla recensione, siamo rimasti insoddisfatti di Moons of Madness. Il rammarico è grande vista l’idea ricca di potenziale di unire due degli archetipi più amati dal pubblico. Purtroppo il gioco manca di coesione sia in termini di narrazione, sia nelle varie fasi di gameplay, complice una gestione dei ritmi di gioco troppo discontinua e una storia confusa e mai approfondita del tutto. In un mercato pieno di concorrenti come quello del genere horror facciamo fatica ad apprezzare questo titolo come si deve.
La sensazione è quella di un gioco a cui manca dell’ottimizzazione, come si può vedere anche dal frame rate davvero troppo basso e instabile. Moons of Madness ha del potenziale, ma non riesce a sfruttarlo a pieno nel creare un gioco originale e che faccia empatizzare il giocatore verso le vicende narrate. Se questa recensione vi è piaciuta restate sulle pagine di tuttoteK dove troverete anche tutte le notizie riguardo il mondo dei videogiochi e non solo!
Punti a favore
- Marte riprodotta con cura
- Grande varietà di puzzle ambientali
Punti a sfavore
- Frame rate instabile
- Ritmi di gioco altalenanti
- Storia confusa e poco approfondita
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